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Le scelte dei valutatori: Roberto Trinci
Roberto Trinci
SPACCA IL SILENZIO
Nei due brani di questa band si percepisce un mondo cantautorale di grande sensibilità sia dal punto di vista dei testi (personali e non scontati) che nella parte musicale. Ho trovato particolarmente riuscito un brano come “Da questo muro”. Il problema potrebbe nascere pensando ad un possibile inserimento di un repertorio di questo tipo nell’attuale mercato musicale. Probabilmente le strade sono due:
1) continuare nell’attività live fino a crearsi un seguito tale da interessare almeno le etichette indipendenti;
2) trovare un brano più radiofonico che possa aprire le strade verso i network e verso le multinazionali. In questi pezzi c’è molta qualità ma forse manca un brano che sia di immediata presa e che permetta di saltare la lunga gavetta di un percorso “live”. Un progetto comunque interessante che merita di essere portato avanti.
GIACOMO CANTELLI
Un progetto interessante questo del giovane cantautore emiliano. Due brani come “Tenebre e Crocifissi Piegati dal Vento” sono due tra le cose migliori ascoltate in vari anni di SONDA. Sia gli arrangiamenti che lo sviluppo dei testi mi sembrano riusciti e con una loro originalità restando però in un ambito con possibilità anche commerciali. è una forma di cantautorato moderno, ancora un po’ da “raffinare” ma certamente superiore alla media dei demo che girano. Un problema potrebbe essere la sovrappopolazione di cantautori emergenti in questo momento, per cui il progetto potrebbe trovare qualche difficoltà a farsi notare.
In casi come questo il continuare a scrivere e confrontarsi con un pubblico reale (anche se magari solo locale) sono indispensabili alla crescita, ma senza dubbio vale la pena provarci.
MANGIARICOTTA
E’ evidente, fin dal primo ascolto dei brani, che si tratta di un progetto molto particolare ma anche piuttosto interessante. Sia a livello di testi sia per le atmosfere musicali mi sembra che la proposta non si limiti ad essere distruttiva (come sembra in prima battuta) ma riesce, invece, a costruire qualcosa di personale e di riuscito.
Mi sembra che un progetto di questo tipo potrebbe trovare il suo spazio anche nell’affollato mondo indipendente attuale. è chiaro che non è dal mainstream che un lavoro come questo potrà partire (networks radiofonici e majors sono lontane) ma oggi si può partire anche dal basso, se la proposta è originale, e se chi la porta avanti ci crede veramente (come artisti del calibro dei Tre Allegri Ragazzi Morti o Luci della Centrale Elettrica hanno dimostrato). Importante sarebbe, pur mantenendo l’originalità dell’approccio, focalizzarsi un po’ di più anche sulla forma canzone (magari riveduta e corretta).
Roberto Trinci Laureatosi nel 1991 con il massimo dei voti ed una tesi sull’utilizzo delle perversioni sessuali nel marketing discografico, consegue un Master in Business Comunication presso Cà Foscari e dal '94 inizia a lavorare come band manager per Elio e leStorie Tese e label manager di Casi Umani, Psycho Records, Casasonica. Head of A&Rin BMG Music Publishing dal 1997, nel 2005 diventa Direttore Artistico di EMI Publishing Italia, oggi Sony/emi Publishing. Ha firmato e scoperto, tra gli altri: TARM, Subsonica, Baustelle, Dente, Zen Circus, Il Pan del Diavolo, Perturbazione.
Le scelte dei valutatori: Marcello Balestra
Marcello Balestra
“Premetto che quando ascolto un progetto o un artista a me non noto, non mi documento mai su biografia o in rete, per la sola ragione che mi piace essere sorpreso da ciò che ascolto.”
