Ascolto l’album senza cercare informazioni sui Minimo. E rimango decisamente colpito. Tutto gira alla perfezione (a voler essere proprio pignoli in un paio di passaggi la metrica è un po’ tirata per le orecchie), tutto è fatto con professionalità. La band sembra molto affiatata, il rock “teatrale” sgorga continuo tra brani tirati e tastiere anni 80. La voce di Stefano Naldi perfettamente impostata sulle note che lo accompagnano. Dopo l’ascolto cerco info. Leggo che sono di Forlì, si chiamavano Minimo Indispensabile, hanno un legame forte con una compagnia teatrale e trovo perfino una cover online di “Personal Jesus”, brano dei Depeche Mode (uno dei miei gruppi preferiti da sempre). Bene, molto bene, adesso non mi resta che adottare i Minimo tra i miei ascolti (quelli che ritornano periodicamente) e suggerli ad amici e parenti. Il passaparola è ancora una buona forma di pubblicità. Pop rock per svenire sul dancefloor, post wave per immaginare un mondo migliore, rock d’autore per ricaricare le pile.
(Autoprodotto) CD