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Quale consiglio puoi dare a chi vuole iniziare una carriera musicale?

La redazione di Sonda ha fatto questa domanda a diversi artisti italiani e stranieri, dai Calexico a Bennato, dalla Mannoia alle Orme, da Jon Spencer a Dave Lombardo.
Ecco cosa ci hanno risposto.

Sergio Caputo
“Se credi in quello che fai non dare retta a nessuno. Vai avanti per la tua strada. Oggi ci sono dei mezzi per creare musica inimmaginabili pensando agli inizi della mia carriera. Allora si doveva spendere moltissimi soldi per registrare un album. Adesso puoi lavorare alle tue canzoni senza un tassametro che scorre, però, c’è ancora la mentalità di aspettare che qualcuno ti faccia fare qualcosa. Il mio consiglio è quello di non aspettare nessuno, se hai delle idee mettile in pratica, non attendere”.

Senhit
“Consiglio di studiare e perseverare e mai, mai, mai smettere di crederci”

Jökull Júlíusson (Kaleo)
“Ci vuole meno batteria e più anima”.

Gianni Bella
“Prima di tutto bisogna amare la musica e capire che è una cosa seria. È un mestiere e come tutti i mestieri va affrontato con sacrificio, passione e dedizione. Non bisogna mai accontentarsi”.

Carl Brave
“Cercate di non seguire il trend del momento. Piuttosto trovate il vostro stile e siate i produttori di voi stessi, cosa che per me è stata molto utile”.

Bunna (Africa Unite)
“Ci verrebbe da dire di fare come abbiamo fatto noi, cioè suonare il più possibile perché è, secondo noi, la modalità con la quale ottieni i risultati più solidi. Oggi puoi partecipare ad un talent ed arrivare a milioni di persone in brevissimo tempo, ma quel mondo è abituato ad usare e gettare velocemente artisti e musica. Se dimostri sul palco chi sei e qual è la tua proposta, ci vorrà sicuramente più tempo, quello che otterrai durerà”.

Jorge Coulón (Inti-Illimani)
Qualche anno fa ho letto una intervista molto bella a Paul McCartney. La sua risposta alla domanda: “Qual è il tuo consiglio per un giovane musicista?”, mi ha decisamente colpito. Paul ha detto: “Occorre pensare seriamente ad avere un buon avvocato prima di iniziare”.

Joe Satriani
“Ama quello che stai facendo. Studia tanto e non mollare. Devi raccontare al tuo pubblico la verità attraverso la tua musica. Non cercare di essere come nessun altro. Sii te stesso. Racconta la tua storia.”

Francesca Michielin
“Sicuramente continuare a vivere la musica e la propria arte in maniera artigianale e sincera, perché è comunque qualcosa che viene da dentro e non va mai dimenticato. Poi, potrà sembrare banale, ma direi di non aver paura di esprimere ciò che si vuole, come si vuole”.

Red Canzian (Pooh)
“Studiate la musica. Per fare i musicisti bisogna esserlo studiando e poi preparatevi a tante sconfitte, tante delusioni e tanti no. Le cose non avvengono in maniera facile. A volte bisogna lottare. I Pooh hanno mangiato panini per molti anni prima di arrivare al successo. Ognuno di noi ha fatto tanta gavetta, maturando esperienza. La gavetta è una palestra necessaria”.

Dardust (Dario Faini)
“Osate. Non pensate ai numeri che sono la più grande gabbia per la creatività e per l’arte. Se avessi pensato ai numeri che ho fatto nel pop avrei dato vita ad un progetto da producer e non a Dardust che è fuori da qualsiasi logica discografica”.

Peppe Servillo (Avion Travel)
“Suonate tanto dal vivo. Cercate luoghi dove persone viventi vi possano ascoltare, vibrando ed emozionandosi con la vostra musica. Credo che sia la dimensione più qualificante per un artista. La musica è teatro, esibizione, durata e narrazione in un arco di tempo e questo lo dico anche da spettatore” 

Malika Ayane
“Studiare e andare a “prendere degli schiaffi”, esibendoti, dove non ti vuole ascoltare nessuno. Lavorare sodo, continuando costantemente a studiare. Io vado a lezione di canto ogni volta che ho un impegno artistico, ancora oggi dopo quindici anni dal mio primo disco”.

