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GIACK BAZZ: Haikufy

Difficile definire cosa sia questo ultimo disco di Giack Bazz. Ad essere sinceri, non siamo nemmeno certi che si tratti di un disco, dato che l’autore stesso lo definisce come: “30 tracce da 35 secondi ciascuna (in media), con poesie haiku come testi. Il disco parla della natura e dell’isolamento moderno. Nasce come unico stream of consciousness di protesta verso i servizi di streaming musicale. Avrà un seguito da 300 tracce che uscirà alla fine del 2019″. Al di là delle considerazioni sul tipo di operazione, bisogna dire che in questa collezione di brani in “formato pubblicità” Giack Bazz dimostra di saper spaziare con maestria dal folk, passando da contaminazioni alla Radiohead, fino al rock più acido di scuola Sonic Youth. E di farlo in maniera credibile, considerando anche quasi tutti i brani solo collegati senza pausa. Se tutto questo vi ha incuriosito, potete cercare il disco su Spotify (perché la protesta va portata avanti dall’interno) oppure su Bandcamp dove troverete anche titoli (tradotti) e testi dei brani.

(Autoprodotto) Digitale

FUCKING COOKIES: Dark side of the cookies

I biscotti sono la croce e delizia di tanti. Il lato oscuro di pesi e contrappesi. Da Parma i Fucking Cookies ci ricordano che i biscotti sono anche fonte di energia, quella energia costruita (visto che stiamo ascoltando un disco e non siamo in cucina) da ingredienti che rispondono ai nomi di blues, rock, punk, garage, folk e grunge. Testi in inglese, c’è anche un pezzo strumentale, cantati da Aileen Valca con corroborante adrenalina e sostenuti dalle corde vibranti di Franco Cocconi e dalla batteria di Gloria Belletti. Negli otto brani che compongono questa uscita discografica c’è lo spazio anche per un paio di cover. Due rivisitazioni non gettate alle ortiche tanto per allungare l’impasto, ma scelte con precisione ed arguzia. Una s’intitola “Where did you sleep last night” ed è conosciuta nella versione dei Nirvana, anche se si tratta di un brano scritto nel 1800 (sì, avete letto bene), l’altra è “Dust my broom” di Robert Johnson, scritta nel 1936 e diventata un classico grazie a Elmore James negli anni ‘50 del secolo scorso. Insomma se dalla musica si cerca energia e sporcature vibranti i biscotti sono pronti per darvi quella scossa che potrà raddrizzare le vostre giornate. Blues punk.

(Beat Bazar) CD

feat. ESSERELÀ: Disco dooro

Non fatevi ingannare dall’avvio di questo secondo album dei bolognesi feat. Esserelà, perché la voce all’inizio del disco è un depistaggio bello e buono. Non pensate ad una via fatta di cantanti e coristi, immaginandovi a canticchiare i dieci brani di “Disco dooro”. I feat. Esserelà sono troppo bravi per abbandonare la strada di un progressive rock che cita senza vergogna Zappa, Gillespie o Rossini. Molto probabilmente tutti e tre gli artisti appena citati sarebbero decisamente contenti di ascoltare questo trio che gioca con stop and go(go), tempi dispari ed ha chiamato alcuni ospiti a sottolineare diversi momenti topici. Le ospitate sono di Lorenzo Musca (sax tenore), Dario Nipoti (tromba) e Michele Tamburini (sax baritono). Inoltre, in tutto questo turbinio di suoni, tecnicismo, montagne russe vertiginose i feat. Esserelà hanno scritto, pensato, registrato e dato in pasto al mondo uno dei brani più intriganti di sempre. Non vi indichiamo il titolo (la numero 9) perché più lungo di questa intera segnalazione, quindi non vi resta che ascoltarlo a tutto volume. Ricordando che i feat. Esserelà sono dei burloni e sanno di esserlo…. giunti alla fine, c’è un’ultima sorpresa.

