Le scelte dei valutatori: Gabriele Minelli

Gabriele Minelli segnala alcuni degli iscritti a Sonda più interessanti tra quelli che sono stati lui attribuiti negli ultimi anni.

Un breve doveroso preambolo: stilare graduatorie non è esattamente il mio mestiere, né tantomeno una pratica che mi renda particolarmente felice esercitare. Ovviamente di tanto in tanto si rende necessario farlo; ma, soprattutto in questo caso, prevalgono comunque il piacere e la curiosità di avere a che fare con i ragazzi, tante piccole realtà che credono fermamente nella propria musica e che mi danno la possibilità di confrontarmi con il “paese reale” là fuori. Veniamo ora alle scelte.

Her Skin
Senza ombra di dubbio la cosa migliore ascoltata in questi anni di Sonda! Sara è una songwriter già formata, che non ha il timore di nascondere le influenze che guidano la propria scrittura. Il fatto che si ispiri a un repertorio, quello dell’indie folk soprattutto di matrice americana, e che è uno dei miei preferiti, è solo incidentalmente un altro plus. Con il nome d’arte di Her Skin Sara ha già alle spalle un piccolo catalogo di pubblicazioni indipendenti, che mette in mostra la capacità di scrivere piccoli solidi gioiellini che si reggono sui suoni acustici di chitarra ed ukulele e sulle carezze melodiche della sua voce. Sarei molto curioso, e lei già lo sa, di sentirla alla prova anche con l’italiano, per vedere “l’effetto che fa”; e mi piacerebbe anche che decidesse di esplorare altre strade a livello di arrangiamento, magari arricchendo i vestiti delle sue canzoni e sviluppando i frammenti melodici che emergono solo di tanto in tanto tra le loro pieghe. Decisamente una bellissima scoperta, che non vedo l’ora di gustarmi dal vivo e che mi auguro non resti “confinata” ai soli palati del pubblico più indie.

Barone Lamberto
Un’altra sorprendente realtà che sicuramente saprà trovare lo spazio che merita. Kheyre, con il suo progetto Barone Lamberto, è riuscito a sintetizzare una patchanka al tempo stesso tribale e urbana. Immaginatevi Vinicio Capossela che incontra Caparezza, alla fine di un percorso partito dall’elettronica fatta con macchine e pc e che arriva a un disco intriso di sudore e canzoni pensate per essere suonate sul palco. Barone Lamberto è un progetto solido, credibile e ispirato, già pronto per il test del pubblico: Kheyre è addirittura stato così bravo e lungimirante da pensarlo già in vesti differenti, dallo studio al live alla versione busking! L’ho già consigliato ad alcuni promoter, e per me resta una scommessa su cui investire per chi lavora in maniera capillare con la musica live. Il consiglio che tuttavia mi sento di dargli è di cercare costantemente una strada, soprattutto a livello di arrangiamenti, che sia contemporaneamente moderna e personale, al fine di evitare di sembrare il figliol prodigo (o derivativo) di altri artisti.

La Convalescenza
Una band di 5 elementi molto coesa e tecnicamente ineccepibile. Anche in questo caso i riferimenti e le ispirazioni sono molto definite, e collocano La Convalescenza a pieno diritto in quel panorama musicale di band italiane che hanno saputo mescolare il post punk con le derive del metal e talvolta del grunge, e che hanno dominato i nostri palcoscenici dalla seconda metà degli anni ’90 in avanti. Io spingerei ulteriormente, e senza remore, sul fronte del minimalismo, asciugando le liriche e allontanando qualche eco decadentista di troppo, che con queste sonorità rischia di suonare eccessivamente “già sentito” e anche un po’ datato. L’attività live è cruciale e deve sicuramente aiutare i ragazzi ad affinare il proprio linguaggio e la scrittura di brani, che hanno comunque di base una solidità e un’espressività a livello di performance già molto a fuoco. Il loro ultimo ‘singolo’ Zeno mi sembra già andare nella giusta direzione, e di sicuro altri ne arriveranno.