Ian Anderson (Jethro Tull)
“Qualunque cosa tu pensi di voler fare nella tua vita, devi avere anche un piano B e un piano C. Le cose di solito non funzionano sempre bene per gli aspiranti musicisti in un mondo di concorrenza così spietato dove ci sono opzioni molto limitate. Il mio piano A era diventare un poliziotto. Il piano B era fare il giornalista. Il piano C era assumere le sembianze di una rock star internazionale. Ho fallito nei primi due”.

Simona Molinari
“Il mio consiglio è quello che mi è stato detto da Paolo Bonolis quando vinsi il concorso che mi portò a Sanremo: “Questo mondo cercherà di addomesticarti. Quando lo sarai non avrai più niente da dire”. Quindi ascoltate chi avete intorno a voi ma non dimenticatevi chi siete. Coltivate i vostri desideri più profondi e non quelli di altri”.

Roy Pacy
“Non fossilizzatevi dentro un liceo musicale. Frequentatelo ma non fatevi inghiottire dalla sua noia. Fate musica insieme ad altri. Poi per farsi le ossa se c’è una banda nel vostro paese, o nella vostra città, andate a suonare con loro. Se non c’è, suonate nelle piazze, per strada, in mezzo alla gente”.

Bracco Di Graci
“Essere sé stessi sempre e non scendere mai a compromessi”.

Alex Britti
“Intrippatevi con la musica e non con gli altri ingredienti che ci sono intorno. Cercate di essere più musicisti e meno Youtuber. Imparate a suonare uno strumento, imparate a cantare. Suonate il più possibile. Fatevi esperienza, non rimanete chiusi nella vostra cameretta”.

Lola Ponce
“Non fermatevi mai, studiate come se fosse il primo giorno. Andate oltre, cercando di creare emozioni e non fatevi confondere da aspetti poco importanti. Infine, pensate di dare messaggi positivi, perché la musica viaggia nel mondo e la gente ha bisogno di ricevere buone vibrazioni”.

Irene Grandi
“È necessario crearsi un guscio. Prima di lanciarsi in una carriera bisogna costruire i propri cavalli di battaglia. Oggi rispetto al passato è più difficile trovare la propria identità. Quindi è necessario approfondire gli artisti che ci hanno emozionato, cercando di capire il perché ci hanno emozionato. Questo credo che sia importante per poi creare il proprio percorso. Inoltre è molto utile comprendere in quali aspetti siamo più bravi rispetto ad altri. Nel genere musicale che si andrà a scegliere è basilare avere un bagaglio di conoscenza che ci permetta di distinguere le cose belle da quelle brutte”.

Tony Hadley (Spandau Ballet)
“Prendetevi da subito un buon avvocato”.

Gianluca Petrella
“Il mio consiglio è di suonare uno strumento. Iniziate da lì. La tecnologia sta prendendo il sopravvento anche nel mondo della musica. I giovani sono ormai chiusi nelle loro stanze a produrre basi trap o hip hop. Con questo non voglio dire di mettere in secondo piano l’aspetto tecnologico, che può avanzare in parallelo, dico che è utile avere buone conoscenze di uno strumento e buone conoscenze di software ed apparecchiature”.

Federico Mecozzi (violinista, direttore d’orchestra)
“Il mio consiglio è quello di seguire sempre sé stessi e la propria intenzione espressiva. Oggi è difficile non essere influenzati da quello che può funzionare in radio o dalle mode. Però, se guardiamo nel passato, gli artisti che sono rimasti sono quelli che hanno imposto la loro visione. Questa scelta alla fine è vincente ed arriva sempre al pubblico. Quindi dovete essere sinceri e fedeli alla vostra musica”.

Elliott Williams (Editors)
“È un periodo molto difficile. Oggi è tutto cambiato rispetto agli anni in cui gli Editors hanno iniziato. Adesso qualsiasi attività sembra rivolta verso i social media, perché bisogna creare una consistente fan base. C’è più interazione sociale che musica. Il mio consiglio è di rimanere sé stessi. Non si deve cambiare per compiacere qualcuno o aggregarsi alla normalità di oggi. Continuate a fare quello che sentite sia giusto per voi”.

