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I live di Sonda visti da voi: Barone Lamberto

Barone Lamberto.
Giardinner (MO), 21/6/2018. Main guest Ghemon

L’estate è il periodo dell’amore e “Giardinner” è l’amore per la musica. Il Barone Lamberto nel suo girovagare di città in città è arrivato nel luogo dell’amore: “Non avevo mai avuto occasione di suonare ai Giardini Ducali e devo dire che è un posto meraviglioso, una location davvero suggestiva. “Giardinner” lo conoscevo già perché ho un amico tra gli organizzatori”. Ghemon e Barone Lamberto un incontro che può sembrare lontano anni luce ma che invece è più vicino di quanto si possa pensare: “Ammetto che conoscevo Ghemon solo per sentito dire. Così prima della data sono andato ad ascoltare le sue cose. Ho riconosciuto una certa attitudine alla sperimentazione che potrebbe accomunarci al di là degli elementi stilistici che contraddistinguono le nostre rispettive proposte. Sicuramente c’è l’utilizzo del rap che però va verso altre direzioni”. Differenze stilistiche a parte, come si è trovato il Barone Lamberto a “Giardinner”: “Sia Ghemon sia i gestori sono stati gentili ed accoglienti. Ho avuto modo di confrontarmi con l’artista che mi ha preceduto in scaletta e con alcuni dei musicisti di Ghemon alla fine dell’esibizione. L’atmosfera era molto gradevole, rilassata e abbiamo chiacchierato a proposito di tour e aneddoti legati ad esperienze comuni”. Anche questo arricchisce il bagaglio d’esperienza che se poi si unisce ad una buona risposta del pubblico tutto sembra perfetto: “Sono piuttosto soddisfatto. In platea c’erano diversi amici e conoscenti davanti a cui, difficilmente, mi capita di esibirmi essendo abituato a suonare spesso fuori regione”. Oggi nel mondo dei social una esibizione può generare like come ci conferma il Barone Lamberto: “Come quasi sempre accade, dopo il concerto ho avuto nuovi like e followers sui miei profili social. La mia speranza è che queste persone continuino a seguirmi sia sul web che dal vivo”. Quindi tra followers e i “mi piace” è plausibile che ci sia un qualcosa da tramandare ai posteri: “Di aneddoti memorabili non ce ne sono stati ma in linea generale la serata è stata un successo”. Dalle stelle (di un successo) alle stalle (di una critica): “Quella di Sonda è un’ottima iniziativa ma, a parere mio, ci sono state due grosse pecche: la prima sta nel non aver corrisposto un cachet minimo, un rimborso spese, agli artisti che si sono esibiti. Per quanto ci riguarda, avendo il batterista che veniva da Rimini e il bassista da Sant’Ilario d’Enza abbiamo praticamente pagato per suonare e questo non è molto professionale. La seconda è che non ci sono stati forniti buoni pasto, o consumazioni di sorta, altra cosa che di solito insieme al cachet è di uso comune corrispondere ai musicisti. Adottando questo tipo di politica il rischio è quello di crescere una generazione di artisti che non vede ripagato il proprio impegno, non dà il giusto valore a quello che fa e crede che sia giusto esibirsi gratuitamente”.

Le scelte dei valutatori: Gabriele Minelli

Gabriele Minelli segnala alcuni degli iscritti a Sonda più interessanti tra quelli che sono stati lui attribuiti negli ultimi anni.

Un breve doveroso preambolo: stilare graduatorie non è esattamente il mio mestiere, né tantomeno una pratica che mi renda particolarmente felice esercitare. Ovviamente di tanto in tanto si rende necessario farlo; ma, soprattutto in questo caso, prevalgono comunque il piacere e la curiosità di avere a che fare con i ragazzi, tante piccole realtà che credono fermamente nella propria musica e che mi danno la possibilità di confrontarmi con il “paese reale” là fuori. Veniamo ora alle scelte.

