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Tag Archives: recensione

RAIN: Mexican way

rain-okUn episodio estemporaneo che mostra un lato finora sconosciuto della formazione bolognese, che un paio di anni fa ha festeggiato i trenta anni di attività. Estemporaneo perché “Mexican Way” è suonato quasi interamente in acustico, salvo qualche inserto elettrico decisamente più hard, e inedito perché la band nelle dodici tracce che compongono la tracklist oltre a un paio di inediti e altrettante cover – Tijuana Jail e Ride Like The Wind – reinterpreta in spagnolo (o meglio, messicano) alcuni episodi della propria carriera più recente. Il disco nel complesso è estremamente piacevole, e tra un calavera e uno shot di tequila i cinque danno sfogo alle proprie capacità tecniche senza prendersi troppo sul serio, risultando in un album di southern rock e hard blues in cui non manca l’ironia. Assolutamente da avere sia per chi ha sempre seguito i Rain, sia per chi ama il rock a stelle e strisce, quello targato anni ’80, e le chitarre alla Stevie Ray Vaughan.

(Aural Music) CD

NATAN RONDELLI: Someone will save you

natan-rondelli-okHa sicuramente un passato rock Natan Rondelli: si sente dalle strutture, dalla scrittura, dalle chitarre degli undici brani di questo “Someone Will Save You”, c’è qualcosa di oscuro che richiama alla fine degli anni ’90, ma anche a esperienze più recenti come Interpol, Editors, Radiohead. Tuttavia, la musica di Nathan non è prettamente rock, è pop, elettronica, cantautorale, sintetica, sognante, scura e piena di luce allo stesso tempo. Un mosaico di influenze e sonorità in cui la voce e la melodia – sempre calme e sottotono, alla Lou Reed per capirci – tengono il filo di un discorso in cui chitarre acustiche e violini si scontrano con sintetizzatori, vocoder, distorsioni, un gioco in cui sarebbe facile perdere l’equilibrio… a meno che non si sia Rondelli. Dato il livello complessivo di questo album, c’è da augurarsi che Nathan accolga presto la sfida più ardua e lasci l’inglese per l’italiano, perché qualcosa del genere nella lingua di Dante non si è mai sentito.

(Autoprodotto) CD / Digitale

THE TALKING BUGS: View of a nonsense

the-talking-bugs-okGli imolesi The Talking Bugs sono arrivati (qualcuno potrebbe dire: “Finalmente”) al disco d’esordio. “View of a nonsense” è un microcosmo di generi e intuizioni musicali. Una trottola di parole e note musicali che però non gira vorticosamente producendo un fastidioso sibilo ma piuttosto vede danzare al suo interno fini melodie, strumenti classici e tanto cuore. Di Furio, Ghini, Andrini e Bouazza sono i padroni della ferriera che stringono tra le mani gli stati d’animo e mentali descritti nel disco, evocando e rapendo l’ascoltatore in una fiaba sonora dai suoni delicati. Qualcuno lo ha definito indie folk rock, a noi piace pensare a musica d’atmosfera per cullare anima e corpo. Ascoltate “Laika” e “Like a ship in the sea”, rimarrete avvinghiati ai Talking Bugs senza via di scampo. In copertina una mongolfiera porta in alto nel cielo un cervello, quasi fosse una via di fuga. Un disco per non pensare. Anzi no, un disco su cui pensare.