(Lizard Records) CD

ELIA CHE SUONA: Obelia

Cantautore romagnolo classe 1996, Elia Che Suona si presenta subito come un artista dalle molteplici qualità: scrive, produce e grafica tutto quello che fa autonomamente. Dopo aver militato per anni nella scena punk, nel 2015 debutta nel cantautorato. “Obelia” è il suo secondo disco e lo colloca già dal primo ascolto nella scena indie pop che ha completamente ribaltato le classifiche nazionali negli ultimissimi anni.
Il titolo “Obelia” è totalmente inventato: in un’intervista Elia racconta che è un nomignolo che gli davano da bambino, per prenderlo in giro perché era sovrappeso. Con un sound pop con influenze anni ‘80, soprattutto nelle tastiere, Elia nell’album ha appunto voluto mettere a nudo le sue paure e le sensazioni che stava vivendo. Proprio per questo il disco è carico di autoironia, che si percepisce in canzoni come “Pesce Blob”, “Batù” e “Low Fai”. Le influenze di Vasco Brondi, Brunori Sas e Calcutta nel modo di scrivere e cantare si sentono e sono apprezzabili. Nell’album però si tratta anche un tema sociale, con il brano “Lucemia”. “Lucemia” è un’eccezione. Racconta la storia di un suo amico di Genova e che per sette anni ha vissuto in un ospedale per combattere la leucemia e del percorso di guarigione che per lui è stato anche un percorso di luce.

(Autoprodotto) Digital

EL V AND THE GARDENHOUSE: Worldwide

Il bolognese El V avrebbe meritato di nascere dall’altra parte del mondo ed oggi sarebbe una reggae star mondiale. El V è in giro da più di trent’anni con la sua carovana di suoni meticci, di musica in levare, di atmosfere sud americane che bussano alla porta e vogliono portarti in strada per festeggiare la vita. Trent’anni che il cantante felsineo ha deciso di imprimere su un cd realizzando una raccolta con le hit di una carriera. Hit riviste insieme a tanti amici e colleghi sparsi per il globo. Così è del tutto naturale sentire Francesca Taverni e Lion Sitte, passando per Il Generale, Hueso Negro, Rootsman I, Cico & Son del Barrio o Sonido Satanas. Un frullato di sonorità ed influenze che parte dall’Italia ma raggiunge con naturalezza Spagna, Brasile, Messico, Germania e Canada. Un viaggio andata e ritorno per un mondo senza frontiere. Un mondo che respira musica esotica, tropical, urban, latina e reggae. El V e i suoi Gardenhouse sono gli ambasciatori dell’amore universale. Se avete un sound system con woofer grandi come una casa, alzate in volume e fate partire “Worldwide”, l’atmosfera diventerà caliente.

(Deepout Records) CD

MIRKO COLOMBARI: In viaggio

Mirko Colombari è un cantautore dell’appennino Reggiano dal sorriso e da una positività contagiosa. Personaggio poliedrico, padre, laureato in giurisprudenza, appassionato di arti marziali, con “In viaggio” arriva al suo quarto lavoro in studio. È un disco piacevole, curato nei dettagli e racchiude tutto quello che la tradizione del cantautorato emiliano ci ha regalato negli ultimi vent’anni, con un’interessante apertura al futuro. Un disco che unisce rock, pop (come in “Cocco Bello”), blues e arriva fino al reggae in “Paese del Sole”, dove Mirko racconta a suo modo la mentalità dell’italiano che vive un po’ alla giornata, circondato da arte, buon cibo e calore umano. Preziosa la presenza di Massimo Varini alle chitarre. Mirko ci racconta la dualità viaggio/radici tra le quali si divide: si sente un cittadino del mondo e vuole che la sua musica non conosca confini, ma in “SS63” celebra la sua terra, e in particolare l’antica Via del Sale dell’appennino Tosco Emiliano, accompagnata da un bellissimo road video. Con “Resto con me” il cantautore di Castelnovo ne’ Monti non delude chi si aspetterebbe una ballad acustica verso la fine di un disco di questo genere. Disco promosso e in bocca al lupo per il futuro!