EMILIANO MAZZONI
Il panorama cantautorale italiano sta cambiando i suoi riferimenti ed ogni tanto ci si imbatte in qualcuno che, senza nulla togliere ai “maestri”, si racconta canzone su canzone cercando di fare la sua strada, che sia lunga o breve, in salita o veloce, quasi ignorando la realtà circostante, ma dando importanza e spazio a quella interiore. Forse è il caso di Emiliano Mazzoni giovane cantautore che vocalmente crea interesse in chi ascolta le sue canzoni. Il suono della voce e il suo incedere lento ma risoluto, fanno chiaramente immaginare ciò che racconta e che sicuramente ha vissuto almeno nella sua anima. Un lupo solitario e sognatore che utilizza bene la divisione delle parole e che, anche solo con piano e voce, riesce a creare un piccolo mondo molto affascinante e curioso. La scrittura prevalentemente minimalista, gira attorno a poche parole come scolpite nella roccia, ma con estrema delicatezza non si dilunga in ripetizioni tipiche della canzone pop. Un artista che sta cercando di esprimere sentimenti molto intimi attraverso rare metafore e pochissime sovrastrutture, come se si potessero aggiungere in versioni future, ma che per ora non servono. Una scrittura la sua, diversa dallo standard ma concreta allo stesso tempo. Resta un velo di leggera malinconia o di tristezza che rende il tutto simile ma anche riconoscibile e riconducibile ad una personalità precisa. Un artigiano della canzone d’autore italiana, che non cerca riferimenti né attuali né del passato, ma sembra voler trasmettere onestà creativa e sapori veri, lasciando aggiungere all’ascoltatore quello che potrebbe mancare in termini di arrangiamento o di suono, della serie che “non è un fatto tecnologico se ho deciso di mettere poche cose che non facciano male alle mie canzoni”.
SMANIA UAGLIUNS
Degli Smania Uagliuns ho ascoltato due brani che trovo di fine ironia, di intensità convincente e concreta, oltre a racchiudere una libertà espressiva consona del rap, ma musicalmente colta ed intrigante. Della scrittura mi ha colpito molto il linguaggio e l’uso della musicalità delle parole, oltre alla missione espressa nelle due canzoni sul senso civile e sociale dei temi trattati.
Ho riscontrato anche una chiarezza e un bel carattere vocale e verbale, che non cercano di piacere all’ascoltatore. Armonicamente, nonostante siano brani lineari, sono il frutto di una buona ricerca di elementi da aggiungere all’arrangiamento che li rendano sempre affascinanti, anche nelle ripetizioni degli incisi. Qualche sprazzo princiniano che fa bene allo stile e al gusto, aggiunge sapore alla missione testuale.
Una band tra il rap e il pop demenziale, che lascia sempre qualcosa su cui riflettere o da canticchiare, senza l’ambizione di raccontare storie esclusive, ma situazioni comuni e contemporanee. Gli Smania Uagliuns producono i loro brani con un suono basico ma sufficiente per mettere in evidenza la sostanza del messaggio.
Una band che colpisce per creatività e per coerenza del repertorio, elementi che sommati ad un buon live e alla coerenza comunicativa (brani, testi, immagine ed espressività) possono diventare, insieme alla naturale evoluzione tipica delle band, un progetto credibile, duraturo e di riferimento.
THE ASHMAN
Fuori dai canoni dell’ascoltatore medio spesso trovo formazioni che prediligono avvolgere chi ascolta con magia e semplicità. The Ashman è un progetto sonoro-vocale dal grandissimo fascino, un rock minimale capace di creare l’attesa di esplosioni sonore che forse non arriveranno mai, ma proprio per questo resti lì ad aspettare che arrivino e ti coinvolgano ancor di più. Il mood generale del progetto rimane “alto” e unico, coinvolgente, sognante e molto libero, quasi “fumato”, proiettato verso orizzonti immaginari, sottofondo di filmati non urbani, quasi ultraterreni. Strutture slegate dalla forma canzone e dalla forma racconto, ma non da quella dell’esperienza da vivere, rivivere o da far vivere e rivivere. Un viaggio a pelo d’acqua ad alta velocità che tiene altissima l’adrenalina seppur con suoni ed effetti suonati, sussurrati ed easy listening. Anche la vocalità prende uno spazio misurato all’interno del viaggio sonoro, che anche se potrebbe prendere il sopravvento, resta a fianco dei compagni d’avventura, senza guidare ma tenendoli per mano. Fascino, immaginazione, gusto, poesia musicale e melodie misurate ed efficaci, sono gli elementi principali di un progetto che indica la strada definita e definitiva di una band che guarda altrove, che con leggera nostalgia mostra la propria natura “serenamente alternativa”. L’atmosfera è immediatamente riconoscibile e, in generale, i brani sono godibili e coerenti. La sensazione resta comunque quella che anche con pochissimi strumenti The Ashman possano emozionare, rendere visibile l’invisibile, affabulare con gusto e dare spazio all’immaginazione, a quella libera che solo in pochi momenti ci si può permettere di avere.
