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LA CONVALESCENZA: Ce lo avevano detto

La Convalescenza torna con un nuovo singolo, Ce lo avevano detto, una grido di difesa o di attacco, dipende dai punti di vista. Un pezzo che canta di dubbi, paure e certezze (poche a dire il vero). “Ce lo avevano detto che ci sarebbe servito un lavoro. Ce lo avevano detto che avremmo dovuto mettere su famiglia. Ce lo avevano detto che avremmo dovuto costruire qualcosa”, dice La Convalescenza che continua: “È un brano dedicato a tutti noi, che abbiamo avuto bisogno della più dolorosa e sanguinosa delle cadute, “di abbracciare l’asfalto”, prima di poterci rialzare in piedi per davvero, senza peso addosso”. Un alternative rock per chi ha superato la trentina e vive in quella bolla che potrebbe scoppiare da un momento all’altro. E se scoppia cosa succederà? Ve lo avevano detto ma forse è meglio non credere sempre a tutto ciò che ci viene raccontato. Da ascoltare a volume altissimo con le finestre aperte mentre si canta a squarciagola.

 

I live di Sonda visti da voi: La Convalescenza

LA CONVALESCENZA
ATP Live Music Club in collaborazione con
Godot Festival, 19 Dicembre 2019
(main guest I Botanici)
“La cosa più memorabile in una serata crediamo sia sempre conoscere artisti e persone nuove, e condividere la serata con I Botanici ci ha permesso di confrontarci con artisti di alto livello, consapevoli e molto piacevoli!”: questo in sintesi il commento de La Convalescenza, quintetto rock modenese già sicuramente noto ai lettori di queste pagine, che si è trovato grazie a Sonda a condividere assieme a I Botanici il palco dell’ATP Live Music Club di Carpi. Quella non è stata però la prima volta della band alternative/indie rock modenese in apertura a nomi più noti, infatti nel corso della loro storia hanno avuto modo di suonare già assieme ai Cara Calma e La Tigre. L’entusiasmo però, da quello che ci dicono, è sempre quello della prima volta: “Conoscevamo già I Botanici – trio di Bevenento con due dischi all’attivo, “Solstizio” e “Origami” – e li avevamo già visti live un paio di volte. È stato veramente bello poter condividere il palco con loro, sono una gran band! Nonostante il pubblico fosse esiguo un po’ perché la serata è stata organizzata all’ultimo momento, un po’ perché sotto periodo natalizio, dobbiamo dire che per noi è stato bellissimo, come ogni volta che ci è data la possibilità di salire su un palco”. Un bilancio quindi positivo sia per l’attitudine de La Convalescenza, positiva e aperta alle nuove esperienze, sia per l’iniziativa di Sonda che si riconferma importante per dare spazio alle band emergenti. “Pensiamo che Sonda sia una “macchina” che funzioni già più che bene, ma che sia limitata purtroppo dai pochi locali sul territorio che permettano di dare lo spazio che merita alla scena emergente locale”. Che dire? Ringraziamo e speriamo nascano nuovi locali e nuovi palchi per La Convalescenza e le tante band emiliane che, come loro, meritano di essere ascoltate!

Sonda Tour: le aperture nei locali partner 2019/2020

Ecco le aperture confermate con gli artisti di Sonda per questa stagione di collaborazione con live club e festival dell’Emilia Romagna:

DIAGONAL LOFT CLUB
– 13 novembre: DAVIDE BOSI in apertura a Elizabeth Moen
– 20 novembre: OVERTHOUGHT in apertura a Booty Ep

COVO CLUB
– 15 novembre: FUCKING COOKIES + SONS OF LAZARETH in apertura a The Detroit Cobras

SPLINTER CLUB
– 15 novembre: MISTER PECULIAR in apertura a Greyson Capps Band
– 15 febbraio: HEMP in apertura a Mondo Generator

LOCOMOTIV CLUB
– 22 novembre: LEI (NO) INNOCENCE in apertura a Telefon Tel Aviv

BRONSON
– 29 novembre: ARIANNA POLI + MORIEL in apertura a Fosco17

ATP Live Music Club (in collaborazione con Godot Festival)
– 19 dicembre: LA CONVALESCENZA in apertura a I Botanici

