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I partner, le etichette: Trovarobato

La Trovarobato è nata attorno al 2002 /2003 dalla volontà dei Mariposa (gruppo di cui faccio parte) di gestire personalmente la propria attività discografica e la promozione delle proprie musiche. Dopo poco però abbiamo iniziato a ricevere interessamento e proposte anche da altri artisti e l’attività si è allargata. I primi artisti prodotti (oltre ai Mariposa) sono stati Transgender (band nella quale hanno militato Luca Cavina, ora bassista dei Calibro 35 e Paolo Mongardi attualmente bassista di Zeus! e Ronin). Inizialmente abbiamo scelto le produzioni che ci interessavano basandoci soprattutto su artisti conosciuti durante l’attività live dei Mariposa: successivamente siamo passati a una vera e propria attività di ricerca. Non esiste una “musica Trovarobato”: gli album che abbiamo prodotto sono molto eterogenei. Siamo interessati alla “ricerca”, in ogni ambito anche se specialmente nell’ambito della “forma canzone”. Il lavoro dell’etichetta da alcuni anni si è concentrato particolarmente sui meccanismi di promozione online tramite social network e sulla distribuzione digitale: su quest’ultima stiamo puntando molto e stiamo sperimentando una strategia, assieme alla fiorentina A Buzz Supreme, col progetto Digitalea (www.digitalea.it). Se dovessi dare un consiglio a un giovane artista che intende pubblicare il proprio lavoro (specialmente se per la prima volta) direi di guardarsi molto attorno, di essere curiosi, di capire come si muovono le cose, di non concentrarsi esclusivamente sull’attività esecutiva e “di palco”, ma di cercare di sviscerare i meccanismi che risiedono dietro alla produzione di un disco, alla sua promozione, all’organizzazione di concerti. E’ tramite una curiosità di questo tipo che è nata Trovarobato. Conoscere questi meccanismi è molto utile, permette una comprensione ad ampio spettro dei fenomeni, permette di capirli all’interno della loro complessità: e questo vale anche nel caso in cui non si pensi a un’autoproduzione e si consegni poi il proprio album nelle mani di un’etichetta e di un ufficio stampa. Sul nome dato all’etichetta, posso dire che Trovarobato è il titolo di una canzone dei Mariposa, tratta dal primo album “Portobello Illusioni” (2000) e poi ripresa in “Pròffiti Now!” (2005). E’ inoltre “l’insieme degli oggetti necessari all’arredamento di una scena teatrale, cinematografica o televisiva.”. E contemporaneamente identifica il luogo fisico dove contenerli. E’ una buona metafora per un’etichetta discografica, no? Perché ascoltare un disco targato Trovarobato? Per essere piacevolmente sorpresi, ogni volta, a ogni ascolto, a ogni canzone.
Sono molto legato a “Suzuki Bazuki”, un EP dei Mariposa considerato la prima uscita della Trovarobato. è importante perché è uno dei primi esempi in Italia di album interamente scaricabile da Internet (anno 2003). Abbiamo curato tutto internamente, dalla grafica alle strategie di promozione. è inoltre un album importante musicalmente all’interno della storia dei Mariposa, per la presenza di brani strumentali molto articolati e “sperimentali” e canzoni particolarmente diverse dal resto della nostra produzione del periodo.
I valutatori: intervista a Daniele Rumori
Nato ad Ancona il 25 ottobre 1977, Daniele Rumori si occupa di musica indipendente da circa 15 anni. Vive a Bologna dal 1995, città dove ha fondato Homesleep Music (proclamata dalla stampa italiana migliore etichetta discografica indipendente del nostro Paese), di cui è stato direttore artistico fino al 2009 e per la quale hanno inciso gruppi come Giardini Di Mirò, Yuppie Flu, Julie’s Haircut, Fuck, Cut e Midwest. Da circa 10 anni è uno dei gestori, nonché responsabile della programmazione, del Covo Club di Bologna.
Raccontaci un po’ la tua storia: perché hai deciso di lavorare nella musica?
“Tutto è iniziato per caso. Quando avevo 17 anni alcuni miei amici avevano una band, gli Yuppie Flu, e andavo in giro con loro ai concerti dalle parti di Ancona, la nostra città. Quando sono arrivate le prime offerte discografiche abbiamo pensato di fondare un’etichetta per non lasciare la loro carriera in mani ‘sconosciute’. Ora mi sembra quasi impossibile essere ancora in questo mondo 15 anni dopo, anche se non più in ambito discografico”.