Plastic Light Factory
Anche in questo caso parliamo di una band, di un trio per la precisione, che non solo non fa mistero delle proprie influenze, ma le sbandiera persino in biografia. Già dal primo ascolto si capisce immediatamente come ci si stia muovendo entro confini stilistici d’Albione, e specificamente quelli del paisley pop: PLF sono giovani ma per nulla sprovveduti, e l’estrema fedeltà ai canoni del genere, insieme a un songwriting già molto maturo e qualitativamente di alto livello, hanno attirato immediatamente le attenzioni dei media di settore, da Rockit a MTV che li ha premiati come Artisti del Mese del settembre 2016. A mio avviso la sfida è proprio nell’essere capaci, piano piano, di allontanarsi dai lidi sicuri del genere cui la band si ispira. La provocazione che ho lanciato ai ragazzi è stata proprio questa: a partire dalla scelta dell’inglese, che nel loro caso regge e gira sufficientemente bene ma che comunque li relega ad essere una band “di genere”, fino ad arrangiamenti e produzioni, la strada da intraprendere è quella del diventare il più possibile personali e identificabili, per imporre magari la definizione di sound “alla Plastic Light Factory” invece che di una band che “suona tipo un altro gruppo”.

Le scelte dei valutatori: Daniele Rumori

Daniele Rumori segnala alcuni degli iscritti a Sonda più interessanti tra quelli che sono stati lui attribuiti negli ultimi anni.

Non è stato molto semplice scegliere chi citare per “Le Scelte dei Valutatori”. Questo perchè, fortunatamente, il livello delle cose che ho ascoltato in questo triennio di Sonda mi è sembrato davvero molto alto. Ho avuto a che fare con tanti gruppi di buon livello, soprattutto per quello che riguarda la capacità di scrittura. Allo stesso tempo, però, quasi sempre ho notato dei problemi per quello che riguarda la qualità delle produzioni e delle registrazioni dei brani che mi sono stati sottoposti. Spesso si pensa che avere la possibilità di registrare tutto in casa sia un enorme vantaggio. Purtroppo, invece è esattamente il contrario. Ho ascoltato troppe cose che magari potevano avere un buon potenziale ma che sono state rovinate da registrazioni “fai da te” di bassissimo livello. Per questo vorrei ricordare a tutti, e soprattutto alle band composte da più elementi, che è sempre meglio non avere troppa fretta prima registrare, e di farlo preferibilmente in uno studio vero!
Comunque, tornando a noi, non ho avuto assolutamente dubbi nel voler citare per questa rubrica prima di tutti Davide Bosi. I suoi brani sono quelli che più mi hanno impressionato di tutti quelli che ho mai ascoltato a Sonda. Davide ha una capacità di scrittura davvero super, le sue canzoni sono originali, ben eseguite ed ottimamente registrare. Ballate catchy e sperimentazioni sempre azzeccate. Non solo, andatevi a vedere i suoi video: impeccabili come tutto il resto. Difficile, in generale, trovare prodotti italiani di questo livello, incredibile se si pensa che Davide ha solo 22 anni. Nonostante mi sia trovato di fronte a dei brani quasi perfetti, la sensazione è che Bosi non abbia per niente espresso tutto il suo potenziale.Talento vero. Spero davvero che i miei colleghi valutatori di Sonda, che nella vita sono produttori, discografici ed editori, gli diano una chance.
Un altro talento è sicuramente Giack Bazz. Anche lui singer/songwriter, anche lui capace di scrivere ottime canzoni e di eseguirle alla perfezione. Il tutto supportato da una voce fantastica che il ragazzo riesce a sfruttare al meglio. Si sente che ha qualcosa da dire, e riesce a farlo molto molto bene. Quando ho ascoltato per la prima volta la sua “Childhood dream” sono rimasto semplicemente folgorato. Un pezzo bellissimo ed emozionante, nella migliore tradizione dell’indie rock americano con cui sono cresciuto. Anche lui meriterebbe un’opportunità.
Un altro cantautore che mi ha impressionato è certamente A Tallboy. Il ragazzo ha un dono che hanno in pochi: riesce a scrivere ballate semplici ed essenziali, di quelle che rimangono in testa e non se ne vanno.
Ascoltatevi anche una sola volta la sua “Living in a Car” e vi ritroverete a fischiettarla senza accorgervene anche a giorni di distanza…
Infine, menzione per due bands. Prima di tutto Dea Dea, bravi a realizzare dei brani freschi e ben fatti in italiano, cercando di dire la loro nell’attuale scena musicale in modo originale e senza scimmiottare modelli troppo ingombranti. Tutto molto spontaneo e diretto, sia per quello che riguarda la musica che i testi. C’è davvero del buono. Se dobbiamo dirla tutta, il loro lavoro è, forse, un pochino acerbo. Ma anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una band molto giovane. La strada intrapresa è quella giusta.
Non sono acerbi, anzi danno l’impressione di aver ascoltato tanti dischi i Saint Lawrence Verge. Non si tratta di un gruppo che nasconde i propri riferimenti: la loro musica sembra un vero atto di amore verso la scena new wave/post-punk britannica degli anni 80. La loro “Wings of Oblivion” è una delle canzoni migliori che ho ascoltato attraverso Sonda. Ascoltatela, sono 5 minuti e mezzo strepitosi. E ve lo dice uno che di solito fa fatica ad ascoltare brani che durano più di 3 minuti…

