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ALESSANDRO DEAN: Dio

Alessandro Dean afferma che si ispira ai Twentyone Pilots, Linkin Park, Rammstein, Joji e Sxrrxland. Bene, prendete questi nomi legateli insieme e cominciate l’ascolto del nuovo singolo Dio, la storia di una coppia che cresce in un orfanotrofio fino alla prima età adulta, quando il loro rapporto diventa “tossico”. Il pezzo s’infila nei disturbi mentali, il suicidio, l’abuso di sostanze, le relazioni di coppia che racchiudono la difficoltà (a volte) di interagire col prossimo. Un velo di dolore si stende sul brano ma alla fine un raggio di speranza si può intravedere all’orizzonte. A proposito del genere musicale, siamo dalle parti dell’alternative pop, trip hop, conscious rap ma anche altro.

ANDREA CAPPI MULTIBOX: Eleven tokens

Un progetto che cavalca i generi musicali dall’improvvisazione all’electro rock. Un disco che mette in tavola jazz moderno e rock dove un aspetto non prevarica sull’altro. Il progetto vede all’opera Andrea Cappi (tastiere e composizioni, il capitano della squadra), Emiliano Vernizzi (sax tenore ed effetti), Stefano Galassi (basso elettrico) e Riccardo Cocetti (batteria). Ogni componente arriva da precedenti e contemporanee esperienze artistiche che spaziano dai Molith Grows alle collaborazioni con Mario Biondi, Negramaro e Ligabue, fino alle docenze ai Conservatori di Parma e Cesena. Tornando al disco, che propone una scaletta di sei brani, c’è un tocco di velluto a coste che avvolge l’ascoltatore. Scatole musicali che chiudono o si aprono l’una sull’altra. L’album è stato concepito in pieno lockdown (primavera 2020) e sembra voler essere un cancello che si apre verso la fuga. Composizioni che scalpitano per respirare aria fresca, che vogliono sdraiarsi su un prato verde e osservare il cielo azzurro.

AperiDVO: EP

AperiDVO arriva ad un ep con quattro brani ad un anno di distanza dal primo singolo intitolato Different shapes. A dire il vero nell’ep compaiono due canzoni già pubblicati anche se in versioni differenti (“Forme diverse” e “Black bunny”). Tre pezzi sono stati registrati dall’ultima formazione live di L’Orca, mentre “Dance with me” appartiene al nuovo trio che ha già licenziato due singoli: “Change your mind” e Vattene via”. Da sottolineare che Sandro dei S.EM. Whisper suona la batteria in tre canzoni, mentre Samu è presente dietro piatti e tamburi nel quarto brano. Pezzi in italiano e inglese a dimostrazione del respiro internazionale del progetto, che dovrebbe emigrare per portare a termine il percorso iniziato.

ATOMI: Little Floating Oracles

Atomi (fate attenzione a dove mettete l’accento) è arrivato al suo primo album. Sette tracce di dark ambient, musica contemporanea, elettronica e sperimentazione. Un viaggio nella nascita di una nuova vita. Scritta così sembra la paranoia del recensore di turno, invece, Atomi ha cercato di tradurre in musica la crescita di un feto, definito come incarnazione fisica dell’essenza cosmica che incarna la conoscenza infinita di un oracolo. Dopo un brano che funge quasi da introduzione, l’ascoltatore viene preso per mano e condotto dentro la canzone più lunga del disco, Laniakea, 15 minuti di sonorità rarefatte, che danno l’idea della trasformazione di una vita. Musica che potrebbe accompagnare le immagini di un film di fantascienza che inquadra solo ed esclusivamente una nave spaziale in rotta verso l’infinito. Il viaggio continua fino ad arrivare ai vocalizzi di Giulia Bernardi, il feto è diventato un essere pensante. Atomi, emiliano-romagnolo ormai di base a Berlino, ha iniziato la sua peregrinazione. È l’astronauta di “2001 Odissea nello spazio”, è Hal 9000, è il monolite. È silicio allo stato puro.

