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I partner, le etichette: Covo Records

Marzio Manni, Covo Records
Marzio Manni, Covo Records

La Covo Records è nata alla fine del 2010, essenzialmente dalla passione per il vinile. Daniele (l’altro socio del Covo) aveva già creato un’importantissima etichetta indipendente italiana, la Homesleep, ma questa volta i presupposti sono totalmente diversi, non certamente legati al mercato, o al successo commerciale. Piuttosto sono legati al nostro piacere di pubblicare band che ci piacciono e legate al territorio. Il nostro approccio è diverso rispetto al resto del panorama discografico. I dischi non si vendono e questa non è una novità dell’ultima ora, così abbiamo deciso di superare questa problematica, pubblicando fare solo sette pollici in vinile e in quantità limitata. Copertina uguale per tutte le pubblicazioni, come negli anni ‘60 era di norma per case discografiche entrate poi nella storia, con la speranza che nel tempo i nostri vinili diventino piccoli reperti da collezione. Il fatto di pubblicare solo vinili è stata dettata prima di tutto dalla nostra personale passione per questo tipo di supporto e perché pensiamo che il Compact Disc si estinguerà molto prima del vinile, inoltre riteniamo che sia ancora il supporto perfetto per ascoltare musica e per conservarla. La scelta degli artisti da produrre è prima di tutto dettata dalla provenienza, per la precisione Bologna. Ci teniamo a sostenere la scena locale per quanto possiamo fare e per quanto le idee siano sufficientemente buone da essere pubblicate. Il mio consiglio per entrare nel catalogo della Covo Records è quello di scrivere belle canzoni, stabilirsi a Bologna e avere tanta, tanta pazienza. Prima o poi qualcosa accadrà. La Covo Records non ha una vera e propria distribuzione. La vendita avviene direttamente attraverso le band, al Covo Club, oppure on line. Anche questa scelta è espressamente voluta per differenziarci rispetto alle altre etichette discografiche, tutte alla spasmodica ricerca di un distributore che faccia arrivare i loro dischi nei negozi, che però stanno numericamente diminuendo anno dopo anno. Il fatto di essere il braccio discografico del Covo Club non ci ha fatto prendere in considerazione la possibilità, ovviamente previo accordo, di pubblicare materiale registrato dal vivo durante i concerti che il locale ospita da trent’anni. Però magari, quando avremo esaurito i gruppi bolognesi, potremmo pensarci seriamente. Quindi ripensandoci, oltre a scrivere belle canzoni e trasferirsi a Bologna, forse bisogna anche suonare al Covo Club.

 

A Classic EducationIl numero quattro in catalogo, l’ultimo nato per la Covo Records, è quello degli A Classic Education. Due cover version registrate in presa diretta, in analogico, che esaltano il suono e la band. La prima, Little Red Riding Hood di Sam The Sham And The Pharaos, quelli di Woolly Bully, la seconda Crawfish di Elvis Presley. La cosa curiosa è che entrambi questi brani sono in passato stati rivisitati da gruppi punk, o vicini al punk. Ricordo la versione di Little Red Riding Hood degli inglesi 999 e Johnny Thunders alle prese con Crawfish. Strane ma benvenute coincidenze. Ovviamente la cosa migliore rimane quella di andare ad ascoltare gli originali e trarre le proprie conclusioni.