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Category Archives: Gli ascolti di Sonda 2017
LELIO PADOVANI: Waves
A vederlo sulla copertina di “Waves” pensavo di avere tra le mani il nuovo EP di Mike Oldfield, invece si tratta del nuovo capitolo discografico del parmense Lelio Padovani. Appena mi sono riavuto dallo scambio di persona ho deciso di cominciare l’ascolto. Però fin dalle prima note di “Time traveller” sono ripiombato nel mondo di Oldfield (e questo non vuole essere un appunto negativo ma piuttosto non elogio). Padovani è il nostro Mike, attento al suono perfetto della sua chitarra e del tappeto sonoro sul quale appoggiano le note musicali sprigionate dalle sei corde. Un tocco alquanto delicato è il marchio di fabbrica di Lelio. Onde sonore (come ci suggerisce il titolo dell’ep) che avvolgono l’ascoltatore in un viaggio siderale. Colonna sonora di un sogno, soundtrack di una fiaba interstellare, antipasto di un pranzo a base di misurate portate dai sapori speziati. Quattro le tracce strumentali di “Waves”, accomunate da un’eleganza tipica delle migliori firme d’alta moda. Lelio Padovani continua il suo peregrinare artistico. L’amore per la chitarra è il suo credo assoluto.
(Autoprodotto) CDEP
OYKU: Got the looks
Oyku non è da confondere con il personaggio della soap opera “Cherry season”, interpretata da Ozge Gurel, perché la “nostra” Oyku è una cantante che vive in Emilia-Romagna, di origini turche (è nata a Smirne), che ama alla follia la musica pop. Ultimamente ha registrato e pubblicato un nuovo singolo, “Got the looks”, prodotto da Ettore della Campa a Minorca, un brano che potrebbe benissimo apparire in qualsiasi tracklist di qualsiasi album di pop music trasmesso in alta rotazione sulle frequenze radiofoniche di network nazionali o uscire a tutto volume dagli impianti stereo di autovetture in giro per la città. Oyku ci crede e fa bene, perché qui è tutto realizzato alla perfezione. La sua voce ben si adatta al pezzo pop dance, dimostrando carattere e padronanza. Carattere che si può ascoltare anche nel nuovissimo singolo, “Fell for you anyway”, brano lento d’atmosfera. Se vi capita (esperiamo che vi capiti) sulla pagina Facebook di Oyku c’è anche una cover di un brano di Adele di tutto rispetto. Brava e caparbia, mentre voi non fate finta di rinnegare il pop per partito preso che di nascosto lo ascoltate.
(Autoprodotto) Singolo Digitale
ONE GLASS EYE: Elasmotherium
Con One Glass Eye c’è un problema. C’è il problema che sai che si chiama Francesco Galavotti, abita a Modena e l’hai visto nei panni di leader dei Cabrera. Un bel problema perché “Elasmotherium” dovrebbe arrivare dentro il tuo lettore cd attraverso una casa discografica statunitense, distribuita nel North Carolina, da un manipolo di ragazzi barbuti e qualche ragazza che ama il folk rurale. Ecco One Glass Eye ha il grosso problema di essere italiano, sì avete letto bene, il GROSSO problema, perché alle nostre latitudini il suo folk rock cantato in inglese è difficile da digerire se non hai origine a stelle e strisce o puoi vantare un cugino che si chiama Kurt Vile. One Glass Eye armato delle sua chitarra (e della sua voce) ce la mette tutta per farci dimenticare le sue origini e ci riesce, per davvero, ci riesce eccome. Lui è il tipico artista che oggi va tanto di “moda”, scanzonato, malinconico, triste ma col sorriso stampato in faccia, un loser che però ha già in tasca il biglietto (vincente) della lotteria. Nove tracce. Nove affreschi che ti mettono addosso una voglia irrefrenabile di stare sotto una pioggia battente per delle ore. Per il gusto di sentirti libero. Libero per davvero.
