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Category Archives: Gli ascolti di Sonda 2015

NERS: Silence brings life

Ners.copertina-okI Ners esistono dall’alba del nuovo millennio. Provengono da Reggio Emilia ed hanno nel cuore delle canzoni che sembrano un inno all’amore e alla vita. Già autori di alcune prove discografiche, giungono oggi, a qualche anno di distanza dal precedente lavoro, al nuovo album, “Silence brings life”. Non fatevi ingannare dalla foto in copertina che promette un bombardamento sulla vostra testa che può annientarvi, perché i Ners sono ancora (fortunatamente) ancorati a melodie zuccherine che ti entrano in circolo fin dal primo ascolto. Liriche in inglese (non può essere altrimenti), giri di chitarra da rifare nella propria cameretta e una attitudine che ricorda il pop rock d’alta classifica. “Little boy”, a metà del disco, scuote le fondamenta del progetto Ners ma è un guizzo di pochi minuti, perché già con il successivo “Night vibes”, i ragazzi si riappropriano di ballate per occhi innamorati. Un pianoforte diffonde le sue malinconiche note, una voce intona una struggente melodia, le lacrime cominciano a solcare il viso. Si aprono i fazzoletti. I Ners cantano la libertà. La loro libertà. La nostra libertà.

(Autoprodotto) CD

NEW COLOUR: New colour

new-colour-okChiunque creda che la soul music sia morta, non ha ancora sentito i New Colour. Quindi abbassate le luci, sbottonate la camicia e soffiate via la polvere dalla catenina d’oro, e mettete su questo disco (meglio se in compagnia… sapete cosa intendo). Questi otto bolognesi hanno infatti studiato bene la lezione dei grandi del passato, e conoscono a menadito gli stilemi del genere, tanto da riuscire a fondere in maniera originale il sound tipico delle più classiche produzioni Motown con le atmosfere morbide della tradizione northern soul: il risultato è un impasto gradevole e perfettamente funzionante, in cui un’ottima base musicale fa da sfondo agli intrecci delle tre voci femminili, per sei brani che scorrono piacevolmente nello stereo senza far mai scivolare il dito sul tasto skip. Una band imperdibile per gli amanti del genere, o per chi sta cercando l’atmosfera giusta per un salto nel passato.

(Autoprodotto) CD

THE CHICKEN QUEENS: Up from the grave

chicken-queens-ok“I Chicken Queens sono in due e di un basso non se ne fanno niente”: con questa breve e alquanto insolita descrizione si presenta questo power duo di Modena. A Matteo Capirossi e Luca Sernesi bastano infatti solo chitarra e batteria per scatenare il loro garage blues, che evidentemente si può fare tranquillamente in due, come hanno dimostrato bene i nostrani Bud Spencer Blues Explosion o ancora meglio i The Black Keys. Suoni ruvidi e primitivi, brani energici, ipnotici, dalle strutture ben equilibrate, un amore smisurato per il blues del Delta che si mischia con echi del più moderno indie. L’unico limite che si può trovare a questo “Up From The Grave” è che non riesce a catturare completamente l’energia della band dal vivo: l’assenza della componente improvvisata, impossibile da fermare su disco, l’eccessiva “pulizia” della registrazione, danno quasi l’impressione che i due abbiano il freno a mano tirato… E non per arrivare in derapata dritti sul palco.

(Autoprodotto) CD

DANI MALE: Smaila

dani-male-okSgombriamo subito il campo da facili paragoni, Dani Male non è il figlio illegittimo di Bugo ma piuttosto il nipote di Syd Barrett durante un trip chimico o il vicino di casa di Beck che ha scoperto un nuovo strumento dimenticato in soffitta. Dani Male arriva a questo album, “Smaila”, dopo aver imperversato con diverse produzioni musicali e lo fa con un disco sgangherato, dove per sgangherato s’intende pieno di guizzi e trovate sceniche degne di quei progetti artistici che possono diventare tutto d’un tratto il termine di paragone. Dani Male parla di tante cose in “Smaila”, facendo l’occhiolino alla psichedelia ma anche al grunge, al nonsense che diventa “sense”, cantando quasi svogliato o del tutto sopra le righe (bisogna poi capire dove è posizionata la riga), con quella naturalezza che non ci fa distinguere i fatti del quotidiano che dovrebbero farci inorridire. Tra i titoli “Vomito”, “Bolle di cartilagine” (canzone presente anche in “Sonda volume 3”), “Flanella”, “Vampira” e “Fuori c’è il sole”. Dani è un genio…….. del Male.

