P.O.E.: Of Humanity And Other Odd Things
Sei al Luna Park di quartiere con la tua dolce metà. Tutto va per il meglio, c’è intesa e leggerezza nell’aria. Prendete le mele caramellate (che fanno schifo ma sono belle da vedere) e vinci per lei un orsetto di peluche formato gigante. Lei ha un’idea: fare il giro nella casa infestata. Sarà l’occasione per stringersi un po’ di più. Però da subito l’atomsfera si fa pesante, il bigliettaio ha una profonda cicatrice sul volto e qualcosa ti dice che non sia trucco di scena. Poi sali sulla giostra e si abbassano le sbarre, troppo strette, inizia a salire un senso di claustrofobia. Il trenino parte, ti aspetti i soliti fantocci e ambientazioni da quattro soldi, ma le pareti iniziano a colare sangue e scorgi in lontananza una figura deforme con un machete estremamente realistico in mano. É qui che inizia a suonare la musica dei P.o.E. , per la precisione “Of Humanity And Other Odd Things”, ultima fatica uscita per Sheratan Records. Un metal solenne, a tratti sinfonico e gotico, a tratti heavy, con riff da headbanging e atmosfere lugubri. I testi sono ispirati ai racconti di E.A. Poe e indagano gli angoli più oscuri e macabri dell’animo umano, un po’ per esorcizzarli, un po’ per terrorizzarvi. Allora, siete pronti a salire su questa giostra infernale?
(Sheratan Records) Digitale
OVERTHOUGHT: Overthought
Gli Overthought da Pavullo nel Frignano (a volte è bello sottolineare dove nasce e si sviluppa un progetto artistico) sono giunti al traguardo del primo album. Un disco che potrebbe arrivare da qualsiasi parte degli Stati Uniti o dai verdi pascoli britannici ed invece è nato e si è sviluppato in provincia di Modena. Una musica senza confini e senza barriere quella degli Overthought. Un folk rock che ha fatto suo le lezioni dei grandi del genere, mescolandolo con la contemporaneità dell’indie pop. Sì, perché questo può essere anche il pop del 2020, non giocato sul ritornello martellante ma sulle melodie, sulle chitarre che disegnano delicati affreschi sonori. Il bello di questo album è che arrivati alla fine dell’ascolto si sente la necessità di doverlo riascoltare. Si potrebbero citare alcuni titoli come “Lighthouse”, “King of my own”, “Fly over the sun”, “Sphere”, o “Little town’s lights” ma sarebbe un torto alle altre canzoni. Un torto che non meritano. Gli Overthought arrivano da Pavullo nel Frignano ma sono cittadini del mondo. Un mondo in musica che nelle ballad trova il suo respiro.
(All Right Riserva Recordz) LP/CD
OGNIBENE: Il varietà sulla natura umana, Vol.1
Ognibene è un fuoriclasse nel gioco del pop, ne è la prova una militanza di undici anni nella band modenese Remida, dalla quale si stacca per intraprendere la carriera solista. E nel distacco si perde qualcosa e si acquista altro, come uno scatto in avanti per raggiungere un obiettivo ambizioso, che se si spezza il fiato dopo un po’ non si sente la fatica, soprattutto quando si è allenati. E Davide di muscoli se ne è fatti tanti, nella scrittura in primis, così densa, umana, personale, capace di raggiungere davvero chiunque, soprattutto perché si proietta verso l’esterno, invece di accartocciarsi su sé stessa. Parte dalle storie di chi ci circonda, da uno sguardo a 360 gradi al bancone del bar di provincia, dove la vita degli altri insegna a sopportare le proprie fatiche, dove nessuno giudica nessuno e così sia. “Il varietà sulla natura umana, Vol.1” è la prima metà di un disco che uscirà, completo, nel 2021. Un assaggio che ha già riscosso un ottimo successo tra i fan e che fa presagire un buon primo esordio sulla lunga durata. Cinque brani che oscillano dalla musica leggera radiofonica, al synth pop, sino ad accenni di un rock emiliano, senza ignorare la lezione dei grandi cantautori.