(Lobster Art Collective/Audioglobe) CD

VANAMUSAE: Come i cani

vanamusae-okDa Carpi/Correggio i Vanamusae hanno pubblicato, attraverso Lo Scafandro, il loro primo full length album, “Come i cani”, otto brani di furore cosmico tra rock tormentato e ludica pazzia. Non fatevi ingannare dall’intro, perché è con il secondo brano in scaletta (“Come i cani”) che vi getterete tra le “vere” fauci dei Vanamusae (chi tirerà in ballo i Massimo Volume avrà il nostro disappunto) . Dopo sarà un viaggio tra chitarre sognanti (“I nostri corpi elettrici”), rock arcigno (“Il tempo è stronzo”), voci filtrate (“Grida”), storie di ferite (“Non avremmo mai tremato”), post grunge (“Piccoli disastri quotidiani”) e speranza (“L’erba”). I Vanamusae sono compatti, una specie di concentrato di rabbia e poesia. Un mattone lanciato contro la vetrina del lassismo imperante, un pugno allo stomaco nei confronti dello sguardo assente di chi avete vicino. Un disco intenso che ricorda in alcuni passaggi i Massimo Volume più intransigenti (ma non si era detto che….). Un disco che ti prosciuga l’anima.

(Lo Scafandro) CD

ALTRE DI B: Sport

Altre-di-B-sport-okGli Altre Di B sono eccezionali. Mi piacciono un casino. Mi piacciono le loro canzoni. Mi piacciono i loro concerti. Mi piacciono fin dalla prima volta che ho sentito un loro brano. Gli Altre Di B stanno macinando migliaia di chilometri in giro per l’Italia e l’Europa per portare la loro musica. Ed oggi appena sento una loro canzone ne riconosco il marchio di fabbrica. “Sport” è l’ultima fatica discografica sottoforma di album (da pochi giorni è stato pubblicato uno split singolo dalla Covo Records in collaborazione con Sonda, con un brano della band) ed è una festa di colori, emozioni, trovate sceniche, divertimento e voglia di vivere. Gli Altre Di B dovrebbero seriamente pensare di espatriare e tornare da noi sulle ali di un successo planetario. Con la spocchia di chi ha visto la luce e nella luce ha trovato la sua strada. Gli Altre Di B hanno una marcia in più. Non me ne vogliano figuracce e figuranti. Qui c’è classe ed idee a bizzeffe. Avete visto il clip con Dino Zoff? Da antologia. Come da antologia è “Sport”. E se vi dicessi che devo ancora ascoltare l’album ma ho scritto ugualmente questa recensione. Dai scherzo. Con voi non si può mai fare una battuta!!!

(Gente Bella, La Pioppa Records/MIE) CD

ANDREA CARRI: Chronos

andrea-carri-okPotrebbe essere la colonna sonora di un film, questo “Chronos” del giovane Andrea Carri, classe 1990 e un’autentica passione per il pianoforte. Un progetto ambizioso, finanziato con una campagna su MusicRaiser, un affresco strumentale in cui a farla da padrone è il pianoforte di Andrea, accompagnato a tratti da sintetizzatori, pad, lap steel trasfigurate dall’eco, violoncelli. L’album è concepito come uno studio del concetto di tempo, e diviso quindi in tre fasi – passato, presente e futuro – ognuna caratterizzata da sonorità e atmosfere differenti. Un disco già maturo nonostante la giovane età del suo compositore, infatti è già il quarto album inciso da Carri, che dimostra di avere parecchio da dire: non a caso “Chronos” ha già riscosso un buon risultato di critica un po’ ovunque sul Web, oltrepassando facilmente i confini nazionali. In un periodo in cui artisti omologhi come Einaudi e Allevi si possono considerare mainstream, che sia questo l’inizio di una carriera fortunata per questo musicista emiliano?

(Psychonavigation Records) CD

KAOS INDIA: The distance between

kaos-india-okI quattro Kaos India si siedono a vicenda nella poltrona utilizzata come set fotografico nelle foto all’interno del booklet, un giusto riposo per i musicisti coinvolti in “The distance between”, album che si apre con un brano strumentale (“Nightfall”) per poi prendere corpo in un rock cantato in inglese che richiama i fasti degli anni ‘90, quando sembrava che una rivoluzione musicale avrebbe sconvolto il mondo. I Kaos India (sul perché del nome non indaghiamo troppo), esistono dal 2011 in quel di Modena e hanno fatto delle atmosfere il loro marchio di fabbrica, “The passenger seat” ne è un esempio lampante, come la sognante “Underego”. I Kaos India hanno pubblicato un album invernale, da ascoltare per riscaldare il cuore nei momenti freddi delle nostre giornate. Tra gli episodi più intriganti da segnalare anche “Island” che ci ha ricordato la scena psichedelica del tempo che fu. A quando un tour internazionale? Sarebbe il giusto coronamento al disco.

