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Sonda Tour: le aperture nei locali partner 2018/2019

Ecco le prime aperture confermate con gli artisti di Sonda per questa stagione di collaborazione con live club e festival dell’Emilia Romagna:

COVO CLUB
– 12 ottobre: SILKI + CADORI in apertura a Molly Nilsson + Generic Animal
– 23 febbraio: OAKS FOR RENT 
in apertura a Trail of Dead

BRONSON
– 12 ottobre: DELLA + BY.LL in apertura a Santii

OFF
– 16 novembre: IL CORPO DOCENTI
in apertura a Matteo Borghi dj
– 7 dicembre: COLLECTIN’S SPARKS in apertura a Matteo Borghi dj
– 22 dicembre: LUDWIG MIRAK in apertura a La Municipal
– 26 gennaio: FUXIMILE, SAPONE INTIMO, ROADHOGS in apertura a Passerotto dj

LA TENDA
– 12 ottobre: GIVE VENT in apertura a Fine Before You Came
– 16 febbraio: LE ZAMPE DI ZOE + ELIA 
in apertura a Colombre
– 7 marzo: GIACK BAZZ
in apertura a Fast Animals and Slow Kids
– 21 marzo: BARONE LAMBERTO
in apertura a Willie Peyote
– 11 aprile: IL GRANDE GALLO NERO in apertura a Maria Antonietta

SPLINTER CLUB
– 12 ottobre: OVERTOUGHT + IL CORPO DOCENTI in apertura a Scarda
– 1 febbraio: MESSIA in apertura a Cor Veleno
– 5 maggio: BINGE DRINKERS in apertura a Little Villains

LOCOMOTIV CLUB
– 1 marzo: MESSIA in apertura a Dutch Nazari
2 marzo: LUCA MARIA BALDINI in apertura a Giardini di Mirò
– 4 aprile: ONE GLASS EYE
in apertura a Fil Bo Riva
– 23 maggio: GIACK BAZZ in apertura a The Messthetics

FESTA DELLA MUSICA DI NONANTOLA (MO)
– 14 giugno: FUNNETS in apertura a Rumba de Bodas

FESTA DELLA MUSICA DI MODENA
– 21 giugno: GIACK BAZZ, MEDICAMENTOSA, DAVIDE AMATI  in apertura a Dutch Nazari e Giorgio Poi

GODOT FESTIVAL
– 6 settembre: ANDRE VELENO + FUCKING COOKIES  in apertura a Auroro Borealo
– 7 settembre: HYGGE in apertura a Venerus + Lo Straniero

 

I pensieri dei valutatori: Marco Bertoni

Nuovi negozi di dischi stanno aprendo un po’ dovunque. Il vinile è tornato ad essere un supporto amato ed acquistato. Ai concerti si registrano sold-out ad un ritmo vertiginoso, mentre i talent e il Festival di Sanremo macinano share da capogiro. Sono segnali di una ripresa o di una imminente apocalisse? Ecco cosa ne pensano i valutatori di Sonda.

Da molti anni faccio il produttore musicale e mi trovo spesso ad affiancare professionalmente giovani artisti che vogliono concretizzare il loro lavoro e che vogliono proporsi all’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori.
Ho quindi la possibilità di vedere le due facce della medaglia: chi fa le cose e chi prova poi a venderle.
In questi ultimi tempi le praterie lasciate libere dal declino dell’industria discografica sono state invase da altri soggetti commerciali, più adatti a rendersi protagonisti del mercato.
Esempi di questi soggetti sono Nicola Cani, Bomba Dischi, Maciste Dischi, 42Records.
Questi non sono rivoluzionari, non hanno soppiantato nulla.
Hanno colmato spazi imprenditoriali lasciati vuoti dalle majors che si sono ridimensionate e che ora si occupano d’altro (molto spesso però collaborando con loro per alcuni segmenti della filiera).