Datura
“Fate musicalmente quello che volete, quello che sentite, quello che vi piace e vi ispira. Non serve rincorrere le mode ma è necessario crearle. Poi potete aggiungere anche un selfie da pubblicare, ma solo dopo… Prima siate liberi di fare musica!”.

Jim Reid (The Jesus and Mary Chain)
“Mi è difficile dare un consiglio. Però posso dire che bisogna trovare il proprio sound, cercando di seguire la propria strada senza ascoltare i pareri di vecchi come me”.

Maurizio Solieri
“La prima cosa è guardarsi allo specchio e chiedersi se scrivere musica è una scelta che si vuole fare a tutti i costi. Domandarsi: “Amo la musica e mi sento portato, oppure lo faccio perché oggi si può avere successo con un video dove si balla in abiti succinti?”. Non tutti devono per forza fare l’artista. Ci vuole passione, cercando di imparare qualcosa di nuovo ogni giorno. Fare musica vuol dire anche fare rinunce”. 

Margherita Vicario
“Non guardarsi troppo intorno ma il più possibile dentro sé stessi. Non si deve imitare nessuno. Ognuno di noi ha la sua unicità, bisogna mettere a frutto la propria fantasia”.

Angela Baraldi
“Lavora sodo e divertiti. Divertirsi è fondamentale e non compromette la qualità. Ma devi comunque lavorare sodo e essere disciplinat*, se vuoi essere liber*. Non farti abbattere dalle critiche, mai. Questo l’ho imparato dai maestri”.

Samuele Bersani
Oggi chi inizia a fare musica è molto sgamato e probabilmente è lui che può dare un consiglio a me. Quindi mi rivolgo a chi ha pochi mezzi per fare musica, magari solo uno. Impara bene a suonare il tuo strumento. Esercitati all’infinito”.

Fiordaliso
“Bisogna crederci, non mollare mai, tenendo sempre i piedi per terra e considerare anche un piano b. La passione, però, non si deve mai spegnere”.          

Federico Buffa (telecronista Sky Sport)
“Non c’è mai stata nella storia dell’umanità una possibilità come oggi di potersi esprimere. Ormai la Rete permette a tutti quanti di farsi conoscere. Prima c’era la necessità di qualcuno, o qualcosa per arrivare al pubblico. Ora c’è un enorme palcoscenico mondiale dove tutti hanno una possibilità, bisogna usarlo e sfruttarlo”.

Javier Girotto
“Bisogna cercare di fare musica divertendosi. Non occorre accanirsi nello studio tecnico. Oggi il livello dei musicisti si è alzato notevolmente, però se non ti diverti rischi di fare musica con noia e questa noia la trasmetti al pubblico che hai davanti o ascolta i tuoi brani. Fai musica con gioia e questa gioia arriverà durante i concerti e nelle tue canzoni. Troppo tecnicismo non giova. Emozionati e fai emozionare il pubblico”.

Nicola Manzan (Bologna Violenta)
“Il mio consiglio è sempre lo stesso: studiare la musica, imparare tutto quello che si può, soprattutto la sua grammatica, che è alla base. Mi sembra che negli ultimi anni i più giovani abbiano un modo di approcciarsi alla materia musicale più serio, imparando a leggere il pentagramma, ascoltando i generi più disparati, cercando di avere una visione molto ampia di quello che è il mondo del suono. In generale, la musica è una brutta bestia che ti porta a fare molti sacrifici, a volte in cambio di grandi soddisfazioni (molto spesso sono piccole, ma a ben guardare ogni piccola soddisfazione può essere rilevante per non mollare il colpo), quindi la dedizione deve essere totale e qualcosa succede sempre. E quando succede si sta bene, ci si sente meglio e la vita ci sembra migliore”.

Filippo Neviani- Nek
“Chi inizia oggi a fare musica deve possedere un talento adatto alle circostanze. Oggi il talento è l’unica difesa che si può mettere in campo in un mondo così concitato. Chi ha talento riesce a sopravvivere, chi non ce l’ha si fa molto male. Più in alto sali più il tonfo diventerà pesante”.