(Musica Sbagliata) CD

DELOSER: Viva la vita

deloser-okDalla fine del 2008 i Deloser macinano rock cantato in italiano. Debutto live alla Tenda di Modena, finalisti del concorso “Rock Targato Italia” (2011), primi classificati al “Cavezzo Rock Festival” e secondi all’Augusto Daolio (2010), i Deloser hanno pubblicato un primo cd autoprodotto nel 2012, intitolato “Destinazione libertà” ed oggi danno un seguito a quel disco con un cd ep con 5 tracce, “Viva la vita”. Nei brani presenti ci si tuffa in un rock ad ampio respiro con la possibilità di canticchiare insieme a loro subito dopo il primo ascolto. Divertimento e sano rock’n’roll per i quattro musicisti e per chi cerca dalla musica un momento di svago e divertimento senza finire nel più becero pop da pseudo classifica. Chitarroni e un cantato assai fluido sono le caratteristiche di “Viva la vita”, “Solo falsità”, “Come si fa”, “Noi non cambieremo” e “La ballata di Felix”. Echi di pop punk, rock e una ballata che non può mai mancare. Ascoltate i Deloser se siete giù di corda. Ritroverete la voglia di “vivere”.

(Autoprodotto) CD EP

DIVANOFOBIA: I fantasmi baciali

divanofobia-okI Divanofobia (da Bologna) arrivano al primo album ufficiale. Un disco che spazia tra i meandri del rock, dai Radiohead ai Verdena perché se d’improvviso dal mondo sparisse il caffè come potremmo continuare a vivere? Le soluzioni a questo dilemma possono essere infinite possibilità che partono da un punto centrale: “C’è l’acqua rappresa nei tessuti a strascico”. Questa affermazione ci porta ad una semplice domanda: “Ciao, come stai?”, perché probabilmente non hai più niente senza di lui, considerando che per essere il tuo capitano, confondermi per guidarti bisogna anche non farti corrompere dai tuoi genitori. Però vi scongiuriamo non sfilacciatevi ora terminazioni nervose, anche se vedo ma soprattutto ti sento in lontananza. I Divanofobia, capitanati da Andrea Lorenzoni sono i carbonari della musica cantautorale, sono i paladini della poesia nelle sette note, sono i sostenitori delle intime disgrazie, sono gli amici che vorresti al tuo fianco quando non vedi via d’uscita.

(Autoprodotto/A Buzz Supreme/Audioglobe)

FAKIR THONGS: Habanero

Fakir-ThongsHabanero-okUn gradito ritorno quello dei Fakir Thongs, quartetto modenese dedito allo stoner rock in salsa anni ’90 sporcato di atmosfere psichedeliche, che finalmente dà alle stampe il primo album – registrato con la supervisione di Enrico Prozac, storico fonico dello Studio Decibel di Sozzigalli – dopo la buona prova dell’EP d’esordio datato 2013. Dieci brani con cui la band riconferma la propria caratura artistica, con suoni compatti e brani quasi ipnotici, in costante equilibrio tra la melodicità del cantato e l’irruenza dei riff e delle ritmiche serrate, senza disdegnare qualche fuga elettronica come nel brano “Pledge”. Interessanti le strutture, che spesso all’interno dello stesso brano trovano soluzioni quasi progressive, destinate a stravolgere ogni aspettativa di ascolto. I Fakir Thongs hanno ben chiaro il proprio campo di azione, lo stesso che fu dei Kyuss e che ora è dei Queens Of The Stone Age, ne conoscono perfettamente le coordinate e non tradiranno la fiducia degli amanti del genere. Ascoltateli, e se vi piacciono su disco non perdete occasione di vederli dal vivo!