Marcello Balestra Autore e compositore, laureato in legge con una tesi sul Diritto d’autore. L’inizio della sua carriera nell’industria musicale è legato a Lucio Dalla: Balestra è stato tour manager del cantautore bolognese nel periodo ‘86-’88 poi nel tour mondiale Dalla-Morandi ‘88-’89. Nello stesso anno diventa responsabile editoriale,artistico e legale dell’etichetta Pressing, sempre con Dalla, e delle Edizioni Assist. Fino al 2000 è docente universitario in Diritto d’autore e Discografia ESE, poi inizia a collaborare con la casa discografica CGD. Dal 2004 al 2013 è in Warner Music Italia.
Grazia Cinquetti: crowdfunding per il nuovo cd
Incontri con i valutatori 2014
Il Centro Musica ripropone quest’anno gli incontri con i valutatori del progetto Sonda. La nostra intenzione è quella di portare a conoscenza degli iscritti di Sonda, e più in generale dei musicisti interessati, le varie figure professionali della filiera musicale. I valutatori di Sonda coprono i diversi aspetti del mercato musicale e possono fugare ogni dubbio o perplessità nel loro specifico campo professionale.
Gli incontri, rivolti principalmente e musicisti e gruppi musicali, sono aperti a tutti.
Si svolgeranno di pomeriggio e ruoteranno principalmente attorno agli ascolti dei brani; tutti potranno far sentire un proprio brano e avere una sorta di ‘report’ in diretta dai valutatori.
• 12 aprile 2014, dalle 14 alle 18
Incontro con Luca Fantacone (direttore marketing Sony Music); Roberto Trinci (Head of A&R Sony/EMI Publishing)
• 1 marzo 2014, dalle 14 alle 18
Incontro con Daniele Rumori (Direttore artistico Covo Club)
• 25 gennaio 2014, dalle 14 alle 18
Incontro con Marcello Balestra (Produttore-editore musicale); Marco Bertoni (Produttore, musicista); Carlo Bertotti (Produttore, autore); Giampiero Bigazzi (Discografico Materiali Sonori, musicista).
Gli incontri si terranno presso il Centro Musica (Via Due Canali Sud 3 – Modena) dalle 14 alle 18.
Ingresso gratuito.
Gli artisti di Sonda sul palco del Capodanno Modenese 2014
Tre bands di Sonda – Settembre Adesso, Soul Stirring Sound, Ex Presidenti – apriranno il concerto di Capodanno il 31 dicembre sul palco di Piazza Grande a Modena, a partire dalle ore 22.30.
Alle 23.30 Paolo Belli in concerto.
Alesya – Dolce Pioggia
Alesya esce con il nuovo singolo Dolce pioggia.
Dopo il debutto estivo con Notte Elettrica arriva in radio dal 15 novembre il nuovo singolo Dolce Pioggia, una rock ballad recentemente presentata nell’ambito del Pinktober all’Hard Rock Cafè di Firenze.
Il brano è stato scritto da Alesya , registrato e mixato alla Barchessa Bolivar di Rubiera (RE) da Marco Montanari che ha anche suonato le chitarre e curato la produzione artistica, con la collaborazione di Alessandro Costoli al basso e Gabriele Ferrari alla batteria.
I partner, i locali: DIAGONAL LOFT CLUB
Al Diagonal Loft Club hanno suonato tra gli altri: Matt Elliott, The Dub Sync, Little Dragon, Subsonica, Marco Parente, Gala Drop, Paolo Benvegnù, Like a Stuntman, Oh No Ono, Manuel Agnelli, Le Luci della Centrale Elettrica. Ha una capienza di 200 posti e si trova in viale Salinatore 101 a Forlì. Per informazioni: info@diagonaloftclub.it – tel. 338.3269866.