Laura Carroli (Raf Punk)
“Bisogna avere qualcosa da dire, altrimenti è solo divertimento, non che sia un male ma mi spaventa l’assenza di contenuti che vedo in giro”.

Francesco Baccini
Segui i tuoi sogni, perché oggi si confonde spesso e volentieri la popolarità con quello che invece significa veramente fare il musicista. Una volta il successo era il premio finale di un percorso che si poteva raggiungere, o no. Oggi, invece, si parte dalla fine. I ragazzi grazie ai talent diventano famosi prima di iniziare, poi quando cominciano sono già arrivati al capolinea. Così si creano una valanga di frustrati. Fortunatamente io ho iniziato trent’anni fa quando era più difficile. Però, se avevi un contratto con una casa discografica c’era la garanzia che avrebbero investito tempo e denaro su di te. Quindi fate quello che vi sentite di fare, non fatevi condizionare.

Cosmo
“Fai musica con amore del rischio e della sperimentazione. Non pensare al successo in alcun modo. Fai qualcosa di originale e non inseguire facili illusioni”.

Pau (Negrita)
“Beh direi che è una domanda da rivolgere ai Maneskin e non è una battuta. Il mio unico consiglio per un giovane che vuole fare musica è quello di utilizzare dei criteri legati alla sua generazione piuttosto che alla mia. Mi sento anche di rimarcare che tra poco la musica fatta al computer comincerà ad essere rigettata dal pubblico. Le emozioni riesci a trasmetterle meglio suonando degli strumenti. Insomma fate musica vera”. 

Davide Toffolo (Tre Allegri Ragazzi Morti)
“Oggi nei confronti della musica esistono moltissimi approcci ma la cosa più importante è la determinazione. Bisogna anche capire che ci sono tante strade che sembrano quelle principali, però, esistono altre modalità e sono tutte percorribili. Non si vive solo di talent”.

Ron
“Dipende da cosa si vuole fare nella vita. Se fai musica perché vuoi che diventi la tua professione devi essere sempre te stesso. Non bisogna cadere in profonde buche ed abbandonare. Bisogna darsi totalmente, almeno per me è stato così”.

Boosta (Subsonica)
“Bisogna fare musica con più onestà possibile. Nella musica vale tutto, perché in realtà non ha molte regole da rispettare. L’unico consiglio, da fratello maggiore, è quello di fare musica di cui hai urgenza, perché nel mondo dei grandi numeri qualcuno che vuole sentire quello che hai da dire c’è sicuramente. Però, se fai musica cercando di catturare la gente non funzionerà. Inseguire è sempre faticoso e non sarai mai abbastanza veloce”.

Rachele Bastreghi (Baustelle)
“Studiate ed ascoltate. Non abbiate paura di essere voi stessi e trovare la vostra strada. Oggi tutti possono fare tutto, la gavetta non esiste più, però fatevi delle domande e siate autocritici. Fate qualcosa che vi rappresenti, mettetevi in gioco e siate umili. Fare musica è anche una responsabilità verso gli altri. Quindi bisogna pensare prima di agire”.

Enrico Ruggeri
“Se s’intende fare musica come rivalsa sociale va bene andare da un producer, avere tanti follower, un brano col tempo finto e caricare molti video su Tik Tok. Invece, se si ritiene di essere un musicista vero, bisogna trovare delle persone come te e passare del tempo in sala prove. Bisogna suonare, suonare e suonare”.

Mirko Casadei
“La musica bisogna farla prima di tutto per sé stessi, poi può diventare anche una professione e si può suonare per gli altri. La musica è universale e grazie alla musica puoi avere un’arma in più rispetto alla vita. Consiglio quindi di suonare per divertimento, se poi si hanno le doti e la voglia di lanciarsi in questo mestiere si troveranno occasioni e modi per trasformarlo in realtà”. 

Dandy Bestia/Fabio Testoni (Skiantos)
“Suonate. Suonate. Suonate. Cercate tutti gli spazi adatti e suonateci dentro. I tempi sono molto cambiati dai nostri inizi, adesso i dischi si possono fare in casa, quindi anche andare in sala prove è diventato più raro. Però, se avete questa passione dovete suonare ininterrottamente, perché prima o poi qualcosa succederà”.