• I giovani artisti esordienti non sanno di quanto si è ridimensionato il lavoro in termini economici se paragonato a 20 anni fa quando una hit ti cambiava la vita, non sono figli del declino ma costituiscono la generazione dopo il declino che, anche dal punto di vista artistico, non subisce pesantezze o depressioni.
Una generazione che non deve portare testimonianza di alcunché ma può e vuole essere solo di intrattenimento, più o meno leggero.
• Il declino può essere individuato come coincidente con l’epoca televisiva, i lunghi anni di televisione commerciale, un buio culturale.
La ripresa è paradossalmente individuabile con la nascita del web (o per meglio dire con l’inizio di un uso specifico del web dato dai suoi tempi e dai suoi linguaggi) che ha di certo generato la grande crisi industriale della vendita dei supporti (cd, film, giornali), ma ha anche poi generato nuove procedure e opportunità promozionali e nuovi mercati per nuove generazioni di artisti e di consumatori.
Chi è vecchio o hipster e ama gli oggetti, la musica la compera volentieri in vinile, di cui osserviamo una ripresa commerciale oramai consolidata.
Chi è giovane la musica non la compra, la ascolta e basta, dalla rete.
• Parallelamente, gli eventi live tornano ad affermare la loro importanza come momento sia popolare, sia economico.
È impossibile immaginare un prodotto musicale odierno che non abbia una valenza live, senza la quale tale prodotto non sarebbe utile a generare consensi popolari e incassi.
• In termini artistici chi costituisce la scena indipendente è passato dall’essere “protagonista perché antagonista” all’essere “protagonista” e basta. Cioè se prima essere “contro” aveva una valenza rappresentante una precisa collocazione sia culturale che di mercato, ora non vi è più “alternativa”: la scena indipendente è diventata tutt’uno con la scena mainstream, a parte qualche rivolo di risulta dai vecchi tempi.
Culturalmente sono stati sdoganati, digeriti e superati tanti aspetti e tanti tabù che hanno irrigidito e reso disperata e per certi versi snob per molto tempo la musica indipendente italiana.
La musica definita indipendente o alternativa è oggi diventata in breve tempo mainstream e popolare, trovandosi già adatta e pronta per quell’uso.
Vedere oggi il cast di Sanremo mescolarsi al cast del Primo Maggio non deve apparire strano.
• Senza problemi i nuovi cantautori e autori di canzonette rifanno (in parte) il verso a voci e a melodie considerate fino a poco tempo fa inavvicinabili (echi di Venditti, Dalla, Battisti ecc), e così sentiamo delle nuove canzoni, che possiamo cantare tutti insieme, con melodie e testi contemporanei.
Escono sul mercato nuovi nomi che muovono interessi e soldi, e questo per l’Italia è un dato positivo per tutta la scena.
Le estati tornano ad avere le canzoni di successo, dopo anni di oblio delle canzonette.
Il juke box degli anni 60 e 70 adesso è dentro ogni telefono.
E rimbalza sulle radio e nelle TV.
Il click, il passaggio, è avvenuto durante l’apertura di Radio DeeJay alle musiche di Cosmo e di Brunori SAS, è avvenuto con l’uscita di Calcutta, con l’uscita di Motta, con la crescita mainstream de Lo Stato Sociale, la conferma stilistica de I Cani.
Intendiamoci, non è che si sono aperte le porte del paradiso a cani e porci: le forche caudine della qualità del linguaggio, di cosa funziona e cosa no, ci sono sempre.
I progetti sopra scritti hanno avuto anni di incubazione, crescita, gavetta.
Può cambiare l’attitudine, ma c’è sempre bisogno di essere a fuoco come prodotto, di lavorare tanto, di avere un ruolo attivo soprattutto in una scena germinale live, vero banco di prova per la selezione e la crescita dei prodotti.
• Adesso per chi ci prova c’è la concreta consapevolezza (non più solo la speranza), che se si è adatti al mondo della comunicazione e del mercato ci sono delle possibilità di uscire fuori e di farsi notare, di segnalare la propria esistenza.
Intorno agli esordienti non vi è più il deserto che costringeva noi produttori a dover spiegare ai gruppi ed agli artisti che, parallelamente alla produzione di un progetto, ci si doveva occupare in proprio di mettere in fila – se non sostituire – tutti o quasi tutti i pezzi di una filiera ‘discografica’ e ‘manageriale’ che era sempre più estemporanea disperata e agonizzante.
Fino a pochi anni fa si auspicava una forzata autarchia che oggi pare non più necessaria in modo così disperante.
• La generazione del dopo declino non sente il peso ed il fardello culturale del fare musica ereditato dagli anni 60/70.
Per la maggioranza degli artisti alternativi non si è più degli “antagonisti con la voglia di fare soldi”, ma si è dentro e parte della macchinetta dello spettacolo.
Si è, finalmente e consapevolmente, “intrattenimento”.
Intrattenimento è una parola utile per spiegare la leggerezza l’energia e la differenza di come vengono sentiti il fare il vendere e il consumare musica oggi, rispetto alle generazioni precedenti.
Gli autori di Sanremo attenti ad accontentare ogni possibile ascoltatore, da decenni riservavano una casella alla musica indipendente italiana.
Subsonica, Blu Vertigo, Afterhours…
Oggi quella casella si è parecchio allargata e, il tentativo di “partecipare provocatoriamente per valorizzare la propria differenza e contrapposizione”, da attitudine è mutato in naturale ammiccamento e voglia e piacere di vincere.
• Ridefinito il “nuovo mainstream” molti individuano nella musica trap l’odierna tendenza “ribelle” e “contro”.
Per tutte le cose scritte più sopra non credo sia applicabile una definizione e soprattutto una analisi simile; trovo interessante però osservare che la trap da un punto di vista commerciale e comunicativo utilizza esclusivamente il web per quanto riguarda la diffusione e la promozione.
È musica che gira solo nei telefonini, nelle playlist e nei passaparola.
Poi, come ogni corrente alternativa, travasa alcuni progetti nel mondo mainstream.
• A livello planetario il comparto entertainment ha davanti a sè ancora una bella prospettiva di crescita (la nostra società per come è e per come sarà richiede e richiederà valvole di decompressione, momenti di realtà virtuale dove la gente possa utilizzare il “tempo libero”).
Quindi c’è e ci sarà richiesta di musica che ci tenga compagnia.