(Autoprodotto) CD

LUBRIFICATION: Dragged into dust

lubrification-okInizia quasi con una marcia militare questo nuovo album dei Lubrification, come se il trio punk volesse dichiarare guerra. A chi, però? Un po’ a tutti, o almeno a chi si mette sulla loro strada, a chi cerca di ingabbiarli. In fondo è questo il punk, no? Perché con i Lubrification di punk e solo di punk si tratta, nella sua accezione più cruda e irruenta, quello suonato a mille battiti al minuto e con la distorsione sparata al massimo, la melodia al costante inseguimento della parte strumentale in un folle testa a testa. O no? No, o almeno non sempre. Perché in questo “Dragged To Dust” i Lubrification trovano anche il modo di infilarci ballad, cori e strutture più aperte, persino un pianoforte, grazie alla partecipazione di Betta Sacchetti e Paolo Betti. Una band ancora in evoluzione, che non sappiamo a questo punto quali sorprese ci riserverà in futuro visto che – impariamo dalla loro pagina Facebook – sono già al lavoro sul seguito di questo album. dell’oceano. Dai vi aspetto.

(Autoprodotto) CD

MALASCENA: Malascena

Malascena-okPotenza. Potenza. Potenza. No, non si tratta di un inno per la città in Basilicata ma la forza che i tre Malascena riescono ad imprimere alle loro canzoni. Un ep con cinque brani, stampato in 1000 copie, ha anticipato questo omonimo album che contiene anche le canzoni dell’extended play. I bolognesi Malascena non si nascondono dietro ad un vorrei ma non posso, perché qui non ci sono mezze misure, tutto va dritto al bersaglio, la voce di Tiziano (anche chitarra) si contorce, aggrovigliandosi alle parole, in un urlo primordiale, la sezione ritmica (Felix, batteria, Alessandro, basso) fa il suo mestiere dando la giusta enfasi alle canzoni, in un viaggio nel grunge di flanella memoria. “Essere”, “Madida”, “Alice”, solo per citare tre dei quattordici brani in scaletta, sono il centro di gravità permanente dei Malascena. Rock al fulmicotone che potrebbe vivere anche in versione acustica, andando all’osso di melodia e parole. Vi teniamo d’occhio. State attenti.

(Autoprodotto) CD

MARS 157: Nothing lasts forever

mars-157-okI modenesi Mars 157 hanno ufficialmente debuttato con il loro primo minicd uscito nel 2014. Alessandro e Stefano Santilli, Gianluca Ravagnani e Giovanni Sandri compongono il quartetto che ama il punk rock e canta in inglese come dettano le regole orali del genere in questione. Punk con l’attitudine alla spensieratezza, tra cori, passaggi vocali anche “cavernosi” e tanta voglia di divertimento. In questo ep non c’è un brano che risalta sugli altri, perché tutti contribuiscono al risultato finale. Se amate gente come Offspring, Millencolin, No Use For A Name ascoltate i Mars 157. Se poi volete fare un ulteriore passo in avanti organizzate una festa/concerto e chiamate a suonare i quattro punk rocker. Bella musica, sollazzo e pogo saranno i pilastri della vostra serata. Infine se proprio volete strafare pensate ad un matinée come facevano i Dead Kennedys per aiutare i minorenni a frequentare i loro live. Punk matinée. Un vero e proprio sballo.

(Autoprodotto) MINICD