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2022

ISOULNATURE: Polvere di parole

Andrea Tonelli è ISoulNature, un cantautore di stanza a Reggio Emilia che nel nome d’arte ha racchiuso il suo mondo: l’io (I), l’anima (soul) e la natura (nature). Una sorta di manifesto programmatico della sua musica e del suo progetto artistico. Ha vissuto a Birmingham, assorbendo come una spugna musica e vita. Nelle sue canzoni c’è spazio per diversi generi musicali: rock, pop, folk, funk e blues. Nei testi racconta di amore, di vita, di quotidiano con una carica che non accenna a fermarsi nemmeno per un secondo. Le parole sembrano proiettili che esplodono dentro l’anima. Uno sguardo lucido pieno anche di positività nei confronti della società e del prossimo. Non tutto è perduto ISoulNature ne è convinto. Noi con lui, perché non si può fare altrimenti.

JOY AGE: 30 anni più tardi

I Joy Age arrivano da Reggio Emilia, la provincia più rock dell’intera regione. Nel titolo del loro album “30 anni più tardi”, c’è tutta la loro storia. Nati nel 1988, sono rimasti in attività fino al 1992, per poi sciogliersi e dare vita ad altri progetti. Oggi si sono ritrovati ad hanno registrato otto pezzi che ritornano alle origini. Un rock cantato in italiano che ricorda i primi Diaframma e Litfiba, un tuffo nel passato per chi nel 2022 ha superato la cinquantina e ha ben nitidi gli ascolti di un tempo che fu, i sopracitati gruppi fiorentini e quella scena rock trascinata da sonorità che mescolavano di tutto e di più. Per i più giovani un esempio di cosa succedeva in Italia negli anni Ottanta. Da ascoltare con le lacrime agli occhi per il tempo che è scivolato tra le dita.

LA CONVALESCENZA: Ce lo avevano detto

La Convalescenza torna con un nuovo singolo, Ce lo avevano detto, una grido di difesa o di attacco, dipende dai punti di vista. Un pezzo che canta di dubbi, paure e certezze (poche a dire il vero). “Ce lo avevano detto che ci sarebbe servito un lavoro. Ce lo avevano detto che avremmo dovuto mettere su famiglia. Ce lo avevano detto che avremmo dovuto costruire qualcosa”, dice La Convalescenza che continua: “È un brano dedicato a tutti noi, che abbiamo avuto bisogno della più dolorosa e sanguinosa delle cadute, “di abbracciare l’asfalto”, prima di poterci rialzare in piedi per davvero, senza peso addosso”. Un alternative rock per chi ha superato la trentina e vive in quella bolla che potrebbe scoppiare da un momento all’altro. E se scoppia cosa succederà? Ve lo avevano detto ma forse è meglio non credere sempre a tutto ciò che ci viene raccontato. Da ascoltare a volume altissimo con le finestre aperte mentre si canta a squarciagola.

 

NAGUAL: Too far gone

I Nagual esistono dal 2006 e provengono dalla provincia di Piacenza. Tra le loro influenze citano: Led Zeppelin, Black Sabbath, Deep Purple, Whitesnake, Soundgarden, Temple of the Dog, Alice in Chains e generi musicali come il rock, blues, prog e grunge. Nel nuovo lavoro discografico i nostri mettono in file quattro tracce che richiamano l’hard rock anni Settanta ed influenze anni Ottanta con maestria e capacità compositiva. Non si tratta della scoperta di un nuovo filone musicale, non si respira quell’odore tipico della “next big thing”, perché qui c’è il sacro fuoco del rock, quello granitico ma melodico, quello capace di portarti in vetta per poi gettarti in pasto agli squali. Se amate i gruppi sopracitati i Nagual sono la vostra band. Se cercate suoni plastificati andate oltre.

NURAD1N: Tutto passerà

Nurad1n è un somalo arrivato in Italia nel 1993. Ama la musica e probabilmente per lui è ossigeno vitale. Scrive canzoni che sono un inno alla vita. Canzoni pop che possono dare la carica giusta per superare attimi difficili. Pop all’ennesima potenza, che nello spazio di tre minuti riesce a raccontarti una storia. “Il pop deve mandare messaggi positivi” dice Lola Ponce, un’artista che di pop se ne intende. Nurad1n l’ha capito da subito e ci crede con tutta la sua musica, perché tutto passerà.

PANDOREA: Il velo di Maya

Le Pandorea sono una band rock di Modena che gioca con il pop, l’alt-rock e il metal in ugual misura. Testi in italiano per non dare adito a nessuna strana interpretazione ma anche in inglese. In questo singolo, hanno debuttato con l’ep “XX”, le musiciste prendono il pensiero filosofico di Schopenhauer, l’illusione che impedisce al genere umano di fare esperienza dalla realtà che lo circonda. Uno strato di menzogne che annebbia la mente. La band, però, cerca di lanciare un grido d’allarme: bisogna aprire gli occhi e guardare in faccia la realtà, anche se non è come pensiamo che sia. Il brano ricorda il lavoro di gruppi come Evanescence, o Paramore e rotola che è un piacere. Un perfetto compromesso tra rock arcigno e pop. Complimenti, adesso dovete “solo” suonare dappertutto, macinare chilometri su chilometri e costruire una fan base agguerrita.

PAOLO KARIM: Tango Mediterraneo

Ci sono dischi che servono per caricarti, altri per rilassarti, altri ancora per farti cullare. “Tango Mediterraneo” è un album che ti culla con amore, quell’amore che Paolo Karim deve aver utilizzato nei tre anni di lavoro per scrivere i nove pezzi contenuti nel disco. Karim è un cantautore italo-marocchino che in questo album, prima si faceva chiamare Ludwig Karim, racconta le sue origini e le abbraccia con il sorriso sulle labbra. Un disco che parla di un mondo multilingue, tra sonorità mediterranee, andaluse, arabe e berbere. Un album che anche quando accenna un ritmo più sostenuto lo fa con delicatezza. Paolo nel 2009 arrivò alla sfida canora con Marco Mengoni, durante la sua partecipazione ad X Factor, negli anni ha aperto i concerti di Roberto Vecchioni, Banco del Mutuo Soccorso o Ghemon. Paolo Karim ha un cuore grandissimo che trasmette nelle sue canzoni. Ci sono dischi che ti cullano. Da ascoltare possibilmente di sera.

 

PAOLO SECCHI: Magari ritorno

Paolo Secchi è una “vecchia” conoscenza di Sonda. “Magari intorno” è il suo ultimo singolo. Un brano per la prima volta non autobiografico ma il racconto nato dalla visione di una cena romantica tra due innamorati. Paolo vive la musica senza l’ansia di prestazione, scrive quando sente di dover dire qualcosa che altrimenti farebbe male se non esternato. Una sorta di autoanalisi nella quale si possono ritrovare tanti ascoltatori. “Magari ritorno” è un brano che racconta di una rinascita voluta e (forse) cercata. Una canzone da canticchiare mentre guardi la tua metà, da ascoltare quando il bombardamento sensoriale a cui siamo sottoposti ad ogni ora del giorno deve interrompersi. Chiamatelo pop. Chiamatelo come vi pare. Chiamatelo e basta. Magari ritorno ma non è detto.