Her Skin
Senza ombra di dubbio la cosa migliore ascoltata in questi anni di Sonda! Sara è una songwriter già formata, che non ha il timore di nascondere le influenze che guidano la propria scrittura. Il fatto che si ispiri a un repertorio, quello dell’indie folk soprattutto di matrice americana, e che è uno dei miei preferiti, è solo incidentalmente un altro plus. Con il nome d’arte di Her Skin Sara ha già alle spalle un piccolo catalogo di pubblicazioni indipendenti, che mette in mostra la capacità di scrivere piccoli solidi gioiellini che si reggono sui suoni acustici di chitarra ed ukulele e sulle carezze melodiche della sua voce. Sarei molto curioso, e lei già lo sa, di sentirla alla prova anche con l’italiano, per vedere “l’effetto che fa”; e mi piacerebbe anche che decidesse di esplorare altre strade a livello di arrangiamento, magari arricchendo i vestiti delle sue canzoni e sviluppando i frammenti melodici che emergono solo di tanto in tanto tra le loro pieghe. Decisamente una bellissima scoperta, che non vedo l’ora di gustarmi dal vivo e che mi auguro non resti “confinata” ai soli palati del pubblico più indie.

Barone Lamberto
Un’altra sorprendente realtà che sicuramente saprà trovare lo spazio che merita. Kheyre, con il suo progetto Barone Lamberto, è riuscito a sintetizzare una patchanka al tempo stesso tribale e urbana. Immaginatevi Vinicio Capossela che incontra Caparezza, alla fine di un percorso partito dall’elettronica fatta con macchine e pc e che arriva a un disco intriso di sudore e canzoni pensate per essere suonate sul palco. Barone Lamberto è un progetto solido, credibile e ispirato, già pronto per il test del pubblico: Kheyre è addirittura stato così bravo e lungimirante da pensarlo già in vesti differenti, dallo studio al live alla versione busking! L’ho già consigliato ad alcuni promoter, e per me resta una scommessa su cui investire per chi lavora in maniera capillare con la musica live. Il consiglio che tuttavia mi sento di dargli è di cercare costantemente una strada, soprattutto a livello di arrangiamenti, che sia contemporaneamente moderna e personale, al fine di evitare di sembrare il figliol prodigo (o derivativo) di altri artisti.

La Convalescenza
Una band di 5 elementi molto coesa e tecnicamente ineccepibile. Anche in questo caso i riferimenti e le ispirazioni sono molto definite, e collocano La Convalescenza a pieno diritto in quel panorama musicale di band italiane che hanno saputo mescolare il post punk con le derive del metal e talvolta del grunge, e che hanno dominato i nostri palcoscenici dalla seconda metà degli anni ’90 in avanti. Io spingerei ulteriormente, e senza remore, sul fronte del minimalismo, asciugando le liriche e allontanando qualche eco decadentista di troppo, che con queste sonorità rischia di suonare eccessivamente “già sentito” e anche un po’ datato. L’attività live è cruciale e deve sicuramente aiutare i ragazzi ad affinare il proprio linguaggio e la scrittura di brani, che hanno comunque di base una solidità e un’espressività a livello di performance già molto a fuoco. Il loro ultimo ‘singolo’ Zeno mi sembra già andare nella giusta direzione, e di sicuro altri ne arriveranno.

Plastic Light Factory
Anche in questo caso parliamo di una band, di un trio per la precisione, che non solo non fa mistero delle proprie influenze, ma le sbandiera persino in biografia. Già dal primo ascolto si capisce immediatamente come ci si stia muovendo entro confini stilistici d’Albione, e specificamente quelli del paisley pop: PLF sono giovani ma per nulla sprovveduti, e l’estrema fedeltà ai canoni del genere, insieme a un songwriting già molto maturo e qualitativamente di alto livello, hanno attirato immediatamente le attenzioni dei media di settore, da Rockit a MTV che li ha premiati come Artisti del Mese del settembre 2016. A mio avviso la sfida è proprio nell’essere capaci, piano piano, di allontanarsi dai lidi sicuri del genere cui la band si ispira. La provocazione che ho lanciato ai ragazzi è stata proprio questa: a partire dalla scelta dell’inglese, che nel loro caso regge e gira sufficientemente bene ma che comunque li relega ad essere una band “di genere”, fino ad arrangiamenti e produzioni, la strada da intraprendere è quella del diventare il più possibile personali e identificabili, per imporre magari la definizione di sound “alla Plastic Light Factory” invece che di una band che “suona tipo un altro gruppo”.