Le scelte dei valutatori: Roberto Trinci

Roberto Trinci segnala alcuni degli iscritti a Sonda più interessanti tra quelli che sono stati lui attribuiti negli ultimi anni.

I Due Bugiardi
Ascoltando i brani risulta evidente che il progetto potrebbe avere buone possibilità di inserirsi nell’attuale mercato indipendente (penso a Picicca, Garrincha, Tempesta). L’originalità e l’approccio musicale al passo con i tempi sono senz’altro i punti di forza (e penso che il “live” possa essre coinvolgente e divertente). Un rischio che vedo è la ricerca della battuta a tutti i costi, il che è molto pericoloso perchè non c’è niente di peggio che un comico che non fa ridere. Come consiglio mi terrei più sull’ironia e sul surrealismo che sul battutismo vero e proprio. Comunque nel complesso una proposta interessante che lascia la curiosità di ascoltare altro materiale.

Na Isna
Fin dal primo ascolto devo dire che sono rimasto colpito molto favorevolmente.
L’incrocio tra canzone d’autore e rock è qui molto matura ed elegante.
Direi che questo progetto è certamente all’altezza dei migliori esponenti del genere e l’unica cosa necessaria è mantenersi fedele all’idea originaria senza cercare scorciatoie verso il mercato.
Il genere è ultimamente inflazionato ma chi ha le capacità di questa band ha il dovere di provarci. Gli inizi saranno magari un po’ duri ma continuando a crescere su questa strada penso che non mancheranno strutture interessate a lavorare con voi su questo progetto.

I Segreti Di Charlotte
Le due canzoni che ho ascoltato sono ben scritte. Sull’esecuzione si può senz’altro fare meglio in quanto è fin troppo minimale (ma va detto che questo spesso non rappresenta un problema).
Mi sembra di poter dire che ci sono tutte le possibilità di entrare in quella scena neo-cantautorale piuttosto attiva di cui si parla da tempo (dente, brunori, appino, dimartino)
La strada da seguire mi sembra quella della canzone Cecilia.
A questo punto il mio consiglio è di concentrarsi sul live, è solo così che ci si può procurare un reale pubblico. Poi etichette, editori e manager vengono dopo.
Una volta creato un repertorio che si mantenga su questi livelli il percorso potrebbe farsi interessante.

Giovanna Dazzi
Una cantautrice brava lontana dai difetti spesso riscontrabili nel cantautorato femminile (soprattutto una eccessiva concentrazione sul proprio ombelico). Giovanna scrive da tempo canzoni che in un mercato discografico normale troverebbero tranquillamente il loro posto nelle programmazioni radiofoniche. Solo l’attuale sovraffollamento di produzione e parallelamente il concentrarsi delle majors da una parte sui talent e dall’altra sui fenomeni indie o hip-hop già emersi fa sì che produzioni di questo tipo non abbiano la diffusione che meriterebbero.
Inoltre anche l’interpretazione è misurata e malgrado si tratti in fondo di pop italiano i richiami al mercato internazionale e alla tradizione rock e blues è sempre riscontrabile.
Certamente un nome da tenere d’occhio.