Claver Gold
“Non affidatevi alle opinioni altrui. Bisogna credere in sé stessi e bisogna lavorare tantissimo. Per raggiungere l’obiettivo occorre impegnarsi molto e continuare a studiare. I grandi musicisti non smettono mai di studiare. Se si vuole fare del rap si deve leggere e continuare a leggere, imparando dai migliori scrittori e solo dopo si può provare a scrivere le proprie rime. Per imparare a livello tecnico bisogna studiare il rap americano, ma per imparare a scrivere devi ascoltare cosa hanno fatto i grandi cantautori italiani”.

Emidio Clementi (Massimo Volume)
“Piuttosto che puntare sulla tecnica, che poi s’impara, bisogna avere consapevolezza e fiducia nei propri limiti. Bisogna mettere da parte quello che non si riesce a fare, per concentrarsi su quelli che sono i nostri limiti e trasformarli in uno stile”.

Uovo/Cristiano Rinaldi (Pastaboys)
“Il mio consiglio è sempre quello. Fai quello che ti piace, non avere confini, limiti ed esplora. Devi goderti l’attimo. Non si può pensare solo ad essere visibili e famosi, perché diventa difficile e riduttivo. Le nuove tecnologie hanno portato la musica alla portata di tutti a discapito della qualità. Oggi sembra più facile avere successo ma alla fine coloro che ci arrivano sono sempre pochi come una volta. Devi essere innamorato di quello che fai”.  

Inoki
“Non pensare ai risultati immediati, perché solo la costanza paga. Non credere che se un anno non gira come dovrebbe le cose non stanno funzionando. Occorre studiare, per comprendere bene la propria materia e studiare ancora”.

Andrea Mingardi
“La prima cosa è partecipare ai talent ma non credere ai talent. Sono ribalte importanti, esperienze notevoli che possono diventare delusioni enormi tanto da interrompere la passione nei confronti della musica. Ci sono molti giovani convinti di aver talento che hanno messo a rischio la famiglia e la loro vita inseguendo il desiderio del successo. Pensate che uno come me in carriera è morto e risorto almeno una ventina di volte”.

Ciro Pagano (Gaznevada)
“La fruizione della musica è cambiata. Adesso passa tutto attraverso le bacheche virtuali. Bastano 15 secondi di ascolto per decidere se un brano è bellissimo o bruttissimo. Non ci sono chance. Tutto è diventato frenetico. In questo modo si sta creando una frattura quasi a livello di classe sociale. Ora per farti conoscere non esiste più il discografico che ascolta la tua demo ma il tuo lavoro deve passare solo attraverso i social. Bisogna investire tempo e denaro per trovare una adeguata esposizione virtuale. In questi ultimi anni si arriva al discografico dopo aver fatto un milione di visualizzazioni. Però, per fare questi risultati occorre un budget, un grande budget. Il mio consiglio è di seguire il proprio sogno ma non mediate con le vostre emozioni. Bisogna esprimersi senza essere condizionati dalle mode passeggere, perché il trend del momento finirà presto senza lasciarvi via d’uscita”.

Giorgio Canali (CCCP Fedeli Alla Linea, C.S.I., P.G.R.)
“Imparare a far le cose da soli. Essere padroni della propria musica è fondamentale. Bisogna decidere in autonomia cosa fare e cosa farci”.

Ginevra Di Marco
“Bisogna avere un occhio costante alla sincerità. Valutare la necessità di dire certe cose, rimanendo concentrati sul proprio messaggio ed essere autentici. Con la tecnologia di oggi si possono fare dischi con grande facilità, però tutta questa facilità non deve appannare il significato profondo di quello che si è deciso di realizzare”.

Godblesscomputers
“Non cercare di copiare nessuno, ma impara e assorbi più che puoi finché non trovi una tua voce che ti assomiglia davvero, fuori dalle mode”.

Chiara Raggi
“Mettersi nell’ottica di scegliere ogni giorno la stessa strada in stile vocazione e dare importanza agli aspetti di cui siamo soliti disinteressarci: diritti, tutela e previdenza. È l’unica via per trasformare la propria passione in un mestiere e mettersi al riparo da fregature, sempre in agguato!”