I pensieri dei valutatori: Carlo Bertotti

Nuovi negozi di dischi stanno aprendo un po’ dovunque. Il vinile è tornato ad essere un supporto amato ed acquistato. Ai concerti si registrano sold-out ad un ritmo vertiginoso, mentre i talent e il Festival di Sanremo macinano share da capogiro. Sono segnali di una ripresa o di una imminente apocalisse? Ecco cosa ne pensano i valutatori di Sonda.

Avevo 14 anni e studiavo in collegio. L’anno prima ero stato bocciato e i miei avevano pensato bene di spedirmi a Lodi in un istituto gestito dai Barnabiti: secondo mio padre lì avrei potuto riflettere meglio sulle conseguenze di un anno ”buttato nel cesso”.

In collegio vestivamo tutti di blu, chi aveva i capelli lunghi se li doveva tagliare e se ti comportavi bene durante la settimana, il weekend potevi tornartene a casa.

Una piccola Alcatraz per studenti “problematici” o ragazzi provenienti da famiglie divise.

Per fortuna accanto alla palestra c’era una specie di sala musica con ampli, giradischi e un discreto impianto. Con una decina di altri convittori (ci chiamavano così) passavamo i nostri pomeriggi ascoltando le decine di vinili che di settimana in settimana ci portavamo da casa. Con tre di quei compagni ho formato la prima band in cui ho suonato.

In quel periodo ascoltavo punk inglese: gli Uk Subs, i Damned e gli Undertones i miei gruppi preferiti. Ma fu in mezzo a quelle pile di dischi che scoprii album come Outlandos d’Amour, Remain in Light o Systems of Romance, solo alcuni dei vinili che ho letteralmente consumato in quei mesi.

Quando ritornavo a casa per il weekend passavo il sabato pomeriggio da Buscemi o al New Kary in via Torino. Due negozi di dischi dove ho comprato decine di vinili: ricordo che in quel periodo (primi anni 80) costavano 7000 lire, al netto di Istat e adeguamenti vari stiamo parlando di meno di 4 euro…

Ho ancora la maggior parte di quegli album, e il fatto di vedere oggi negli scaffali della Feltrinelli o della Mondadori sempre più 33 giri non può che strapparmi sorrisi anche se in realtà non so quanto questa tendenza possa significare qualcosa di sostanziale per il mercato discografico.

