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SONDAheart – Il podcast. S2/Ep1: Corrado Nuccini

Prende il via la seconda stagione di SONDAheart, il podcast del Progetto Sonda.
Oggi abbiamo fatto due chiacchiere con Corrado Nuccini, direttore artistico di Ferrara Sotto Le Stelle Festival e chitarrista dei Giardini di Mirò.
Ascolta questa puntata se vuoi scoprire:
• come si diventa direttori artistici;
• cosa successe ai Giardini di Mirò durante una passeggiata notturna dopo le prove;
• come potrebbe approcciarsi un artista al mercato musicale nel 2022.

SondaMusicaResidente: Soundtracks 2019

Giunto alla settima edizione, Soundtracks – Musica da film è un progetto di residenza artistica incentrato sulle sonorizzazioni e gli esperimenti tra cinema muto e musica contemporanea, che si rivolge a tutte le realtà musicali interessate all’integrazione tra linguaggi musicali e cinematografici. Promosso da Associazione Culturale MUSE in collaborazione con Centro Musica del Comune di Modena, e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è curato da Corrado Nuccini dei Giardini di Mirò. Nell’edizione 2019 sono stati selezionati 5 giovani artisti emiliano-romagnoli, che in 6 giornate di residenza artistica presso La Torre hanno avuto modo di approfondire anche argomenti quali le registrazioni d’ambiente e il field recording, le contaminazioni fra rock, musica elettronica, musica jazz e avanguardie, l’improvvisazione sulle immagini, l’uso di effetti e strumenti autocostruiti, l’uso di strumenti non convenzionali. Fra i docenti dei workshop Soundtracks ha ospitato Stefano Boni (Museo del Cinema di Torino), Massimo Carozzi (Accademia Belle Arti di Bologna, Zimmerfrei), Xabier Iriondo (musicista, Afterhours), Jacopo Incani (Iosonouncane) e i Julie’s Haircut. Durante il periodo di residenza, gli artisti selezionati hanno lavorato sulla produzione di sonorizzazioni originali, finalizzate a due performance pubbliche: il 21 Giugno 2019 al SuperCinema Estivo di Modena, nel contesto della Festa Europea della Musica, con lo spettacolo “Cinema Misterioso” – un viaggio attraverso cinque capolavori del cinema muto e delle avanguardie, cinque pellicole accomunate dal tema del mistero, della magia, dell’illusionismo e dell’occulto – a cui i partecipanti hanno lavorato a stretto contatto con il chitarrista Stefano Pilia (Afterhours, Massimo Volume, Rokia Traoré). Seconda performance pubblica è stata poi quella del 14 Settembre 2019 presso il Chiostro di Palazzo Santa Margherita a Modena, all’interno del programma di Festivalfilosofia, con la sonorizzazione de “Lo Sconosciuto” (Tod Browning, 1927) che i musicisti hanno prodotto e suonato dal vivo assieme a Cabeki, progetto strumentale del veronese Andrea Faccioli, già chitarrista di Baustelle, Le Luci della Centrale Elettrica, Cisco. Gli artisti selezionati per l’edizione 2019 di Soundtracks – Musica da Film sono stati Amigdala, Hyperflower, Kidslovesaurs, Party Animal, Enrico Pasini.

Cantautori su Marte

Cantautori su Marte è la rassegna promossa dal Centro Musica, all’interno del progetto Sonda, che ospita a La Tenda di Modena ogni anno, da cinque anni, alcuni degli artisti più influenti d’Italia. Il format è un incontro intimo con l’artista per fare il punto, parole e musica, sulla canzone d’autore; le interviste sono a cura di Francesco Locane, speaker radiofonico e giornalista.
Per questo numero di Musicplus.it faremo due chiacchiere con Corrado Nuccini (Giardini di Mirò) direttore artistico e curatore della rassegna.

Siamo ormai giunti alla quinta edizione di Cantautori su Marte, anticipata quest’anno da due incontri sold out con ospiti Vasco Brondi e Coma Cose. Partiamo dal principio: qual è stata l’origine della rassegna? Da che esigenza è nata?
La rassegna è nata in maniera molto spontanea. L’intuizione che ha portato a Cantautori è stata quella d’inseguire non tanto la mia scena personale, con cui mi sono formato, ma di puntare alla nuova generazione di cantautori.

Come sta cambiando secondo te il ruolo del cantautore in Italia?
Come dice De André “La musica per me continua a essere un tram per portare in giro le parole”. Il cantautorato, in ogni epoca e in ogni periodo storico, è un importantissimo tram che trasporta parole di cambiamento e trasformazione che devono essere profondamente legate al linguaggio e alla società nella quale si sviluppano. Non esiste mai un cantautorato che non sia di strettissimo riferimento alla società con cui parla. È da sempre stato così, da Bob Dylan in poi. Si è sempre parlato alla generazione più prossima. E così il nuovo cantautorato italiano racconterà l’Italia degli anni ‘20 e lo farà con il proprio linguaggio, con le proprie capacità, possibilità e prospettive. Sarebbe molto bello che Cantautori potesse continuare a documentare questo tipo di trasformazione.

Quanto reputi sia importante conoscere il lato umano di un artista e quanto è importante per un artista aprirsi al proprio pubblico?
Non credo che l’aspetto umano dell’artista sia fondamentale, credo sia fondamentale riuscire a capire i processi mentali, emotivi, sentimentali che portano un artista a trasformare un’emozione in una canzone e riuscire a farlo con un linguaggio contemporaneo, comprensibile, non retorico. Il confronto con il proprio pubblico è poi da sempre fondamentale, ma rientra nella dimensione che esula dal nostro compito. Noi a tal riguardo cerchiamo di avere un rapporto gentile e delicato, che possa portare artista e pubblico a un punto di vicinanza, senza alcuna forzatura.

Raccontaci uno degli episodi più curiosi della rassegna.
A Cantautori c’è sempre stato uno scambio molto corrisposto, grazie al lavoro di Francesco Locane, del Centro Musica e di tutto lo staff. Gli artisti si sentono un po’ a casa loro, quindi quella dimensione di stranezza, di eccentricità viene leggermente meno e al centro arriva la possibilità da parte del pubblico di ascoltare una meravigliosa storia di vita, d’arte creatività. Con al centro sempre le canzoni.

Per concludere: quale pensi possa essere, nel lungo termine, il ruolo di Cantautori su Marte nell’offerta culturale della città di Modena?
Di sicuro nel contingente Cantautori su Marte ha offerto delle possibilità, per gli artisti ma soprattutto per il pubblico, per confrontarsi e ragionare sulle trasformazioni del cantautorato, che è un linguaggio di emancipazione giovanile, per riuscire a raccontare il proprio mondo, in una maniera che non sia mai uguale alla generazione precedente. Riuscire a capire queste trasformazioni è un compito molto importante, fondamentale e noi in questi cinque anni, nei nostri limiti, ci abbiamo provato.