“Il Diagonal Loft Club nasce nel dicembre del ‘95 da un pezzetto degli ‘attivisti’ che organizzavano le serate Ex-Machina a Forlì. Era una specie di collettivo informale in cerca di un luogo proprio. Così alcuni di questi ragazzi ristrutturarono e misero a norma gli spazi che ancora oggi sono quelli del Diagonal Loft Club. In origine la forma societaria era la cooperativa e il locale fu affiliato all’ARCI. Nonostante i parecchi cambiamenti di personale e di gestione avvenuti in quasi 17 anni di attività, il Diagonal Loft Club è sostanzialmente rimasto fedele alla visione (e missione) di allora”, ci dice con entusiasmo Davide Fabbri, che prosegue: “Dal punto di vista – diciamo così – oggettivo ci sono alcune caratteristiche del locale che limitano l’organico delle band a 4/5 persone e che scoraggiano dall’ospitare gruppi con eccessivo volume dal palco. Se a questo aggiungiamo la particolare predilezione dello staff per le sonorità elettroniche, viene fuori una programmazione orientata su piccole band con un’importante (ma non esclusiva) componente tecnologica/elettronica. Cerchiamo di portare sul nostro palco gruppi stranieri in tour in Italia, che molto spesso hanno le caratteristiche appena menzionate. Poi, ovvio, capita che ci innamoriamo anche di progetti folk particolari e altre situazioni più comuni”. Davide, dal canto suo, ha ovviamente una visione di cosa significhi ‘direzione artistica’: “è una questione delicata, direi che la vivo come un totale arbitrio dalla forte ricaduta politica. Posso affermare che reputo riuscita una scelta artistica quando tutti (band, pubblico, tecnici, baristi, ecc.) sono felici di quello che sta accadendo e nel modo in cui accade. Credo che la direzione artistica di un posto come il nostro abbia tanto a che fare con la diplomazia e la capacità di mediazione quanto con la visione e l’azzardo”. Una sua disamina sul mondo dei live è saldamente ancorata alla realtà: “Pensando in generale mi viene da dire che la proliferazione di band, booking, etichette e promoter abbia sfilacciato e livellato verso il basso tutta la questione, perlomeno per quanto riguarda spazi come il nostro. è molto bello avere a che fare con la musica in qualche modo, questo lo capisco bene, ma non è perché hai un indirizzario che sei un promoter, o perché ti prestano una stanza in un circolo che diventi un locale. Questo solo per dire che di situazioni a costo zero rette esclusivamente sulla buona volontà ne abbiamo viste nascere e morire parecchie. Quello chiamato il business dei live è una cosa complessa che va dalla dotazione tecnica ai permessi per gli spettacoli, passando naturalmente dal compenso degli artisti al biglietto d’ingresso (il Diagonal Loft Club è a ingresso gratuito da sempre), fino alla richiesta di finanziamenti. La questione strettamente economica invece è alquanto semplice, ci sono pochi soldi. E questo lo sanno tutti. Ma mettere gli artisti nelle condizioni di fare un bel live, avendo cura di loro può, in qualche modo, compensare quello che economicamente è venuto a mancare nel tempo”. Infine ci cita due locali degni di nota: “Starei in zona e dico Area Sismica e Clandestino”.
Un grande concerto è stato sicuramente quello dei portoghesi Gala Drop qualche mese fa, band incredibile, con tanto di sigarette accese sul palco (in Portogallo è ancora ammesso) e rimozione del furgone per divieto di sosta. Fu pessimo, invece, quando due artisti italiani più che navigati (non farò nomi) si lamentarono del chiacchiericcio del nostro pubblico, così poco “rispettoso” della loro maestria.
I partner, i locali: COVO CLUB
Il Covo Club è in viale Zagabria 1 a Bologna. Ha una capienza di 270 spettatori e si può contattare alla pagina www.covoclub.it www.facebook.com/ilcovoclub. Tra gli artisti più importanti che hanno calcato il suo palco: The XX, Mumford & Sons, The Libertines, Gossip, Refused, Decemberists, Franz Ferdinand, Animal Collective, Mogwai, Black Lips, The Drums, Godspeed You Black Emperor, Trail Of Dead, Mars Volta, Afterhours, Subsonica, Broken Social Scene, Beach House, Teenage Fan Club, Superfurry Animals, Jay Reatard. I sold out più clamorosi, quelli in cui la gente ha iniziato ad arrivare dal pomeriggio, sono stati quelli di The XX, Blood Brothers, The Brian Jonestown Massacre, Baustelle, Le Luci della Centrale Elettrica, Shout Out Louds, Clap Your Hands Say Yeah, Franz Ferdinand, The Go Team, The Organ, Long Blondes, Xiu Xiu, Calla e recentemente la serata dedicata a Manchester con Peter Hook dei Joy Division/New Order e Mike Joyce dei The Smiths.