(Out Stack Records) CD
MISTICANZA: Oltre
“Per misticanza normalmente si intende un misto di varie erbe da condire in insalata, ma anche mescolanza, miscuglio”: un nome quanto mai azzeccato quindi quello di questo trio composto da due chitarre (Marco Perona, Francesco De Vita) e un set di percussioni curate da Silvia Braga. Nisto che nella loro musica rigorosamente strumentale si possono infatti cogliere tutta una serie di sapori, che vanno dalle spezie sudamericane e spagnole fino ai sapori forti della tradizione musicale nostrana. Alla base delle composizioni, tutte rigorosamente originali, predomina il backgound musicale dei due chitarristi, che affonda le proprie radici nel flamenco e nella bossa nova, rivisitati senza distogliere l’attenzione anche dal jazz e dagli stilemi della musica classica. Nel complesso questo “Oltre” è un prodotto ben confezionato e tecnicamente ineccepibile, in grado di superare il limite di essere un album fortemente di genere, per farsi apprezzare non solo dai patiti della chitarra.
(Autoprodotto) CD
EMILIANO MAZZONI: Profondo Blu
Arriva così il terzo album di Emiliano Mazzoni, che con questo “Profondo Blu” mette un nuovo e importante tassello nel mosaico del proprio percorso artistico. Importante perché già dalle primissime note della opener “Al mio funerale” si scorge che la musica e la voce di Emiliano sono più a fuoco, il pianoforte decisamente al centro delle composizioni non sovrasta gli altri strumenti (pochi in verità, ma sempre ben orchestrati) e la voce profonda, quasi sussurrata, intima, abbraccia l’ascoltatore come il “Profondo Blu” del titolo, che sia delle profondità del mare o di una notte senza luna, poco importa. Ed è così che ci si ritrova in un luogo indefinito in cui può succedere di tutto, perché le canzoni sono una dimensione in cui per Mazzoni può (parole sue) “succedere quel cazzo che ci pare”. Dodici ballate avvolgenti e disturbanti, dal mood western (ma non country) e sciamanico, che richiamano alla mente le atmosfere del Nick Cave più intimo. Un album da ascoltare nel silenzio della notte.
(Private Stanze) CD
MASSIMILIANO MARTINES: Ciclo di lavaggio
Terzo lavoro discografico per il bolognese Massimiliano Martines, che con questo “Ciclo di lavaggio” riconferma e rinsalda la sua collaborazione con Vince Pastano (chitarrista di Vasco Rossi e Luca Carboni) e Antonello D’Urso (Battiato), e il produttore Max Messina, fondatore di Liquido Records. Passati ben quattro anni dal precedente “Meccanismo Estetico”, Martines torna con dieci brani ipnotici, in cui la base musicale essenzialmente rock (chitarre, basso e batteria) si trasforma in strutture concentriche e ipnotiche, in bilico tra cantautorato, post-rock, gothic-rock e sonorità fuzz. I testi, evocativi e introspettivi, restituiscono una visione caustica del presente: basta pensare al brano ‘La guerra dei fiori rossi’, che rilegge l’omonimo film di Zhan Yuan sui metodi repressivi dell’educazione infantile in Cina, filtrato dalle suggestioni di una visita ai campi di concentramento di Auschwitz. Un disco con cui Martines si colloca tra le realtà più interessanti della tradizione alternativa italiana, raccogliendo lo scettro di quelli che furono CCCP, CSI e PGR.
(Dry-Art Record) CD
FABRIZIO LUGLIO: Senza disturbare
Che sia un musicista esperto, Fabrizio Luglio, lo si capisce già dalla sua biografia: torinese di nascita e, dopo un periodo di studi musicali in Inghilterra, Bolognese di adozione, dal 1994 in avanti ha sempre fatto musica, in diverse formazioni, continuando a scrivere e ad ampliare i propri orizzonti musicali, e dal 2008 inizia il proprio percorso solista di cui questo “Senza disturbare” è il secondo episodio (seguito di “Musica per Gerani” del 2011). Quello di Fabrizio è un rock pop maturo, in linea con quella che è la tradizione italiana del rock da classifica, senza paura di cercare il ritornello orecchiabile con testi comunque ben scritti e arrangiamenti curati, e nel complesso questo “Senza disturbare” è un album che piacerà agli amanti del rock melodico. Insomma, se cercate un album di rottura: non ascoltate Fabrizio Luglio. Se vi piace l’heavy metal: non ascoltate Fabrizio Luglio. Se siete amanti del reggae: non ascoltate Fabrizio Luglio. O magari si, chissà che non vi conquisti.