Gran parte di questa tua carriera l’hai passata però a Bologna, città in cui lavori tuttora: come hai visto modificarsi la scena negli anni?
“La scena musicale bolognese è sempre stata molto viva, ci sono tanti gruppi fantastici: penso agli A Classic Education, ai miei amati Cut ma anche a Forty Winks, The Tunas, Laser Geyser o The Valentines. Il problema è che si tratta di gruppi composti quasi esclusivamente da gente che ormai ha trenta o più anni… Ecco, mi sembra che stiamo vivendo un periodo di stasi. Dei nuovi, a parte Altre di B e Legless non ci sono molte altre band giovani che stia facendo parlare di sé, e Bologna ha davvero bisogno di qualche ventenne di talento che riesca a fare un po’ da traino”.
L’etichetta di cui parlavi all’inizio era Homesleep Music, che da qualche anno ha chiuso. Come mai?
“Quando abbiamo dato vita ad Homesleep in Italia, predicavamo nel deserto, siamo stati la prima etichetta indipendente con un accordo di distribuzione che prevedesse il pagamento dei dischi. Grazie a un computer e alle mail che mandavo siamo riusciti a diventare internazionali, distribuiti in 17 paesi. Poi nel dicembre 2009 abbiamo deciso di chiudere perché a causa del filesharing il mercato discografico tradizionale stava entrando in crisi, e per sopravvivere bisognava cambiare l’idea di fondo dell’etichetta. E noi non avevamo abbastanza stimoli per farlo. Siamo comunque la dimostrazione che la tecnologia offre delle possibilità enormi a chi ha le idee giuste e la capacità di muoversi attraverso i nuovi media, e che si va verso un mondo in cui molto probabilmente le major sono destinate a scomparire, mentre le indies prolifereranno grazie alla capacità di adattarsi”.
Da direttore artistico, dai un consiglio a un musicista che vuole approcciare una label.
“Gli direi di provare a mettersi nei panni del direttore artistico, a affinare al massimo il proprio materiale prima di proporlo. Il fatto è che le band non dovrebbero darsi come primo obiettivo quello di fare un disco e avere un’etichetta. Spesso infatti la cosa che mi colpisce di più, in negativo, quando ascolto del materiale, è la fretta con cui è stato registrato: una volta, visto che entrare in studio costava come comprare un’auto, prima di registrare i primi brani una band li affinava per almeno un paio di anni. Oggi dopo 3 giorni di prove registra e dopo nemmeno una settimana inizia a divulgare il materiale. E’ raro ascoltare un demo in cui si sente che il gruppo è affiatato e che ha lavorato a lungo per trasformare delle semplici idee in qualcosa di più sostanzioso”.
E di errori di valutazione ne hai mai fatti, rifiutando qualcuno che poi hai avuto successo?
“Come discografico c’è stato qualcuno che ho rifiutato e che ha invece avuto fortuna, ma sono cose che continuano comunque a non piacermi. Da promoter qualche errore l’ho fatto, tipo la volta che non me la sono sentita di fare i Kooks al loro esordio e poi fecero sold out all’Estragon, oppure quando un paio di anni fa ho preferito non fare la sconosciuta Anna Calvi per un cachet davvero molto basso. Capita. Però se penso che ho fatto suonare al Covo gruppi come Franz Ferdinand, Mumford & Sons, Gossip, Animal Collective, The XX, Broken Social Scene o The Decemberists allora credo che, facendo un bilancio, siano di più le volte che ci ho preso”.
Sono anni che collabori con il progetto Sonda. Come cambia il tuo approccio lavorativo rispetto a quello con artisti che ti contattano utilizzando altri canali?
“In generale sono una persona molto istintiva, quindi quando mi capita di ascoltare artisti nuovi di solito la mia reazione è sempre molto netta: mi piace/non mi piace. Con Sonda devo sempre fare il passo successivo, ovvero cercare di capire perché il materiale che sto ascoltando mi sembra buono oppure pessimo. È un processo davvero molto stimolante”.
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TSAR – SONDAinONDA
TSAR è il nome della bomba atomica più potente mai prodotta. La scelta del nome è dettata dalla suggestione, ma l’esplosività è sicuramente un concetto caro al quintetto Modenese attivo sulla scena dal 2008 e le cui influenze spaziano dall’Hard Rock al Grunge più malinconico.