(Sorridi Music) Digital

CADORI: Emisfero Australe

C’è un filo rosso che unisce Los Angeles, Bologna, Genova e Milano. Qual è? Ovviamente si tratta di “Emisfero Australe”, il nuovo album di Giacomo Giunchedi aka Cadori, prodotto dal musicista bolognese sotto la guida dell’americano Justin Bennett (ex Skinny Puppy) e uscito sotto Sussidiaria Music (etichetta di Daniele Carretti, ex Offlaga Disco Pax) in collaborazione con la lombardo/ligure Cane Nero Dischi. Il disco nasce durante le prove per i live del precedente “Non puoi prendertela con la notte”, periodo in cui Cadori scrive e arrangia i nuovi brani direttamente con gli strumenti utilizzati per il suo set dal vivo (drum machine, synth, chitarra). Undici brani in cui coesistono l’amore per l’IDM nordica e il cantautorato italiano, registrati nell’home studio di Cadori non appena composti, in modo da restituire su disco l’immediatezza e lo slancio creativo della scrittura, utilizzando effettistica applicata direttamente in fase di registrazione, senza post-produzione o utilizzo di plug-in.

(Sussidiaria/Cane Nero Dischi) CD/Digitale

BINGE DRINKERS: A rock‘n’roll odyssey

Nuova uscita discografica per i Binge Drinkers capitanati da Simone Tepedino al basso, nonché voce del trio. Nuova uscita che rimane saldamente ancorata al rock’n’roll della band. Infatti con i Binge non ci si annoia mai. Cinque brani sparati a mille all’ora perché il rock pretende e vuole questo. Testi in inglese, suono energico e birra a fiumi sono le coordinate di movimento della band, che potrebbe calcare palcoscenici internazionali senza sfigurare affatto. La formazione si è stabilizzata, dopo diversi cambi di formazione con Simone Tepedino, Mattia Andreotti (chitarra) e Moreno Vicini (batteria). Nel disco alla chitarra figura ancora Alessandro Benedetti. Tutto questo, però, poco importa, perché quello che conta sono i brani tirati a lucido che ti fanno sperare in un futuro migliore anche se stanno cadendo bombe al tuo fianco. I Binge Drinkers sono i figli illegittimi di Motorhead, Iron Maiden, Ac/Dc, Motley Crue, ZZ Top e Metallica. Sono la festa del rock’n’roll che non accenna a terminare anche quando non c’è più nessuno per far baldoria. Sanguigni.

(Autoprodotto) CD

ATERTRIP: The Wind Between

Esordio discografico per gli Atertrip, formazione modenese già nota a chi frequenta queste pagine. L’ep “The Wind Between”, uscito il 20 settembre scorso su Volcano Records, rispecchia esattamente quello la band definisce come fondamentale fra le proprie influenze, in particolare la passione del quintetto per tutto quello che è psichedelia, alternative rock e soprattutto progressive rock, che è la matrice di riferimento più evidente nella composizione dei brani. Non a caso infatti per questa prima prova è stato coinvolto in fase di masterizzazione Steve Kitch, tastierista dei The Pineapple Thief, uno dei pilastri del progressive rock britannico del nuovo millennio. Appena cinque brani, che però riescono a coprire una buona mezz’ora di musica, che nel concept degli Atertrip rappresentano ognuna un tassello di un percorso di vita effimera e fragile, come la farfalla che campeggia in copertina, metà animale e metà trasfigurata in un albero secco. Un disco per gli amanti del genere, pronti a farsi spazzare via (appunto) dal vento, dal rock, dalla melodia.

(Volcano Records) Digitale

ALPACA MERIDIEM: Ex nocte

Gli Alpaca Meridiem sono un trio stoner rock bolognese, attivo dal 2017. Così come indica il nome del progetto, gli Alpaca Meridiem fanno dell’Alpaca la loro mascotte e figura rappresentativa. Sui loro social infatti le immagini di questo camelide sono persino più frequenti delle foto dei membri stessi. Nel 2019 raccolgono i loro brani in “Ex Nocte”, un ep di 5 pezzi crudi e puri. Il disco si apre con “Clarus Sit”, un brano di 7 minuti e mezzo che racchiude perfettamente l’essenza degli Alpaca Meridiem. Interessante la scelta della lingua italiana per tutta la durata dell’ep. Voci fortemente riverberate, sound vintage ma potente, gli Alpaca Meridiem seguono perfettamente lo stoner rock, ricordando facilmente band importanti del genere come gli americani Torche o i più psichedelici Mars Red Sky da Bordeaux. Il disco si chiude con “Ex Nocte”, il brano più corto del disco, che gli dà anche il nome. Band assolutamente interessante per gli amanti del genere.

(Autoprodotto) Digital