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band 50th anniversary

Dopo l’esperienza nel 2016 con “I Giardini del Duca (Bianco)”, concerto tributo a David Bowie nell’anno della sua scomparsa, anche nel 2017 il progetto Sonda è stato invitato a replicare con un nuovo tributo nella cornice dei Giardini Ducali di Modena, all’interno della rassegna I Giardini d’Estate 2017. Anche se per fortuna, anziché l’occasione di omaggiare un artista venuto a mancare, il pretesto è stato quello di festeggiare un compleanno: quello dei 50 anni di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, album chiave della carriera dei The Beatles e pietra miliare della musica pop. Dei tantissimi artisti iscritti a Sonda che hanno risposto alla chiamata, sono quattro quelli che sono saliti sul palco il 22 Luglio per suonare i loro brani originali e una cover dal disco dei quattro baronetti.

giulia olivariBNlowGiulia Olivari, ha scelto “She’s Leaving Home”
Cantautrice nata e cresciuta a Bologna, nel 2015 avvia il suo progetto solista e con il brano “Riso & Sangria” raggiunge la finale nei premi Bianca d’Aponte e Pierangelo Bertoli. Accompagnandosi con la sua chitarra, si muove in equilibrio tra la canzone d’autore e cantautorato pop.

 

 

edspotifyfanlowEd ha scelto “When I’m Sixty-Four”
Creatura musicale e alter-ego del modenese Marco Rossi, ED fa musica da solo o come band dal 2008, e ha all’attivo 4 album e 2 EP, oltre a decine e decine di date in Italia e all’Estero. Il suo cantautorato pop venato da atmosfere dream pop si richiama alla musica britannica degli anni ’60 e alla scena musicale americana degli anni ’90.

 

 

giack bazzBNlowGiack Bazz ha scelto “With a Little Help From My Friends”
Cantante, autore, polistrumentista, il modenese classe ’94 Federico Giacobazzi è un vero e proprio vulcano musicale: oltre al suo progetto solista, con cui propone un indie rock di matrice americana e che ha dato alle stampe l’album “Childhood Dream”, milita infatti anche nelle band Peter Piper e ZiqqurHat.

 

 

marschbnMarsch hanno scelto “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”
Quartetto riminese formatosi nel 2012, portano sul palco un alternative rock italiano energico e dalle tinte cupe, fatto di chitarre ruvide e ritmiche potenti. Hanno all’attivo un EP omonimo e un album (“Sul fondo delle acque”, 2015), oltre a decine di concerti in tutta Italia.

I live di Sonda visti da voi: Aabu

Aabu

Festa della Musica, Modena – 24/6/17. Main guest Les Enfants

AabulowLa “Festa della Musica” è ormai un appuntamento consolidato nel tempo. Suonare in occasione di questa ricorrenza è sempre un punto d’arrivo e di partenza. Gli Aabu, band bolognese che fa parte della scena di giovani band con testi in italiano e rock nelle ossa è stata chiamata per esibirsi in occasione della “Festa della Musica” a Modena: “Suonare in piazza è come suonare in un NON locale. Il NON locale per eccellenza. Le persone ti vivono con leggerezza, magari di fretta, con un orecchio chiuso e la bocca piena di parole. Ma quando vedi che qualcuno si ferma… Ecco. Quella è una conquista!”. Alla “Festa della Musica” può capitare di non conoscere chi suonerà come nome di punta ma questo non deve scoraggiare nessuno, nemmeno gli Aabu: “Gli headliner li conoscevamo poco. Solo di nome. Solo perché un paio degli Aabu guardano X Factor. Non troppo in linea con il nostro approccio alla musica, ma sicuramente interessanti da ascoltare”. Alla “Festa della Musica” non c’è un gestore da convincere o da amicarsi ma una piazza da riempire di musica: “Suonando in piazza non abbiamo dovuto confrontarci con nessun gestore, se non i proprietari degli stand. Di certo hanno ascoltato il concerto, visti i complimenti, direi che gli è anche piaciuto. I fonici sono stati molto in gamba a starci dietro. Con i Les Enfants solo un sorridente “Ciao- Ciao”. Il “mestiere” dell’apripista è un duro lavoro, perché quasi tutti aspettano di vedere il nome di punta, però a volte può succedere quello che non ti aspetti: “Il pubblico è stato decisamente attento e partecipe. Suonando in piazza ci aspettavamo solo un viavai di gente intenta a mangiare… Invece siamo riusciti addirittura a vendere qualche cd dopo il concerto. Uno l’abbiamo regalato a un bambino che ha ballato tutta la sera e ha inventato coreografie meravigliose sui nostri pezzi”. Inoltre, da queste esperienze si ritorna a casa sempre con un episodio da ricordare e raccontare: “Un aneddoto memorabile c’è stato. Durante il soundchek il proprietario del ristorante dietro al palco è venuto a lamentarsi con noi per i volumi con cui stavamo provando. Erano circa le 18.30. Alla fine del concerto è venuto a farci i complimenti!”. In occasioni come la “Festa della Musica” l’importante è anche divertirsi magari rimanendo in zona per ascoltare chi si esibirà dopo: “Scesi dal palco siamo rimasti ad ascoltare gli headliner, bevendo una birra e passeggiando tra gli stand della manifestazione. Ci siamo poi spostati per le vie del centro per vedere anche gli altri artisti presenti”. Insomma, la “Festa della Musica” è tutto questo ed altro ancora e gli Aabu c’erano.