(LaPop) Digitale
MORIEL: Segni opposti
Moriel è una “vecchia” conoscenza di Sonda, un suo brano è stato scelto da Alice come lato B di un singolo della collana Sonda Club ma oggi è ora di un nuovo brano estratto dall’ep di prossima pubblicazione. “Segni opposti” è una canzone pop che racconta di un ex che incontra la sua perduta anima gemella e fa finta di non vederla, per evitare di instaurare un dialogo che non ha voglia di iniziare, di incrociare il suo sguardo e forse anche di sentirla felice insieme ad altri amici/amiche. Un pezzo pop che racconta questa storia in appena un minuto e mezzo, quindi non preoccupatevi se quando arriverete alla fine vi sembrerà che tutto deve ancora succedere, perché tutto è già accaduto. Registrato in presa diretta, si sente addirittura il cinguettio di alcuni uccellini che chiacchieravano tra loro fuori dallo studio, “Segni opposti” gioca la fine di questo amore con i segni zodiacali. Infatti, se i segni opposti si attraggono a volte possono allontanarsi e prendere strade diverse. Un minuto e mezzo può bastare per evitare la tua ex, perché anche un minuto e mezzo può diventare interminabile.
(Autoprodotto) Singolo Digitale
MONOLITH GROWS: Interregnum ep
II Monolith di un tempo sono ormai diventati i Monolith Grows e con questo 45 giri testimoniano una sterzata verso sonorità più acide, in attesa di ascoltare il nuovo album previsto per il 2021. “Interregnum ep” è composto da tre tracce nella versione digitale e da un paio nella versione a 45 giri, pubblicata in una edizione limitata di 150 copie. Se gli echi di Kyuss e Soundgarden (l’inizio di “Shade and sleep” sembra uscito da “Badmotorfinger”) ci sono ancora, quello che salta all’orecchio è l’impasto sonoro dei brani, una sorta di lava incandescente che dalle casse acustiche scivola verso di noi. Il 45 giri, per via anche della sua forma fisica di vinile nero, sembra un monolite piantato nel terreno pronto a svelarci i segreti del mondo. Tre brani che scavano un profondo solco dove gettarci di testa, un suono compatto che nulla può scalfire. I Monolith Grows sono già pronti (da tempo) per conquistare il mondo devoto allo stoner, per dimostrare che anche alle nostre latitudini c’è chi prende sul serio il rock, senza bisogno di mezzucci per arrivare al pubblico. Da ascoltare unendo più impianti hi-fi per creare una bomba sonora.
(All Right Riserva Recordz) 45 giri/Digitale
NICHOLAS MERZI: Metti le scarpe al tuo cane
È arrivato al secondo disco Nicholas Merzi, cantautore carpigiano classe 1985. Il titolo è curioso, “Metti le scarpe al tuo cane”, che lo stesso autore descrive come un’esortazione a correre il rischio di vivere i propri sogni senza temere il cambiamento. L’album arriva a gennaio 2020, cinque anni dopo l’esordio “Qualche traccia” (2015), anticipato dal singolo “Marghera” di cui potete trovare il video su YouTube. Risultato di due anni di lavoro tra la sua Emilia e Londra, il nuovo disco di Nicholas Merzi contiene ben 13 tracce di puro pop di qualità, che oscillano fra brani acustici e sonorità vicine al funky e al rock, senza disdegnare una strizzata d’occhio a campionamenti ed elettronica: si va quindi da brani più introspettivi come “Flusso di coscienza Pt.1 & Pt. 2”, “Falò” o il già citato singolo a vere hit power pop come “Spangenberg (sei sicuro?)” e la title track “Metti le scarpe al tuo cane”, pronte per far tremare le gambe al Francesco Gabbani di turno. Per chi lo conosce Nicholas era già una garanzia, ma con questo nuovo album dimostra di essere arrivato alla maturità. Da ascoltare tutto d’un fiato.