“Il Covo nasce nel 1980 come un ritrovo di ragazzi di un quartiere difficile, come era San Donato a Bologna. Si usciva dagli anni 70 e mentre si scopriva il punk rock, nella periferia si diffondeva anche l’eroina. Il Casalone diventò da subito un rifugio per un gruppo di ragazzi che pensava che c’era un modo migliore di ‘evadere’ dalla difficoltà della vita di periferia rispetto alla droga. Piano piano il ritrovo di quartiere ha cominciato a diventare una meta per tutti i creativi della città, poi una istituzione culturale di Bologna ed infine un club conosciuto in tutta Europa. Noi amiamo dire che il Covo esiste da più di trenta anni ed ha una gestione continuativa. Ancora oggi i due fondatori del Club, Yanez e Dedu, oltre ad essere dj residents, rimangono un punto di riferimento importante per noi che gestiamo il locale ora”, ci racconta il Comitato Direttivo del club, aggiungendo: “C’e un lavoro di ricerca continua, compriamo una marea di dischi e di riviste musicali di tutto il mondo e non ci stanchiamo mai di scoprire gruppi nuovi. Questo perché da sempre il Covo cerca di proporre il meglio della scena rock indipendente/alternativa e non possiamo non essere sempre super aggiornati. Solo in questo modo siamo riusciti a regalare al nostro pubblico alcune chicche, gruppi che hanno suonato da noi poco prima di esplodere in tutto il mondo come Mumford & Sons, The Libertines, Franz Ferdinand, Beach House, Gossip o Animal Collective. Tutto questo senza dimenticarsi che il nostro è un locale di dimensioni molto ridotte e tanti dei nostri concerti sono così diventati storici”. Sull’aspetto della direzione artistica ecco il loro pensiero: “Sappiamo che possiamo sembrare presuntuosi, ma più di trenta anni di storia pesano molto sulle nostre spalle. Per questo pensiamo che la direzione artistica di un locale come il Covo sia una responsabilità enorme”. Il Comitato è anche ben sicuro sul consiglio da dare ad un giovane artista che voglia suonare al Covo: “Esibirsi da noi è sicuramente un trampolino di lancio, ma anche un piccolo punto di arrivo. Quindi, quando si ha l’opportunità di suonare qui, ci vuole una proposta musicale valida, una grande motivazione e soprattutto una forte identità”. Sulle carenze del locale il Direttivo è unanime: “Al Covo manca almeno un metro di larghezza in più nella sala concerti… Ci fosse quello sfioreremmo la perfezione” e mentre sorridono ci consigliano anche altri club: “Una doverosa citazione per l’Estragon, con cui collaboriamo da anni, dove lavorano persone con un livello di professionalità davvero straordinario. Invece in Italia sono da citare lo Spazio 211 a Torino e il Circolo degli Artisti a Roma, dove spesso passano gruppi che fanno tappa anche da noi”. Infine scatta un paragone: “Sicuramente un locale come il Covo funzionerebbe meglio in città come Londra, Berlino, Parigi, New York o San Francisco. Potrebbe essere aperto sette giorni a settimana e permettersi una programmazione davvero unica. Ma onestamente siamo felici di essere a Bologna, che da un punto di vista musicale è sempre stata all’avanguardia e che non ha nulla da invidiare a città di pari dimensione nel resto del mondo”.
Richieste insolite ce ne sono state tante, ma onestamente niente di veramente incredibile… Forse perché con gli anni ci siamo abituati anche ai rider più inconsueti. Un episodio curioso è successo quando hanno suonato da noi i The Fall di Mark E. Smith. A quanto pare il giorno prima Mark litigò con il suo tour manager, che per scusarsi con il suo artista ci telefonò chiedendo di far trovare un mazzo di rose in camerino. Sul versante dei bei ricordi è bello rammentare due concerti storici come quelli di Teenage Fanclub e Spoon, gruppi che davvero, anche nel momento in cui hanno suonato qui, non era facile vedere in un locale così piccolo. Due concerti indimenticabili, con la sensazione di avere avuto davvero delle vere rockstar sul palco. Con dispiacere ne ricordiamo due che non ci sono mai stati, quelli di We Were Promised Jetpacks e di Leisure Society. Dovevano suonare al Covo nel weekend in cui abbiamo ricevuto la terrificante notizia della scomparsa del nostro socio Max, per anni anima di questo club.