I Live di Sonda visti da voi: Beggars on Highway

Beggars On Higway

Freakout Club (Ass. Perpetual Stain) 3/3/17. Main guest The Freeks

beggarsonhighway1low“Non era la prima volta che aprivamo il concerto di una band piú grossa”, ci racconta Mattia, chitarrista dei Beggars On Highway: “Grazie al nostro ultimo album ‘Onion Eaters’ siamo riusciti ad aprire il concerto di Phil Campbell, chitarrista dei Motörhead e mio personale eroe. Abbiamo condiviso il palco anche con i Duel, dei texani veramente incredibili compagni di etichetta dei The Freeks”. Ed è proprio nel bolognese Freakout Club che la band hard rock di Parma ha incontrato la formazione losangelina capitanata da Ruben Romano (Fu Manchu, Nebula). “Personalmente non conoscevamo la band fino a quando non ci è stata proposta la data, ma dopo pochi ascolti abbiamo capito che la serata avrebbe funzionato. Il pubblico ha risposto bene, ricevere complimenti a fine concerto da gente sconosciuta ti rende sempre felice, riceverli poi da chi ha suonato nei Fu Manchu ancora di piú!”. Un’affinità che non si è fermata solo alla musica, forse aiutata anche da uno strano caso di somiglianza: “Siamo rimasti al locale a bere coi ragazzi dei Freeks fino alla chiusura del locale”, prosegue Mattia, “E ricordo Ruben Romano cercare sul suo telefono la foto di un certo Scott Votaw, a detta sua il mio sosia che aveva suonato con lui nei Fu Manchu agli albori. La somiglianza era effettivamente palese, solo che io ho 25 anni e quella foto era stata scattata una ventina di anni prima!”. Nati nel 2010, i Beggars On Highway hanno all’arrivo un EP (“Hard, Loud and Alcoholic”, del 2012), un full lenght (“Onion Eaters”, del 2015) e sono attualmente al lavoro su un nuovo album che contano di registrare nel corso dell’anno: nuovi brani molto rock ma molto meno “standard”, che uniscano un carattere fresco ai canoni tipici del rock’n’roll, con l’obiettivo di raggiungere un pubblico sempre più ampio. “Parlare di band underground è sempre lodevole, personalmente se leggendo queste righe anche solo 10 persone che non ci conoscono andassero ad ascoltare la nostra musica sarebbe tutto di guadagnato”. E voi cosa aspettate? Andatevi a cercare i Beggars On Highway su YouTube e Spotify!