OFF
– 25 gennaio: NIKO ALBANO + MATTEO POLONARA in apertura a 2000 Power djset

RIOPEN (in collaborazione con Godot Festival)
– 11 settembre 2020: CORNER IN BLOOM in apertura a John Qualcosa/Altre di B
– 12 settembre 2020: CESARE AUGUSTO GIORGINI in apertura a Blindur/Duo Bucolico

LA CONVALESCENZA: Palafitte di creta

Le palafitte ci ricordano gli elefanti di Dalí: hanno una massa enorme da reggere, ma una superficie d’appoggio minima. Eppure stanno su. Quasi sempre. Ce la fanno in qualche modo, con la dignità che solo gli equilibri precari sanno dare. Anche noi ci sentiamo così, palafitte enormi su zampe rachitiche. Questo ep parla di instabili equilibri e disequilibri stabili e di come tutti noi, nemici della noia, ci culliamo fra le loro onde. È con queste parole che La Convalescenza, quartetto rock di Modena nato nel 2016, descrive il suo nuovo ep intitolato appunto “Palafitte di creta”. Il disco arriva a tre anni di distanza dall’esordio con “L’eco della clessidra”, e vede la band maturata in particolare dal punto di vista del sound, arricchito dalla presenza di sintetizzatori e sequenze spesso in primo piano, smussato nei suoni delle chitarre, complessivamente meno crudo ma senza rinunciare ad una componente grezza e istintiva imprescindibile per chi vuole fare rock. Nella tracklist, da segnalare la opener “Uguale al mare” e il brano “Fatti di scambi”.

(Wavemotion Recordings) CD/Digitale

LA CONVALESCENZA: L’eco della clessidra

conv“La Convalescenza è togliersi le bende per mostrare le ferite, è raccontare storie di vita vissuta e storie talmente immaginate da essere ancor più vere” con queste parole si presenta al mondo La Convalescenza, gruppo che ha debuttato alcuni mesi addietro con sei brani racchiusi ne “L’eco della clessidra”. Tra le band in cui trovano ispirazione citano Il Teatro degli Orrori, Ministri e Biffy Clyro, tutti gruppi che effettivamente affiorano qua e là. Tra i brani più riusciti del minicd bisogna citare “Io non voglio vedere il morto” (brano che dal vivo riesce a far tremare le ginocchia), “Zeno” (nuovo singolo estratto dal mini) con una chitarra che taglia a fettine l’aria davanti a sé e “Mascara”, che chiude il disco con una sei corde alquanto speranzosa in un futuro luminoso. La Convalescenza si muove bene, tra urla, musica energica e tanta voglia di distruggere il mondo a noi conosciuto. Se cercate scosse elettriche ascoltateli a volume altissimo. Potreste trovare risposte ai dubbi che vi tormentano.

(Autoprodotto) CD EP

Le scelte dei valutatori: Gabriele Minelli

Gabriele Minelli segnala alcuni degli iscritti a Sonda più interessanti tra quelli che sono stati lui attribuiti negli ultimi anni.

Un breve doveroso preambolo: stilare graduatorie non è esattamente il mio mestiere, né tantomeno una pratica che mi renda particolarmente felice esercitare. Ovviamente di tanto in tanto si rende necessario farlo; ma, soprattutto in questo caso, prevalgono comunque il piacere e la curiosità di avere a che fare con i ragazzi, tante piccole realtà che credono fermamente nella propria musica e che mi danno la possibilità di confrontarmi con il “paese reale” là fuori. Veniamo ora alle scelte.

Her Skin
Senza ombra di dubbio la cosa migliore ascoltata in questi anni di Sonda! Sara è una songwriter già formata, che non ha il timore di nascondere le influenze che guidano la propria scrittura. Il fatto che si ispiri a un repertorio, quello dell’indie folk soprattutto di matrice americana, e che è uno dei miei preferiti, è solo incidentalmente un altro plus. Con il nome d’arte di Her Skin Sara ha già alle spalle un piccolo catalogo di pubblicazioni indipendenti, che mette in mostra la capacità di scrivere piccoli solidi gioiellini che si reggono sui suoni acustici di chitarra ed ukulele e sulle carezze melodiche della sua voce. Sarei molto curioso, e lei già lo sa, di sentirla alla prova anche con l’italiano, per vedere “l’effetto che fa”; e mi piacerebbe anche che decidesse di esplorare altre strade a livello di arrangiamento, magari arricchendo i vestiti delle sue canzoni e sviluppando i frammenti melodici che emergono solo di tanto in tanto tra le loro pieghe. Decisamente una bellissima scoperta, che non vedo l’ora di gustarmi dal vivo e che mi auguro non resti “confinata” ai soli palati del pubblico più indie.

