Cadori è Giacomo Giunchedi ed ha voluto dare un corpo a un progetto cantautorale ridotto ai minimi termini (in fatto di
suoni), dove la voce di Cadori fluttua leggera. Parole, un poco di elettronica, un violino, una batteria minimale, una chitarra dolorante, una vena malinconica tipica di ogni cantautore che si rispetti, il tutto condito però con una capacità di entrare nelle storie in punta di piedi per poi farsele proprie e guidarle alla meta. Cadori è uno specchio lo-fi dove la nostra immagine riflette un’aurea new wave e gli occhi sprigionano un pop raffinato lontano anni luce dalla becera musica d’intrattenimento per menti appiattite dalle troppe radiazioni cui sono sottoposte. “La brutta musica”, brano che mi ha ricordato i Bluvertigo e “Fuori cadono i fulmini” tra i pezzi da ascoltare a ripetizione, insieme al resto dell’album. M’immagino Cadori a Campovolo, davanti a qualche decina di migliaia di spettatori a bocca aperta, che non capiscono cosa sta succedendo sul palco, mentre lui canta: “Se ti vedo a terra, ti risolleverai” e sorride soddisfatto. Ma i testi, si possono trovare da qualche parte?
(Autoprodotto) CD