(Uniquity Publishing Ltd) Digitale
JAMES MEADOW: A scarecrow sight
James Meadow (al secolo Davide Falcone) è un cantautore modenese che si è fatto le ossa per strada. Sì, proprio in quelle vie sparse per il mondo che ospitano i busker (si è esibito in Italia, Europa e Canada). James è figlio del folk rock acustico nordamericano, di canzoni che si aprono alla vita e alle melodie. Nel 2016 l’incontro con Luca Perciballi ha portato il lavoro di Meadow alla pubblicazione di questo primo CD composto da undici tracce che sono la summa del suo percorso artistico. Un disco di folk-rock che però affonda le sue radici nella contemporaneità. Un lavoro che si mette al servizio della musica e dell’impegno professionale di Davide in ambito antropologico. I brani sono ispirati alla tecnica di finger-style di Bruce Cockburn e lasciandosi andare all’ascolto James riesce a trasportarci in quelle terre dove il folk è nato e vive prosperoso. Un disco di frontiera, un disco legato alla terra (non intesa come pianeta), un disco che ti avvolge e ti accarezza. Meadow potrebbe anche essere inserito nel filone dell’indie pop, ampliando le vedute musicali, perché alla fine quello che contano sono le melodie, le parole e la capacità di unirle insieme.
(IRD Music) CD
MDNT: Motion
Matteo Donati in arte MDNT, musicista e produttore da Parma il 22 Ottobre produce e pubblica il suo primo singolo MOTION. Quando si pensa alla musica elettronica si ipotizza sempre che dietro a tutto ci siano semplicemente due tasti di un computer, ma in MOTION è tutt’altro. Compressori, riverberi, chitarre, synth, tastiere e tanto altro vanno a creare un beat deciso che trascina l’ascoltatore in un viaggio mistico.
Il brano riporta alle sonorità dance dei Disclosure, alla sperimentazione di Bonobo e agli intrecci polistrumentali degli XX. I beat si costruiscono su uno spettro di possibilità che pare infinito, picchiano duro ma sempre con classe, mentre tutt’intorno melodie minimali creano l’atmosfera perfetta sia per rilassarti che per darti la carica giusta. Ascoltare MOTION ti riporta alle serate passate fino alle 4 nei club e ti da quella minima speranza di poterci tornare il prima possibile.
(Autoprodotto) Digitale
EMILIANO MAZZONI: Emiliano Mazzoni
Iniziamo subito dicendo una cosa impopolare. Questo disco si deve ascoltare più volte. Quindi se siete tra coloro che decidono che un brano è da buttare alle ortiche dopo i primi 15 secondi c’è un problema. Non quello comunicato a Houston ma quello che non lascia spazio a niente e nessuno. Mazzoni, invece, è un artista che va ascoltato e riascoltato. Un cantautore che arriva a pubblicare un album intitolato col suo nome e cognome, quasi a voler rimarcare che dentro a queste otto canzoni c’è lui e il suo mondo. Un mondo fatto di ricordi, paura, sonno, natura e tempo trascorso e da trascorrere. Un disco che cerca di portare l’ascoltatore distante dal baratro della semplice sopravvivenza, trasformando l’ansia in pace interiore. “Emiliano Mazzoni” è un album di luce e nebbia che lascia a ciascuno di noi l’interpretazione dei singoli brani. Un disco di coraggio. Un disco coraggioso. Qui non c’è la ricerca della verità assoluta ma storie che fanno parte di un percorso. Dove porterà questo sentiero nessuno lo può sapere, perché tutto è in mano al destino. Da ascoltare possibilmente in cuffia.
(Private Stanze/Audioglobe) CD
RICCARDO MAZZY MASETTI: Sollèvati
L’unico modo per spiegare l’amore è scriverlo sotto forma di canzone, così scrive Riccardo Mazzy Masetti nella sua biografia. Nuova uscita per il cantautore bolognese che sbarca su Musicplus con il suo quinto album “Sollevati”. Disco estremamente umano che rimane saldamente ancorato al pop italiano dei precedenti dischi. Il suo è un cantautorato sensibile ma con carattere, stempera inquietudini con una certa raffinatezza, cuce con la chitarra trame intorno a un canto sofferto, a volte un po’ troppo.
I brani ricordano melodie e atmosfere dei primi album di Nek ma con un timbro vocale che ricorda i live in acustico di Vasco. Riccardo utilizza come immagine del disco un manichino per disegni, immagine molto rappresentativa che incornicia la visione di noi stessi, così mobili ma allo stesso tempo statici, come le storie di vita che racconta nel suo disco intimo. Un disco che porta speranza e buon umore e incoraggia l’ascoltatore a risollevarsi dopo un momento di difficoltà.
(Rènile Rec./Believe) CD/Digitale