Però mi piace pensare che in mezzo a un panorama musicale così precario e in affanno, il ritorno del vinile possa rappresentare una piccola svolta, un’indefinita forma di cospirazione, una presa di posizione di chi alla musica ha voluto e continua a voler bene.

È un periodo buio questo, in cui sentirsi rappresentati è impresa complicata. E questa politica e questa società dovrebbero indurre a profonde riflessioni o portare a scelte nette, anche in musica, perché si possono dire tante cose con i suoni e le parole e per chi ci crede, i musicisti sono tutti un po’ come Dan Aykroyd e John Belushi, in missione per conto di Dio.

P.S.
Personalmente ho ripreso a suonare in questo periodo dopo 10 anni di stop volontario e consapevole. L’ho fatto al netto dei casini (professionali, economici, etc) che questa scelta avrebbe e sta comportando.

E insieme a un nuovo basso e a un vocoder di seconda mano, in casa è rientrato anche un giradischi (si lo so, dovrei dire piatto ma mi perdonerete, sono solo un piccolo cospiratore).

Andre Veleno: SONDAinONDA

Andrea Bagni è di Modena e ha poco più di trent’anni. Due anni fa partecipa al concerto di Vasco – Modena Park – e in quell’occasione decide di dare voce al mondo che ha dentro, un modo di musica e di parole. E’ così che nasce Andre Veleno, il primo luglio del 2017.
A fine intervista Andre ci ha lasciato una versione acustica di Voglio una vita vista mare.

SONDAcase: Le Zampe di Zoe

Le Zampe di Zoe nascono nel 2016 dalla fusione dei progetti solisti di Edoardo Baschieri ed Elisa Debbi. Dopo circa un anno pubblicano il primo brano Mess is Mine a cui fa seguito, nel 2019, il primo album Cinema Lumiere.
A SONDAcase hanno presentato, oltre ai brani dell’album, anche un paio di inediti.

SONDAcase: FAKIR THONGS

I Fakir Thongs nascono a Modena nel 2012. La loro musica si ispira allo stoner rock anni ’90 e allo space rock degli anni ’70 e unisce melodie orecchiabili e atmosfere psichedeliche. Il primo ep esce nel 2013, l’ultimo cd nel 2018 – Lupex. Nel mezzo parecchi concerti in Italia e una tournée in Europa dell’Est.
Per SONDAcase hanno ri-arrangiato sette brani in versione acustica e con una formazione ridotta rispetto al trio abituale.

Moriel: SONDAinONDA

Moriel è il progetto solista di Riccardo Moriello, attivo dal 2015. Nel 2016 vengono pubblicati i primi brani, il genere può essere definito pop elettronico, le liriche sono italiano. A breve uscirà il nuovo ep contenente due brani, uno dei quali dedicato all’attrice Emma Stone.

A fine intervista Moriel ci regala in anteprima Non ci ripensi mai in versione acustica.

SONDAcase: TREROSE

I Trerose sono una band modenese attiva dal 2015. Presentano oggi cinque brani in versione acustica tratti dal loro cd di debutto Pop Noir.
La descrizione che i Trerose danno della loro musica è esaustiva e non lascia molti dubbi: “musica pop dalle sonorità scure e con divagazioni sorprendentemente psichedeliche, suonata alla vecchia maniera con poca elettronica e tante riprese in diretta”.

SONDAcase: PANDOREA

Le Pandorea sono una band modenese nata nel novembre del 2015.
Per SONDAcase presentano cinque brani tratti dal loro loro primo EP intitolato XX, uscito a novembre 2018. Un mix di energia rock’n roll, atmosfere metal e ballad, oggi in versione acustica.

Moest: SONDAinONDA

Moest è un progetto musicale modenese che prende forma da svariate influenze: jazz, funk, bossanova e rock uniti a testi astratti e performance live inusuali.
La band ha pubblicato nel giugno 2018 il primo ep Distort che contiene 7 brani.
In coda all’intervista i Moest hanno suonato in versione acustica il brano Amo il verde.