I live di Sonda visti da voi: Binge Drinkers

Binge Drinkers

Freakout Club (Ass. Perpetual Stain) 24/10/17. Main guest Mos Generator

Sonda_oAprire un concerto è un’esperienza che può tramutarsi nel disastro più completo o nella serata della vita. Quando poi suoni in un locale conosciuto la cosa si fa ancora più interessante. I Binge Drinkers hanno varcato la porta del Freakout con la voglia di spaccare il mondo: “Avevamo sentito nominare il Freakout da più di una persona, è un club molto conosciuto, però non ci avevamo mai suonato e non lo avevamo mai frequentato”. Il concerto di spalla è anche una seria opportunità per conoscere band affini al tuo genere musicale: “Non conoscevamo i Mos Generator. Grave errore direi, perché sono un’ottima band e di certo in linea con la nostra proposta”. Inoltre, la riuscita di un live dipende anche dall’atmosfera che si instaura tra artisti e gestori del locale, basta una parola di troppo o uno sguardo recepito negativamente per creare dissapori e problematiche, ma il più delle volte tutto questo non accade come ci confermano i Binge Drinkers: “L’atmosfera grazie anche ai ragazzi che gestiscono il Freakout, è stata molto piacevole, è andato tutto bene. Si sono dimostrati molto affabili e disponibili”. La risposta del pubblico è un altro fattore che determina la riuscita di un concerto: “La platea è stata molto attenta alla nostra esibizione, l’unico punto a sfavore, dovuto credo al giorno di esibizione (lunedì sera) era la scarsa affluenza. Ma di questo non si può certo incolpare Sonda, o i gestori del locale”. Per catturare l’attenzione di un pubblico che non ti conosce la scaletta è fondamentale come ci confermano i Binge: “Abbiamo cercato di concentrare nel poco tempo a disposizione (una mezz’oretta circa) il materiale più d’impatto, tralasciando i (pochi in realtà) pezzi più ragionati e lenti”. Infine dopo l’esibizione cosa c’è di meglio che fermarsi ad ascoltare altra musica: “Abbiamo visto le esibizioni di Black Hole e Mos Generator. Ottime entrambe e con una bella risposta energica da parte del pubblico”. Quindi qual è il giudizio ed il suggerimento dei Binge Drinkers: “Credo sia molto positivo il fatto di dare a delle band emergenti la possibilità di esibirsi in palchi che diversamente sarebbe impossibile calcare. Il tutto in forma gratuita. Quindi grazie, sappiate che vi sto facendo un’ottima pubblicità. Credo che come miglioria si potrebbe organizzare un festival in una buona venue con sole band locali”.

I live di Sonda visti da voi: Le Piccole Morti

Le Piccole Morti

Titty Twister (Ass.Perpetual Stain) 22/4/17. Main guest Ecstatic Vision

le piccole morti 2lowUn bilancio positivo con una nota amara: così si potrebbe sintetizzare la serata de Le Piccole Morti al Titty Twister, in apertura agli Ecstatic Vision, perché nelle parole del chitarrista Alex Cavani “il pubblico è stato molto scarso per tutto il corso dei concerti, gli opener hanno suonato davanti a praticamente nessuno e gli headliner davanti a forse venti persone… Per quel che ci riguarda siamo stati soddisfatti del concerto e contenti di aver conosciuto delle persone nuove, ma la mancanza quasi totale del pubblico si è fatta purtroppo sentire. Ma almeno un nuovo sostenitore tutte le band lo hanno guadagnato quella sera”. La band pavullese, nata dalle ceneri degli Old Scratchiness (che abbiamo recensito proprio su queste pagine), per quanto attiva sul territorio e con una buona esperienza live accanto a band locali, non si era mai cimentata sullo stesso palco di un artista straniero: “Non avevamo mai suonato prima di un gruppo straniero e affermato come gli Ecstatic Vision. E’ stato interessante vedere come si comporta una band così in una situazione tipicamente underground italiana. Non conoscevamo la band, ma abbiamo subito recuperato la loro discografia… I nostri stili differiscono per diversi motivi, ma ciò che ci lega e che si è percepito durante la serata è il gusto psichedelico dei brani, quindi ci siamo adattati bene l’uno all’altro. Anche l’altra band di apertura, i Drunken Crocodiles, anche se più duri e violenti hanno contribuito a creare il giusto clima”. In definitiva fatta eccezione per la scarsa affluenza di pubblico (forse, suggerisce Alex, dovuta a qualche errore nella promozione della serata) il bilancio de Le Piccole Morti per la serata si è chiuso in positivo, e non sono mancati diversi momenti curiosi: “Il nostro tentativo di comunicare in Inglese col cantante degli Ecstatic Vision, pur capendo pochissimo dal suo accento, il loro soundcheck, dove sempre lui si è avvicinato al fonico scansandolo e alzando tutti i potenziometri al massimo… Infatti il loro live è stato ad un volume tremendamente alto!”.