Alessandro Cortini (Nine Inch Nails)
“Uscite dall’Italia al più presto. Più si viaggia, più si impara, sia professionalmente sia umanamente”.

Dj Gruff
“Studiare. Studiare . Capire. Studiare. E ancora studiare”

Luca Cavina (Calibro 35)
“Se vuoi fare il musicista prima di tutto devi capire cosa ti interessa veramente. Molte persone che ho conosciuto e che sono diventate musicisti avevano una fortissima passione e la musica era al primo posto nella loro vita.  Successivamente, entrati in questo mondo, hanno capito come districarsi nel tortuoso labirinto. Invece, se inizi con l’idea di voler emergere a tutti i costi o diventare famoso, ti infilerai in un vicolo cieco senza via d’uscita”.

Manuel Agnelli (Afterhours)
“Togliti dalla testa il risultato professionale. Tutti coloro che ho incontrato negli ultimi anni avevano come obiettivo quello di diventare famosi. Non importanti, o influenti ma semplicemente famosi. Alle volte cambiando addirittura genere musicale e personalità. Io tutto questo lo trovo terribile e terrificante. Per me è più importante sviluppare un linguaggio che diventa il tuo linguaggio. Un linguaggio che ti può salvare la vita. Lo dico perché a me è successo. Quindi piuttosto che diventare un infelice di successo smetti prima. Se suoni per diventare famoso non farlo”.

Bring Me The Horizon
“Divertiti. Questa è l’unica cosa importante”.

Rodrigo D’Erasmo (Afterhours)
“Non farlo ma questo sarebbe il consiglio cinico. Invece quello romantico è di farlo solo se si sente una impellente esigenza. Fare musica deve essere una esigenza fisica come andare di corpo. Dopo che c’è questa esigenza bisogna cercare di essere personali, speciali ed unici. Non bisogna emulare nessuno, sia nel passato sia nel presente, perché questo non porta a risultati importanti. Per emergere c’è bisogno di bellezza artistica e straordinarietà”.

Weezer
“Per tutte quelle persone che iniziano oggi a fare musica: ricordati solo che è un’avventura e la tua ricompensa arriverà dall’esplorazione. Inoltre lungo la strada potresti farti alcuni amici che lo saranno per tutta la vita”.

Skin (Skunk Anansie)
“La differenza tra te e tutti gli altri sei tu, quindi assicurati che tutto ciò che fai abbia il tuo timbro personale e provenga dalla tua sete di verità. Poi assicurati che sia fottutamente buono!”

Lodo (Lo Stato Sociale)
“Avere fame e trovare un modo di incanalarla in quello che si scrive. Suonare e soprattutto trovare modi di stare insieme. È quello che ha salvato noi”.

Antonello Venditti
“Se devo essere io a dare dei consigli è finita. Sono loro che devono dare a me dei consigli”. 

Emma Marrone
“Metterci tanto cuore, perché farà la differenza e definirà il vero artista che probabilmente durerà in eterno”.

Alice
“Io non ho consigli da dare, mi dispiace”

Jennifer Batten (chitarrista di Michael Jackson)
“Assorbi tutto ciò che puoi da YouTube e rimani aperto a tutte le forme e i generi di musica che esistono al mondo”.

Corrado Nuccini (Giardini di Mirò)
Il mio consiglio è di pensarci molto bene e possibilmente di non farlo!

Alex Paterson (The Orb)
“Non farlo. Non farlo proprio”.

Paolo Benvegnù
“Non tradire mai se stessi. All’inizio si vuole occupare una parte nel mondo e questo porta, alcune volte, a cercare delle scorciatoie. Invece credo che ci voglia, come nelle arti marziali, molta disciplina, oltre ovviamente al talento. Chi è molto talentuoso deve applicare più disciplina per evitare che il talento diventi controproducente. Da fruitore, la musica che mi colpisce maggiormente è quella che sento sincera e vera”.

Sir Bob Cornelius Rifo (The Bloody Beetroots)
“Oggi è molto importante la qualità della produzione. Bisogna essere molto concentrati su quello che si vuole fare e crederci fino in fondo. Può sembrare scontato, ma adesso è facile perdere la concentrazione e non credere fermamente in quello che si fa. Oggi in tanti cercano diversi escamotage per arrivare al riconoscimento della propria musica. Così facendo non si raggiungono gli obiettivi prefissati”.

