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2022

PIGNA: Non ci sto

Pigna è una “vecchia” conoscenza della scena musicale di Modena. In attività dalla fine degli anni Novanta, si è sempre cimentato tra rock, pop e funk. I brani all’inizio erano scritti in inglese per poi passare a liriche in italiano, diventando contemporaneamente un autore per diversi giovani artisti italiani e stranieri. Dopo una pausa durata fino al 2009 ha cominciato a lavorare ad un primo album in solitaria intitolato “Globalizzamore”. Durante il lockdown, insieme a Marco Bellucci, ha deciso di riprendere in mano i pezzi scritti fino al 2016 per ridare nuova vita a queste canzoni anche grazie a fresche collaborazioni. “Non ci sto” è il risultato di questo lavoro, che affronta problematiche sociali e d’amore, racconta l’amicizia e la vita. Un disco di pop rock dagli arrangiamenti solari che sprigiona positività. Pigna sta lavorando già al terzo album. Intanto c’è “Non ci sto” da consumare ascolto dopo ascolto.

STRANO: Giocare Insieme a Te; Occhi; Un sogno bellissimo

Michele Perri, in arte Strano, è un cantautore bolognese d’adozione, con il dono dell’orecchio assoluto, non può vivere senza musica. Dopo passate esperienze, ha incontrato sulla sua strada il team della SanLucaSound. Nel 2022, in attesa dell’album, ha pubblicato tre singoli: “Giocare insieme a te”, “Occhi” e “Un sogno bellissimo”, brani che raccontano storie d’amore su melodie zuccherine. Pop intriso di emozioni accompagnato da videoclip con squarci del capoluogo emiliano. Un rocker (per look e tatuaggi) prestato al pop, tra chitarre sognanti e arrangiamenti solari. Ma l’amata di Strano è poi tornata?

THE TREES: Rock sampler 2003-2006

Dodici canzoni raccolte in un album online che rappresentano il percorso di questo progetto che affonda le radici tra l’Emilia e gli Stati Uniti. Dietro c’è L’Orca che ama la new wave, il grunge e anche la psichedelia, almeno in alcuni echi lontani. Un miscuglio di influenze che si dipanano tra brano e brano. A volte sembra di sentire una giostra di band diverse, tanti sono i generi musicali che si possono trovare in questa raccolta. Alcuni pezzi sono più a fuoco di altri, le liriche sono in inglese, L’Orca è andato a vivere a Cleveland, a cui dedica anche una canzone. Tanta carne al fuoco che si rischia un incendio di proporzioni immani. Da ascoltare con la predisposizione a giravolte sonore. Tante idee che potrebbero riempire altri dieci album se sviluppate a dovere.

TIZIO BONONCINI: Uomo macho

Con Tizio Bononcini c’è sempre un problema di fondo. I suoi pezzi vanno ascoltati pesando ogni parola del testo o si possono sentire canticchiandole senza fare troppo caso a quello che stiamo dicendo. Sì, perché Tizio ama scrivere canzoni anche su tematiche un filo scomode per il pop. In questo singolo s’infila negli stereotipi dell’uomo che non deve chiedere mai, che non deve mostrare i suoi sentimenti, quello tutto d’un pezzo che poi si scopre che vorrebbe indossare una gonna di pizzo. Il brano è accompagnato da un video che non ha nulla da invidiare alle produzioni milionarie di artisti di successo. Ecco, adesso lo possiamo dire, Tizio merita il successo. Merita che il pop faccia suoi i testi del cantautore bolognese, li trasmetta in radio, li passi in televisione. Poi il problema di come ascoltarlo ci penseremo a risolverlo in seconda battuta.

YESTERDAY WILL BE GREAT: The weather is fantastic

Un disco strumentale ed è meglio chiarirlo subito per evitare fraintendimenti di sorta. Sei brani supervisionati da Nicola Manzan che ha suggerito al trio di Ravenna di suonare in presa diretta, lasciando eventuali “sporchi”, che diventano così anche una cifra stilista. Ne è venuto fuori un disco dove la mancanza delle parole non si avverte, sostituite da sciabolate della chitarra, o dalla caduta di massi sottoforma di basso e batteria. Un album in cui è bello immergersi con la voglia di andare sempre più a fondo e vedere dove possiamo arrivare. Un disco di post-rock che deve qualcosa ai Mogwai o ai Sigur Ros, tanto per citare un paio di riferimenti ma che ampia l’orizzonte con psichedelia, alt-rock e ambient. Un album che risulta immediato nella sua non immediatezza, un disco che gratta la superficie e scopre che sotto c’è qualcosa. Una sorpresa. Un qualche cosa da scoprire. Bello brutto che sia, sarà comunque una novità da guardare con curiosità. Uniche voci nel brano Overblues, ma sono un tappeto sonoro, un quarto elemento sonoro alla pari degli strumenti.

YUNG WAVEX: 12

Nicolò Diana è un musicista modenese che in arte diventa Yung WaveX. È un rappresentante (forse) unico al mondo della Lo-Fi (Sad) House, musica elettronica applicata a territori anche tenebrosi. Richiami di deep house, scricchioli di vinili ci conducono in questo pianeta al silicio che nel nuovo ep, “12”, realizzato con un Tascam DR-07X, è capace di far abbaiare un cane (forse abbiamo sognato), o darci in pasto una voce eterea. Brani da ascoltare in cuffia magari sorseggiando un thè caldo mentre fuori una tormenta di neve ha interrotto le comunicazioni satellitari. Yung WaveX è un viaggiatore interspaziale nella sua tuta pressurizzata. Un moderno Major Tom partito da Modena verso l’infinito e oltre.

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