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PELLEOSSA: Pelleossa

pelleossaSe state leggendo queste righe e non siete più giovanissimi, diciamo nati tra gli anni ’80 e i ’90, probabilmente il nome Pelleossa vi poterà alla mente un più o meno celebre cartone horror dell’ultima decade del millennio passato. Che sia volutamente un omaggio al verde zombie della serie televisiva non ci è dato saperlo, ma questo indizio rivela però come il quartetto modenese capitanato da Maurizio Cocerio non sia propriamente di primo pelo. Intuizione confermata già dalle prime note di questo esordio omonimo, che svelano riferimenti musicali abbastanza datati, in particolare una predilezione per il rock anni ’70 e ’80 a tratti quasi ingombrante. Il risultato finale è un disco rock che pur ben eseguito, più nella parte strumentale che in quella vocale, è abbastanza discontinuo. Fra quattro brani in italiano e tre in inglese, sabotati da una pronuncia non troppo a fuoco, a spiccare è la strumentale “Siderale” in cui il lato progressive della band si mette in primo piano, tracciando quella che a mio parere sarebbe la linea che i Pellossa dovrebbero seguire nel futuro.

(Autoprodotto) CD