Giardinner – Gli artisti di Sonda ai Giardini Ducali. 21-22-23 giugno

Gli artisti del progetto Sonda apriranno i concerti di Ghemon, Cimini e Yombe in programma a Giardinner 2018 – Modena, Giardini Ducali.

21 giugno – Festa della Musica

ore 20 VAMPA acoustic set
ore 20.45 LUDWIG MIRAK
ore 21.15 BARONE LAMBERTO
ore 22 GHEMON

22 giugno

ore 20 JACK ANSELMI
ore 20.45  STEREO GAZETTE
ore 21.15 ELIA 
ore 22 CIMINI

23 giugno

ore 19.30 RICCARDO MAZZY MASETTI
ore 20 LE SFERE
ore 20.30 MORIEL
ore 22.30 YOMBE

SONDAcase: Barone Lamberto

Barone Lamberto è un progetto musicale di Kheyre Yusuf, cantautore italo/somalo di Modena, ispirato principalmente a Tom Waits e Vinicio Capossela.
Dopo un primo ep autoporodotto, Barone Lamberto sta lavorando al secondo disco che uscirà a breve per l’etichetta bolognese Manita Dischi.
In  questo showcase ci presenterà il singolo Giostrai e alcuni altri brani nella versione “intima” del duo.

SONDAcase: gli appuntamenti 2018

Confermiamo tre nuove date per il format SONDAcaseUn’evoluzione delle tradizionali interviste di SONDAinONDA, in cui si tralasciano un po’ le parole e le domande per dare più spazio alla musica, ospitando ogni volta un artista di Sonda in uno showcase acustico, un mini live con cui presentare in maniera più completa la propria musica.

I prossimi appuntamenti:
– giovedì 15 febbraio: Barone Lamberto
 giovedì 15 marzo: Tange’s Time
– giovedì 12 aprile: May Gray

Gli showcase, aperti al pubblico e ad ingresso gratuito, si terranno presso il Centro Musica/71MusicHub di Via Morandi 71 a Modena, alle ore 19.
L’ingresso del pubblico è consentito dalle 18.30 alle 19 poi le porte verranno chiuse per facilitare la registrazione audio/video dello showcase.

Sonda Live: le aperture nei locali partner 2017/2018

Ecco le prime aperture confermate con gli artisti di Sonda per questa sesta stagione di collaborazione con live club e festival dell’Emilia Romagna:

COVO CLUB
– 14 ottobre: TASTE OF CINDY in apertura a Pinguini Tattici Nucleari
– 18 novembre: DAVIDE BOSI in apertura a The Amazons
– 1 aprile: ONE GLASS EYE 
in apertura a Boy Pablo

BRONSON
– 18 ottobre: MONOLITH in apertura a Brant Bjork (Kyuss, Fu Manchu)

ALCHEMICA
– 11 novembre: ONE GLASS EYE / BABEL FISH in apertura a Blackoustic (Timo Kotipelto/Stratovarius & Jani Liimatainen/Sonata Arctica)

OFF
– 6 gennaio: OAKS FOR RENT  in apertura a The Bastard Sons of Dioniso
– 10 febbraio: IL CORPO DOCENTI
in apertura a May Gray

LA TENDA
– 27 gennaio: GIVE VENT
 e CABRERA in apertura a Gomma
– 22 febbraio: STELLA BARALDI
in apertura a Ex-Otago
– 8 marzo: MARU
in apertura a Colapesce
– 22 marzo: OSCAR DI MONDOGEMELLO
in apertura a Giorgio Poi

ZONA ROVERI
– 28 aprile: TEMPLE OF VENUS in apertura a The Young Gods (Neuropa Festival)

GIARDINNER
– 21 giugno: VAMPALUDWIG MIRAKBARONE LAMBERTO 
in apertura a Ghemon
– 22 giugno: JACK ANSELMISTEREO GAZETTEELIA 
in apertura a Cimini
– 23 giugno:  RICCARDO MAZZY MASETTILE SFEREMORIEL 
in apertura a Yombe

GODOT FESTIVAL
– 4 agosto: PECORANERA in apertura a Dead Neck
– 5 agosto: STELLA BARALDI in apertura a Bruno Belissimo