I partner, i locali: CALAMITA
Il Calamita è ubicato in Via Tornara a Cavriago (RE), ha una capienza di circa 200 spettatori e per raggiungerlo, una volta arrivati in paese è sufficiente seguire le indicazioni per “La Cremeria”, che è il centro di formazione proprio di fianco al locale. Tra gli artisti che sono saliti sul suo palco è doveroso ricordare: Morgan dei Bluvertigo, Baustelle, Cristina Donà, Bugo, Offlaga Disco Pax, Marta Sui Tubi, Lydia Lunch, Faust, Howe Gelb, Teatro Degli Orrori, Dente, Diaframma e Malfunk. Tutti questi nomi hanno fatto il sold out, in particolare gli Offlaga nel 2010 e Cristina Donà nel 2003: in entrambi i casi non si riusciva a metter piede al Calamita dal fitto di gente che c’era.
“Il Calamita nasce alla fine del 1997 su un’iniziativa di alcuni ragazzi con la passione per la musica, alcuni musicisti e altri semplicemente appassionati, che decidono di formare un circolo, questo grazie anche al comune di Cavriago che mise a disposizione lo spazio del centro giovani e all’appoggio della Pro Music di Vezzano s/c che portò le attrezzature per creare un circolo esclusivamente per musica dal vivo. Grazie alla passione mai diminuita, il Calamita è diventato, negli anni, un punto di riferimento per la musica dal vivo non solo per la provincia di Reggio, ma anche per la regione e non solo”, ci racconta con trasporto Davide Fontanili, che prosegue: “Gli artisti che sono in cartellone al Calamita sono scelti da un’apposita direzione artistica, in collaborazione con la webzine Kalporz.com. Da ormai 9 anni la programmazione si concentra su musica originale, quindi evitiamo le cover band e quelle che omaggiano un artista, concentrandoci sul panorama indie-rock italiano e straniero”. Davide alla domanda di cosa significhi direzione artistica è molto sintetico, a ragion veduta: “La direzione artistica del Calamita, una volta decisa la linea con il direttivo del circolo, seleziona le varie proposte che giungono copiose al locale”. Davide è anche disposto a dare un consiglio agli artisti che volessero proporsi come attrazione per una serata nel locale di Cavriago: “Innanzitutto devono fare musica originale, o al massimo cover molto personalizzate, oppure iscriversi al concorso ‘Premio A.Daolio’ che si tiene al Calamita da 18 anni grazie Comune di Cavriago e all’Arci provinciale” e poi con passione ci racconta che “Per noi non è mai stato un business, ma una vera e propria passione nei confronti della musica che ci ha spronato ad andare avanti anche quando il periodo, come negli ultimi anni, non è certamente dei migliori. Pensando a una mancanza del locale mi viene in mente subito la sua capienza, ma forse anche no. Ovvero il fatto di essere piccolo e intimo è uno dei suoi punti di forza, ma se ci fosse più capienza si potrebbero fare anche artisti che attualmente non possiamo permetterci per questioni di budget”. Davide ci tiene a consigliarci anche un paio di locali: “Un club come il Fuori Orario non si può non menzionare e consigliare e poi trovo molto interessante la programmazione di un circolo ARCI in provincia di Treviso, il New Age, che ha un calendario molto simile al nostro ma con alcuni artisti famosi in più”.
Lo storico gruppo tedesco di kraut-rock “Faust” è stato al Calamita nel 2007 e cosa buffa, ma anche preoccupante, durante il concerto ha acceso un flessibile tagliando della lamiera con una cascata di scintille che scendeva sul pubblico e sugli arredi del locale. Potete immaginare l’ansia che ci assalì tutti quanti ma fortunatamente non successe niente di tragico o drammatico. Tra i tantissimi concerti che sono passati per il Calamita, ne ricordo molti con piacere ed altri che non mi sono piaciuti per niente, ma evito di fare nomi.
I partner, i locali: BRONSON
Il Bronson si trova in via Cella, 50 a Madonna dell’Albero in provincia di Ravenna. Ha una capienza di 400 spettatori. Tra i festival ospitati ci sono: Passatelli In Bronson, Transmissions, Weird Tales, Beaches Brew. Tra i sold-out figurano: Kula Shaker, Patrick Wolf, Alt-j, Verdena, The Tallest Man On Earth. Tra i concerti di rilievo: Anna Calvi, Shout Out Louds, Dente, Olafur Arnalds, Motorpsycho, Tinariwen, Tito and Tarantula, Micah P. Hinson, The Notwist, Joanna Newsom.
Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.bronsonproduzioni.com, scrivere a info@bronsonproduzioni.com, o telefonare alla info line 333.2097141. Facebook: Bronson Twitter: @bronsonprod