BAINMASS: Moon Phases

Nuova pubblicazione per Bainmass, nato a Ercolano dove ha iniziato a suonare il basso e poi è rimasto folgorato dall’hip hop, decidendo di acquistare un campionatore e una montagna di vinili. Ex membro della Fetish Funk e 20 Dita Crew e recentemente Beatfonics, ha preso parte a diverse raccolte di beatmakers italiani. L’album si ispira all’idea di movimento, alle fasi che cambiando producono connessioni diverse. Un lavoro che copre uno spazio temporale di due anni. Hip hop strumentale. Rap senza rime. Funk dai bassi profondi. Old school che scruta la new school e decide di rimanere al calduccio di beat sicuri e potenti. Una colonna sonora per un film dove il protagonista si muove con passo felpato per le strade di una metropoli che conosce a menadito. Pochi scalini, una porta che si apre ed una pista da ballo dove scatenarsi. Al mixer c’è Bainmass con i suoi pezzi.

BINGE DRINKERS: Muerte – An apology of V acts

Perché si decide di fare musica? Perché si ascolta musica? Alla prima domanda, non essendo un musicista colui che scrive, è arduo rispondere, ma alla seconda, invece, colui che scrive può dire di cercare energia, emozioni, le risposte della vita, scoprire nuovi suoni, nuovi nomi, nuove scene, nuove tendenze. Visto, però, che conosco, musicalmente parlando, i Binge Drinkers da tempo, azzardo una risposta anche alla prima domanda. I Binge fanno musica perché si divertono e nel rock trovano il loro posto nel mondo. La riprova cristallina è questo nuovo ep, un concept che analizza la visione della morte secondo la cultura spagnola. Solo ai Binge Drinkers (il loro nome è già un programma), poteva venire in mente un concept di questa natura. Da Vignola alla conquista del Sud America e della Spagna con i Binge è un attimo. Suoni energici, potenza di fuoco e tanta adrenalina. Può bastare? Sì, può decisamente bastare.

CHIARA PELLONI: Eve

Chiara è una cantante jazz (e non solo). Si è diplomata con lode al Conservatorio Martini in Canto jazz, ha studiato con la cantante Deborah Carter in Spagna, ha vinto diversi premi ed una borsa di studio per partecipare al New York Voices International Vocal Jazz Camp in Germania. “Eve” è stato registrato nel 2021 e pubblicato quest’anno dalla Caligola Records. Il disco conta otto tracce una più emozionante dell’altra. Musiche delicate per una voce vellutata che ti porta a sognare ad occhi aperti. Un disco che nella grazia ha la sua chiave di lettura. Un album che ti rapisce con le sue sonorità, una tromba lontana, una voce che ti sussurra all’orecchio ed una batteria che suona in punta di piedi. Un viaggio a tappe (le canzoni) sui tasti di un pianoforte, con liriche in inglese (una eccezione con un brano in italiano), che ti accarezzano la pelle. Da ascoltare ripetutamente.

DABLUZ: Fuoco, fiamme, cenere – Hit – Koala

Dabluz è un rapper prestato al pop, o per meglio dire all’ITpop. Scrive, produce e pubblica senza interruzioni di sorta. Tra ultime uscite tre singoli: Hit, Koala e Fuoco, fiamme, cenere. Tre brani che sono le sue esperienze di vita, racconti che virano verso la trap, una visione a volte malinconica, con una voce che ti sussurra parole che diventano emozioni. Con Dabluz non c’è energia negativa ma solo buone vibes. Tre brani che si possono ascoltare a ripetizione senza annoiarsi mai. Dabluz si butta sul letto, finisce sulla riviera romagnola, si infila sotto le coperte. Non cerca il litigio, vuole volare sulle nuvole, cercando la luce e farsi scaldare dal sole. Itpop dai suoni giusti. Tre brani al passo coi tempi. Sembra poca cosa ma non lo è affatto. Tra Calcutta ed Anastasio.

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