(Realsound) CD
LUBRIFICATION: Squalid Circus
Sono passati un paio di anni dall’ultima volta che ci siamo ritrovati a parlare, discograficamente, dei Lubrification, trio “hybrid punk” (così si definiscono) proveniente da Modena. E in questi due anni, a giudicare da quello che si sente in “Squalid Circus”, qualcosa è cambiato: le coordinate sono infatti sempre quelle del punk, che si arricchiscono però di ritmiche e sfumature quasi vicine all’heavy metal, in quattro brani che ricercano la forma del concept album, una storia (breve) che si muove sullo sfondo dei freak show dell’America di fine ‘800. Un’operazione coraggiosa, anche se a dire il vero non del tutto riuscita, principalmente per le strutture molto complesse dei pochi (e lunghi) brani che compongono la tracklist, quando una suddivisione più segmentata della storia in pezzi più brevi forse avrebbe aiutato. Comunque sia, con questo nuovo capitolo i Lubrification dimostrano di iniziare ad avere uno sguardo più ampio sulla propria musica, e se con “Squalid Circus” hanno preso la mira, aggiustando il tiro faranno centro al prossimo colpo.
(Autoprodotto) CD
LE FRAGOLE: Gli amanti (Uno/Due)
Le Fragole sono una band bolognese in attività da diverse stagioni. La discografia ricca e intensa si dipana nelle pieghe di un elegante baroque pop (come amano definire la loro musica). Usano strumenti da band rock, strumenti classici e oggetti di uso quotidiano che danno un tocco di originalità all’intero progetto. “Gli amanti” è il nuovo capitolo discografico, diviso in due album ben distinti, “Uno” e “Due”. Un doppio album, pubblicato separatamente, che racconta una ventina di storie legate agli amanti, tra amore e tradimento, amanti entrati nella storia, amore verso i piaceri della vita e per le persone care. Il tutto confezionato in punta di piedi, in maniera delicata e vellutata. Le Fragole affrontano con sensibilità un tema (l’amore) che da sempre è il motore di tante canzoni sparse per il mondo. La loro capacità è quella di non perdersi in luoghi comuni o storie già sentite mille volte ma scandagliare con originalità un tema universale. In ultimo una nota di “colore”, i cd sono neri come i vinili che stanno tornando di moda. Da ascoltare.
(La Barca Volante) CD
KAYSEREN: Il gioco di regina
Dalla Romagna giungono al debutto discografico i Kayseren, trio (nella tipica formazione rock) che affonda i denti in un arcigno rock cantato in italiano. L’ep è un concept dedicato a “Alice nel paese delle meraviglie” che si apre con “Benvenuti nella tana del Bianconiglio”, per proseguire con “Il gioco di regina”, brano dal forte sapore stoner/prog e chiudersi tra le note di “L’ora del tè”, altra canzone dal forte impatto sonoro. A dire il vero l’ep, se si lascia andare il cd arriverà a una traccia nascosta che metterà, veramente, la parola fine al disco. In questo caso le sonorità diventano più morbide, quasi che i Kayseren ammettessero a loro stessi di avere una seconda personalità musicale ma avessero paura ad ammetterlo. Pur non essendo i primi a prendere spunto da “Alice nel paese delle meraviglie”, va sottolineato che debuttare con un concept non capita tutti i giorni e che i Kayseren sembrano decisamente affiatati tra parole e musica. Noi lo abbiamo riascoltato diverse volte senza mai annoiarci. Lasciate andare chi vi dice che dovete ancora focalizzare il vostro suono. Continuate a fare musica robusta.
(Autoprodotto) CD EP