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SONDAHeart – Il podcast. Ep.27: Na Isna

SONDAHeart, il podcast che raccoglie le interviste degli artisti iscritti a Sonda.
Già da diversi anni pubblichiamo brevi interviste registrate in formato video sul nostro canale Youtube; SONDAheart ci dà la possibilità di espandere le chiacchierate con gli artisti ospiti e di toccare diversi aspetti che, nei video di 3-4 minuti, finiscono per essere tralasciati.
SONDAHeart è distribuito sulle principali piattaforme: Spotify, Apple Podcast, Spreaker, Amazon Music, Deezer, Google Podcast.

SONDAHeart ospita oggi i Na Isna

Na Isna: SONDAinONDA

Dopo sette anni dall’ultima pubblicazione la band Na Isna è tornata a trovarci per parlare del lavoro recentemente uscito, Taklimakan. La 10 canzoni che compongono l’album sono state pubblicate in rete una alla volta da febbraio a ottobre, sotto forma di singoli, tutte accompagnate da un videoclip.

Ascolta il brano L’Attenzione che Marco ha suonato a fine intervista

Le scelte dei valutatori: Roberto Trinci

Roberto Trinci segnala alcuni degli iscritti a Sonda più interessanti tra quelli che sono stati lui attribuiti negli ultimi anni.

I Due Bugiardi
Ascoltando i brani risulta evidente che il progetto potrebbe avere buone possibilità di inserirsi nell’attuale mercato indipendente (penso a Picicca, Garrincha, Tempesta). L’originalità e l’approccio musicale al passo con i tempi sono senz’altro i punti di forza (e penso che il “live” possa essre coinvolgente e divertente). Un rischio che vedo è la ricerca della battuta a tutti i costi, il che è molto pericoloso perchè non c’è niente di peggio che un comico che non fa ridere. Come consiglio mi terrei più sull’ironia e sul surrealismo che sul battutismo vero e proprio. Comunque nel complesso una proposta interessante che lascia la curiosità di ascoltare altro materiale.

Na Isna
Fin dal primo ascolto devo dire che sono rimasto colpito molto favorevolmente.
L’incrocio tra canzone d’autore e rock è qui molto matura ed elegante.
Direi che questo progetto è certamente all’altezza dei migliori esponenti del genere e l’unica cosa necessaria è mantenersi fedele all’idea originaria senza cercare scorciatoie verso il mercato.
Il genere è ultimamente inflazionato ma chi ha le capacità di questa band ha il dovere di provarci. Gli inizi saranno magari un po’ duri ma continuando a crescere su questa strada penso che non mancheranno strutture interessate a lavorare con voi su questo progetto.

I Segreti Di Charlotte
Le due canzoni che ho ascoltato sono ben scritte. Sull’esecuzione si può senz’altro fare meglio in quanto è fin troppo minimale (ma va detto che questo spesso non rappresenta un problema).
Mi sembra di poter dire che ci sono tutte le possibilità di entrare in quella scena neo-cantautorale piuttosto attiva di cui si parla da tempo (dente, brunori, appino, dimartino)
La strada da seguire mi sembra quella della canzone Cecilia.
A questo punto il mio consiglio è di concentrarsi sul live, è solo così che ci si può procurare un reale pubblico. Poi etichette, editori e manager vengono dopo.
Una volta creato un repertorio che si mantenga su questi livelli il percorso potrebbe farsi interessante.

Giovanna Dazzi
Una cantautrice brava lontana dai difetti spesso riscontrabili nel cantautorato femminile (soprattutto una eccessiva concentrazione sul proprio ombelico). Giovanna scrive da tempo canzoni che in un mercato discografico normale troverebbero tranquillamente il loro posto nelle programmazioni radiofoniche. Solo l’attuale sovraffollamento di produzione e parallelamente il concentrarsi delle majors da una parte sui talent e dall’altra sui fenomeni indie o hip-hop già emersi fa sì che produzioni di questo tipo non abbiano la diffusione che meriterebbero.
Inoltre anche l’interpretazione è misurata e malgrado si tratti in fondo di pop italiano i richiami al mercato internazionale e alla tradizione rock e blues è sempre riscontrabile.
Certamente un nome da tenere d’occhio.

Na Isna: Un dio furioso

naisnaOK“Un dio furioso” è il debutto dei Na Isna. Un debutto denso, impregnato di musica e parole profonde. I Na Isna sono un quintetto che ha deciso di entrare in punta di piedi negli anfratti del cantautorato italiano, quello dei Paolo Benvegnù, Umberto Maria Giardini, Brunori, tanto per citare qualche nome. I Na Isna hanno radici profonde come l’albero disegnato da Marino Neri, radici che sono ancorate al proprio passato e che si protendono verso il futuro. Musica greve, che sembra appoggiare sul nostro stomaco un bilico di cemento armato, con parole che come martelli pneumatici ci fanno sanguinare a ogni sillaba. “Un dio furioso” è un disco di confronti e di confronto, non importa se sono i cori, o le parole sussurrate a ricordarci le continue sfide della vita, quello che conta è il flusso che emana questo disco. Un flusso di pace interiore. I Na Isna potrebbero giocare al fantacalcio delle canzoni e tutti cercherebbero di avere nella propria squadra le loro composizioni. Unico appunto. Se non si è i The Beatles, Prince o i Metallica, in copertina il nome del gruppo ci può anche stare.

(Autoprodotto) CD

Na Isna – SONDAinONDA

Na Isna è un progetto musicale firmato da Marco Na Isna Lodi, Enrico Mescoli, Enrico Pasini e Luca Torreggiani, nel solco che congiunge la forma-canzone al patrimonio poetico e letterario di matrice europea, sviluppando un immaginario che ha il suo baricentro negli esseri viventi e nella Natura tutta. Il nome, derivante dall’onomastica dell’etnia Balanta (Guinea-Bissau), è qui da intendersi nel significato di “appartenente alle sue radici, dalle sue radici destinato a crescere”.
Il loro album di debutto si intitola Un dio furioso, ed è stato autoprodotto e registrato con la coproduzione artistica di Andrea Franchi (Paolo Benvegnù), le collaborazioni di Daniele Rossi (Three Lakes), Gianluca Magnani (Flexus), Mattia Tarabini (Padre Gutiérrez), Diego Dessi (Tange’s Time) e mastering a cura di Roberto Priori, presso il LemonHead Studio di Federico Truzzi.
Ed è proprio per parlare di Un dio furioso che abbiamo intervistato Marco Lodi, leader dei Na Isna.

facebook.com/na-isna