Cristina Donà
“Il mio consiglio è di prepararsi tecnicamente e studiare, senza esagerare, perché credo che sia necessario avere delle basi solide nei confronti dello strumento che si decide di suonare. Una buona tecnica ti permette di poterti confrontare con altri musicisti e trovare la propria strada. Iniziare facendo cover è un percorso quasi obbligato, anch’io ho iniziato rifacendo brani di altri, per poi capire cosa volevo dire con le mie canzoni. Un altro suggerimento è di frequentare assiduamente la musica dal vivo, cercare di conoscere produttori, agenzie, club, perché il live è una parte indispensabile del fare musica”.

Caparezza
“Deve iniziare solo se sente la ‘luccicanza’ per rivivere gli eventi passati e prevedere gli eventi futuri. Deve essere come il figlio di Jack in Shining e possibilmente usare lo stesso abbigliamento”

Alberto Cazzola (Lo Stato Sociale )
“Non deve pensare solo alla musica. Non bisogna chiudersi esclusivamente nel mondo musicale perché l’ispirazione può arrivare da tantissime direzioni. Bisogna impegnarsi senza avere il paraocchi sul proprio strumento o sulla propria band. Bisogna guardare il mondo e tutto quello che ci circonda”.

Blaine L. Reininger (fondatore dei Tuxedomoon)
“Vorrei dire a un giovane che pensa di far diventare la musica una carriera, di pensare a qualcosa di diverso, salvo che lui non senta di dover fare musica per rimanere sano di mente. Però deve trovare un modo per far soldi e sostenere la sua attività musicale. Solo una percentuale molto piccola di musicisti riesce a guadagnare abbastanza denaro e vivere di canzoni”.

Mario Biondi
“C’è da lavurer e anche dimondi. Molti ragazzi pensano di vincere alla lotteria ma questo mestiere è quanto di più lontano ci possa essere dalla lotteria. C’è da lavorare per arrivare a un risultato e c’è da lavorare per garantirsi quel lavoro e far sì che diventi una professione stabile”.

Eugenio Finardi
“Bisogna cercare l’originalità. Personalmente ricevo tanti dischi e ascoltandoli ci trovo un Capossela, un Vasco Rossi, un continuo rifarsi a dei modelli già esistenti. Io ho la disperata necessità di sentire qualcosa di nuovo e di diverso. Quindi cercate di essere originali”.

Cristiano De Andrè
“Bisogna avere molta coerenza e una grande autocritica. Un’autocritica con se stessi è fondamentale. Inoltre è importante non fare scelte sulle quali si hanno dei dubbi. Infine ci vuole una grande coerenza e costanza, cercando sempre di fare meglio senza allontanarsi mai da se stessi. Con la coerenza il pubblico si affeziona a quello che fai, dici e al tuo pensiero. Il successo è proprio questo, la gente attraverso la tua coerenza ti considera un artista serio e affidabile”.

Jon Spencer (Jon Spencer Blues Explosion)
“Rinunciate, o se proprio volete farlo mantenete perlomeno una mente aperta”.

Pasquale Pezzillo (leader dei JoyCut)
“È sempre difficile salire su un piedistallo e dare consigli, perché ognuno ha fatto il suo percorso che è diverso da quello di altri. Non esiste nessuna ricetta. Sulla scorta dell’esperienza di ciascuno si può pensare a un consiglio. Per noi la perseveranza e una dignità professionale in campo artistico alla lunga permettono a un progetto di arrivare a determinarsi, ovviamente se esiste un valore di base. Non bisogna pensare che ci sia una strada semplice e facile da intraprendere ma l’importante è che anche quando tutto può essere sull’orlo di deflagrare, se pensi che il tuo progetto rappresenti una tua esigenza interiore e una tua necessità, prima o poi sarà riconosciuto e apprezzato”.

Richard Hughes  (batterista dei Keane)
“Il mio consiglio è innanzitutto di divertirsi e guardarsi in giro per trovare qualche amico che voglia unirsi e fare musica insieme. Come inizio per imparare a suonare uno strumento mi sembra ottimo”.