Il loro album di debuto, 12 Cose Divertenti Che Non Devo Fare Mai Più, è una collezione di pezzi composti tra il periodo di nascita della band, quando gli TSAR erano ancora solo un’idea nella mente di Zanna e Meghe (chitarre), fino alle prime jam con la formazione completa che, grazie all’ingresso di Marcello nel progetto, ha permesso uno sviluppo lirico oltre che strumentale.
L’autoproduzione per loro è stato un passo naturale, dando così sfogo e completa libertà al flusso creativo che parte dalla scrittura di un pezzo e arriva al suo mixaggio. La parola d’ordine è “eclettismo”.
Nell’intervista per SONDAinONDA ci raccontano tutto questo e ci lasciano anche una versione acustica del brano ‘Prova a Fingere’ in esclusiva per il nostro canale Youtube.
URIEL – SONDAinONDA
La rock band URIEL nasce a fine novembre 2011 con l’intento di proporre materiale inedito composto durante un periodo di lontananza dalla scena musicale. Il progetto unisce il cantautore Mich con Chiga e Costa, rispettivamente bassista e chitarrista con background metal e Pier alla batteria.
URIEL propone musica e brani propri con influenze rock-grunge alternativo con un pizzico di elettronica.
Il loro primo Ep Defectology vanta la produzione artistica di Andrea Zanichelli (ex Nucleo) e Claudio Chiari (ex Baustelle). Per SONDAinONDA ci raccontano la nascità del gruppo, il significato del nome URIEL, la nascita dei testi e ci regalano anche una versione acustica del brano Civil Ballad of Soul Destroy in esclusiva per il nostro canale Youtube.
Nicoletta Noè – SONDAinONDA
Nicoletta Noè si avvicina al mondo delle arti all’età di 15 anni quando scopre che con teatro e la danza è possibile giocare. Entra a far parte della compagnia teatrale “Bottega Dei Mestieri Teatrali”, col regista Giulio Cavalli, con cui rappresenta “E’ Arrivato Godot”, spettacolo scritto e diretto dallo stesso Cavalli. La prima chitarra di Nicoletta entra in rotta di collisione con i compiti e le versioni di greco. Hendrix, Jonh Martyn, The Jayhawks… non possono essere messi a tacere, ed è così difficile spergnere lo stereo! A 20 anni, nel bel mezzo degli studi universitari, riceve una borsa di studio per studiare alla Nam di Milano, dove si diploma in canto. Lo studio le apre le porte della percezione. Il pianoforte. La musica è un linguaggio raffinatissimo che ciascuno sente come può.
Nell’Ottobre del 2012 viene pubblicato Il Folle Volo, il suo album di debutto, un’esordio dal carattere forte in cui sono concentrate tutte le sue passioni musicali e di cui potete avere un assaggio ascoltando la versione acustica del brano Dovecomequando che ci ha regalato a fine intervista in esclusiva per il nostro canale Youtube.
Blackie Drago – SONDAinONDA
Le Blackie Drago iniziano a suonare nel maggio 2011 a Bologna come trio composto da Margot (voce e basso), Twiggy VonHammers (chitarra) e Coco Jones (batteria). Registrano un demo che include quattro canzoni originali che oscillano tra sonorità shoegaze e dream pop. Le influenze spaziano da gruppi storici come Beat happening, Velvet Underground, Raincoats e Slowdive e gruppi della nuova scena americana come Best Coast, Diiv e Zola Jesus.
In questa intervista ci raccontano com’è nato il gruppo e come, da subito, abbiano avuto le idee chiare sull’obiettivo album (in arrivo) registrando il più possibile per raggiungere visibilità e nuovi fan. Potete inoltre ascoltare la versione acustica della canzone Blue Girl che ci hanno regalato a fine intervista.
Nix Olimpica – SONDAinONDA
Da ben 17 anni i Nix Olimpica continuano ad evolversi nel loro sound carico e graffiante alternato a sonorità psichedeliche che ci riportano al Grunge dei Nirvana o degli Alice in Chains, ma sarebbe riduttivo rinchiuderli in un unico genere. Rock’n’roll, indie e stoner si uniscono a una scrittura introspettiva andando a creare un magma inarrestabile che è ormai garanzia di qualità.
Nel 2011 hanno pubblicato un nuovo album, “The Best Time“, progetto dal titolo ambizioso che non ha disatteso le aspettative, e al momento stanno scrivendo nuovi brani per il prossimo lavoro. Sentiamo cos’hanno avuto da dirci…
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