I live di Sonda visti da voi: Monolith

Monolith

Freakout Club (Ass. Perpetual Stain), 23/11/17. Main guest Stoned Jesus
monolithSi definiscono una band “non moderna”, i Monolith, anche se formata da relativamente poco tempo: come ci racconta Andrea “ci piace suonare dal vivo, e passare intere giornate nella nostra ‘Villa Monolith’ dispersa nel bosco pavullese a provare. Suoniamo rock ispirandoci a tutto quello che più ci piace del vecchio e nuovo panorama musicale, senza disprezzare niente in particolare”. Un entusiasmo per la musica che si è automaticamente esteso alla data bolognese, anche perché la band conosceva già molto bene gli Stoned Jesus, formazione stoner/doom/prog rock proveniente da Kiev, con cui hanno diviso il palco del Freakout Club. “Quando abbiamo saputo dell’apertura abbiamo fatto festa per una settimana! Il loro genere è in linea a quello che suoniamo, e avevamo comunque intenzione di andarli a vedere dal vivo… Quindi, come si dice, abbiamo preso due piccioni con una fava. E poi è stata un’occasione per suonare davanti a un mega-pubblico e a una band che ci piace, aver conosciuto gli Stoned Jesus – persone davvero mitiche e umili – ed avere raccolto un sacco di nuovi fan”. Mettendoci anche che la data è andata molto bene, con il locale pieno e il pubblico che trasmetteva energia ad ogni nota, il cocktail perfetto è servito. Non era comunque la prima volta che i Monolith hanno avuto occasione di aprire concerti in situazioni live importanti, ma la data con gli Stoned Jesus è stata quella che ha funzionato di più come trampolino di lancio: “Sonda ci ha letteralmente catapultati in un mondo di contatti e live che prima potevamo solo immaginarci”, continua Andrea, “Dall’apertura agli Stoned Jesus siamo arrivati a intraprendere un tour europeo in ottobre! Grazie a Sonda si ha la possibilità di farsi conoscere e farsi sentire e quindi alzare enormemente le possibilità di avere chances che contano per davvero”. Se come dicevamo all’inizio i Monolith suonano da relativamente poco tempo, sono però anche la testimonianza che gli sforzi e l’entusiasmo ripagano.

I live di Sonda visti da voi: Oscar di Mondogemello

Oscar di Mondogemello

Diagonal Club, 7/12/16. Main guest Bruno Belissimo

oscar_mondogemelloOscar di Mondogemello è andato in trasferta in quel di Forlì per esibirsi prima di Bruno Belissimo. “Conoscevo il Diagonal Club pur non essendoci mai andato, mentre non conoscevo la musica di Bruno Belissimo ma prima del concerto ho fatto qualche ricerca, scoprendo che abbiamo due stili molto differenti”. Una serata piacevole come ci conferma lo stesso Oscar: “È andato tutto liscio, i ragazzi del locale sono stati molto gentili e ho avuto una lunga chiacchierata con Bruno Belissimo. Mi fa sempre piacere confrontare le mie esperienze musicali con quelle di qualcuno che ne ha vissute più di me”. Oscar, però, non è rimasto del tutto soddisfatto dalla risposta del pubblico al suo live: “C’è stata molta indifferenza. Probabilmente perché nessuno mi conosceva, o perché il mio genere centrava veramente poco con quello di Bruno, o più semplicemente perché il pubblico non era lì per vedere me”. Indifferenza certamente non imputabile alla lista di brani preparata da Oscar: “La scaletta per me è abbastanza “obbligata”, cioè ho delle limitazioni tecniche per cui devo fare i pezzi sempre più o meno nello stesso ordine”. Dopo la sua apparizione Mondogemello ha preso una decisione: “Non sono rimasto nei paraggi perché, pur essendo una serata molto bella, non era il mio genere. Senza contare che c’era la nebbia, era l’una di notte e avevo due ore di macchina per tornare a casa”. A fronte della sua esperienza abbiamo chiesto a Oscar cosa ne pensa di questa iniziativa e qual è il suo suggerimento per migliorarla: “È tutto sommato una buona iniziativa, qualcosa potrebbe essere migliorato, ma non saprei dire che cosa. Probabilmente il rapporto che si crea tra gestore ed artista, in cui Sonda fa da mediatore, è strano. L’artista si sente come un imbucato ad una festa a cui non è stato invitato e il gestore si trova questo tizio in giro per il locale senza sapere chi sia, o che roba faccia esattamente. Una cosa che sicuramente si può e si deve cambiare è il pagamento dell’artista. “Zero euro” non sono giustificabili, sia da parte di Sonda sia da parte di un locale che 50 euro li può recuperare in 10 minuti. Per me “zero euro” sono una profonda mancanza di rispetto. Dovreste pensarci”.