(Autoprodotto) Digitale

FREDDIE B: Il succo del discorso

Freddie-B-okFreddie B è una “vecchia” conoscenza dell’hip hop italiano. Un tempo era uno dei due mc di un trio (insieme al fratello) chiamato Ghettotre, oggi si presenta in prima persona con la forza di uno schiacciasassi. “Il succo del discorso” è la sua ultima fatica che si apre con i fantasmi di manovre politiche (“Intro”) per poi sgomitare tra rime ed attacchi frontali. Freddie B è stato visto ultimamente sul palco dell’Off in apertura a Ghemon e chi c’era racconta di un live energico e muscoloso, come muscoloso è questo album. La lingua affilata di Freddie si accompagna ad alcuni featuring: Rei aka Zero e Persa Fly in “Bla bla bla”, NCV in “Mani sulla testa”, La Dema in “Bang bang”, Bruce in “Dolce notte Italia” e Pregio in “Non si ferma mai”. Un paio di videoclip girano in Rete (vi consigliamo di vederli), per altrettanti singoli estratti dall’album, ma soprattutto date un orecchio a “Il succo del discorso”. Se amate l’hip hop, quello ruvido, cattivo e disturbante Freddie B è il vostro guru. Abbracciate le sue rime. Non ve ne pentirete.

(TRB Records) CD

GILVIAN: Gilvian

gilvian-okHa impiegato parecchio Roberto Ferrario, classe 1974, a dare alle stampe questo suo lavoro d’esordio. I brani che troviamo all’interno sono infatti frutto di un lavoro compositivo esteso su ben 7 anni, che finalmente il chitarrista pugliese trapiantato a Rimini ha deciso di fissare su disco assieme a due cover, Stalemate dei Motorpsycho e Swing dei Japan. E meno male! Perché il suo sound è veramente interessante, diviso tra batterie elettroniche, chitarre psichedeliche, sintetizzatori graffianti, melodie ipnotiche e mai scontate: un connubio di elementi che sfocia in un pop alternativo e scuro, venato di riferimenti anni ’90 e soluzioni industrial che ricordano spesso i Nine Inch Nails di Trent Reznor… anche se addolciti (parecchio addolciti). Altri riferimenti? Li troviamo nel suo nome d’arte, Gilvian, frutto della fusione tra i nomi di David Gilmour e David Silvian, due punti di riferimento per l’artista. In arrivo pare ci sia un EP, quindi restate sintonizzati.

(Autoprodotto) CD

GONE: Gone

gone-okLorenzo Lugli è Gone. Lorenzo Lugli è il chitarrista dei Vanamusae. Gone è il suo alter ego quando vuole portare a galla la sua anima più intimista. Lasciati i ruggiti della band di appartenenza, Gone si è appropriato delle tenebre e le ha avvolte alle dodici tracce che compongono il suo debutto sulla lunga distanza. Gone soffre le pene dell’inferno e trasmette il suo stato d’animo in questo disco così minimale che ad una ulteriore sottrazione sarebbe rimasto solo il silenzio. Alcuni passaggi vocali sono ancora da focalizzare al meglio mentre il sound risulta essere il perfetto partner delle parole. Lorenzo ha intitolato la traccia numero quattro con il suo nome d’arte, scelta che porta a pensare che sia impazzito del tutto. Invece Gone è fatto così, ama provocare con “10’”, o prenderci in giro con “Hai dei rimpianti?”. Gone è il progetto solista di Lorenzo Lugli che ama guardare le stelle e pensare di poter viaggiare nella Via Lattea. “Andrà tutto bene”, questa ne è “La prova”, perché “La ragazza con gli occhiali da sole” è sicura che “Gone” “Guarda avanti”. Forse troppo avanti.

(Autoprodotto) CD