Barone Lamberto
Un’altra sorprendente realtà che sicuramente saprà trovare lo spazio che merita. Kheyre, con il suo progetto Barone Lamberto, è riuscito a sintetizzare una patchanka al tempo stesso tribale e urbana. Immaginatevi Vinicio Capossela che incontra Caparezza, alla fine di un percorso partito dall’elettronica fatta con macchine e pc e che arriva a un disco intriso di sudore e canzoni pensate per essere suonate sul palco. Barone Lamberto è un progetto solido, credibile e ispirato, già pronto per il test del pubblico: Kheyre è addirittura stato così bravo e lungimirante da pensarlo già in vesti differenti, dallo studio al live alla versione busking! L’ho già consigliato ad alcuni promoter, e per me resta una scommessa su cui investire per chi lavora in maniera capillare con la musica live. Il consiglio che tuttavia mi sento di dargli è di cercare costantemente una strada, soprattutto a livello di arrangiamenti, che sia contemporaneamente moderna e personale, al fine di evitare di sembrare il figliol prodigo (o derivativo) di altri artisti.

La Convalescenza
Una band di 5 elementi molto coesa e tecnicamente ineccepibile. Anche in questo caso i riferimenti e le ispirazioni sono molto definite, e collocano La Convalescenza a pieno diritto in quel panorama musicale di band italiane che hanno saputo mescolare il post punk con le derive del metal e talvolta del grunge, e che hanno dominato i nostri palcoscenici dalla seconda metà degli anni ’90 in avanti. Io spingerei ulteriormente, e senza remore, sul fronte del minimalismo, asciugando le liriche e allontanando qualche eco decadentista di troppo, che con queste sonorità rischia di suonare eccessivamente “già sentito” e anche un po’ datato. L’attività live è cruciale e deve sicuramente aiutare i ragazzi ad affinare il proprio linguaggio e la scrittura di brani, che hanno comunque di base una solidità e un’espressività a livello di performance già molto a fuoco. Il loro ultimo ‘singolo’ Zeno mi sembra già andare nella giusta direzione, e di sicuro altri ne arriveranno.

Plastic Light Factory
Anche in questo caso parliamo di una band, di un trio per la precisione, che non solo non fa mistero delle proprie influenze, ma le sbandiera persino in biografia. Già dal primo ascolto si capisce immediatamente come ci si stia muovendo entro confini stilistici d’Albione, e specificamente quelli del paisley pop: PLF sono giovani ma per nulla sprovveduti, e l’estrema fedeltà ai canoni del genere, insieme a un songwriting già molto maturo e qualitativamente di alto livello, hanno attirato immediatamente le attenzioni dei media di settore, da Rockit a MTV che li ha premiati come Artisti del Mese del settembre 2016. A mio avviso la sfida è proprio nell’essere capaci, piano piano, di allontanarsi dai lidi sicuri del genere cui la band si ispira. La provocazione che ho lanciato ai ragazzi è stata proprio questa: a partire dalla scelta dell’inglese, che nel loro caso regge e gira sufficientemente bene ma che comunque li relega ad essere una band “di genere”, fino ad arrangiamenti e produzioni, la strada da intraprendere è quella del diventare il più possibile personali e identificabili, per imporre magari la definizione di sound “alla Plastic Light Factory” invece che di una band che “suona tipo un altro gruppo”.

La Convalescenza – SONDAinONDA

La Convalescenza è togliersi le bende per mostrare le ferite, è raccontare storie di vita vissuta e storie talmente immaginate da essere ancora più vere”: così si presenta questa band di Modena, formata da Luca Pifferi (voce), Manuel Baraldi (basso), Nicholas Giordano (chitarra), Luca Campanozzi (chitarra) e Francesco Roncaglia (batteria).

Con un EP all’attivo intitolato “L’eco della clessidra”, tre quinti de La Convalescenza sono venuti al Centro Musica di Modena a raccontarci la genesi del gruppo, i progetti per il futuro, il nuovo album in lavorazione, e lasciarci una versione acustica di “Mascara“. Buona visione.

facebook.com/LaConvalescenza