Joey Burns  (voce/chitarra nei Calexico)
“Divertitevi. Siate positivi. Siate creativi in tutti gli aspetti della musica e del business. Fate musica per chi la ama, piuttosto che per chi ha il simbolo del denaro stampato negli occhi”.

Adam Green
“Non saprei. Fai in modo di suonare ovunque e portati sempre con te una copia della tua musica, per ogni evenienza e per ogni incontro ti possa capitare”.

Dave Lombardo (batterista degli Slayer)
“Give it up! Non farlo!! Non farlo!!  Dopo questo consiglio ci può stare una abbondante risata”.

Eugenio Bennato
“Il mio consiglio è diretto e immediato, deve scrivere cose che non sono mai state scritte. Insomma essere originale”.

Cristina Branco (una delle maggiori interpreti del fado portoghese)
“Rispetta gli altri e sii te stesso.”

 Fiorella Mannoia
“Non è facile decidere di fare il musicista. Il nostro è un Paese piccolo e c’è tanta offerta. Credo che il musicista debba iniziare dal basso, creare una band, iniziare a suonare, studiare e continuare a studiare. Se si vuole uscire dall’anonimato e dalla media dei musicisti bisogna essere dei talenti veri e per diventarlo bisogna studiare. Quando c’è del talento in un modo o nell’altro viene alla luce ma l’applicazione è fondamentale”.

Michi Dei Rossi (batterista de Le Orme)
“Oggi un giovane a livello di tecnica è molto più avanti rispetto a un giovane di qualche decennio addietro. Però i giovani di un tempo avevano l’anima e la creatività. Quindi il mio consiglio è di curare la tecnica, però di dare importanza anche alla parte creativa che sarà l’aspetto più importante del fare musica. Bisogna scrivere belle musiche, belle melodie, magari senza avere una tecnica sopraffina, che si può migliorare continuando a studiare. Io ancora oggi a sessantadue anni, faccio un paio d’ore di studio al giorno. Qualsiasi strumento va studiato tutti i giorni”.

Diego D’Agata (Splatterpink)
“Lascia perdere e mettiti a studiare fisica, astronomia o biologia. Vai ad accelerare e a far scontrare particelle, o a fare ricerca genetica; ma in un caso o nell’altro metti comunque più distanza possibile fra te e l’Italia”.

Giorgio Prette (batterista degli Afterhours)
“L’unico consiglio che posso dare a un giovane è di cominciare a suonare se proprio non ne può fare a meno emotivamente, se sente l’urgenza di fare musica per fare musica. Sconsiglio vivamente di suonare con l’obiettivo di diventare famoso e avere successo, altrimenti diventa un percorso che non augurerei a nessuno. In Italia se il tuo fine ultimo è diventare famoso sceglierei altre strade, non quella della musica.  Per noi è stato così, non abbiamo iniziato e continuato con l’obiettivo di diventare famosi o la ricchezza economica. Per gli Afterhours non è cambiato niente da quando avevamo 25 anni, suonare ci fa stare bene e non possiamo farne a meno. Se io dovessi sentire che questo stato di cose viene a mancare non riuscirei più a salire su un palco”.

Max Casacci (Subsonica)
“Il consiglio di sempre. Il motivo per cui a distanza di tanti anni si continua a parlare di band come i Subsonica è legato alla finalizzazione del concerto. Bisogna riuscire ad avere quel tipo di risultato quanto prima, costruendolo attraverso un rapporto con un pubblico. Io sorrido quando mi dicono: “Abbiamo scritto questi pezzi, abbiamo fatto il demo, poi un disco ma se alla fine se non hai un ufficio stampa, una etichetta, o una radio non si riesce ad emergere”. Non è così, ci sono mille modi se hai qualcosa da dire per dirlo. Nel momento in cui hai in mano una capacità di stare sul palco ed un tuo pubblico puoi amplificare tutto quello che fai e scegliere i partner giusti. Però devi avere una credibilità di partenza. Non bisogna aspettarsi di trovare subito il giusto intermediario, che magari non è interessato alla tua unicità e cercherà di vedere in te quello che è più funzionale a lui. Bisogna, invece, strutturare il proprio carattere evidenziandolo e soprattutto sapere stare sul palco”.