Difficile definire cosa sia questo ultimo disco di Giack Bazz. Ad essere sinceri, non siamo nemmeno certi che si tratti di un disco, dato che l’autore stesso lo definisce come: “30 tracce da 35 secondi ciascuna (in media), con poesie haiku come testi. Il disco parla della natura e dell’isolamento moderno. Nasce come unico stream of consciousness di protesta verso i servizi di streaming musicale. Avrà un seguito da 300 tracce che uscirà alla fine del 2019″. Al di là delle considerazioni sul tipo di operazione, bisogna dire che in questa collezione di brani in “formato pubblicità” Giack Bazz dimostra di saper spaziare con maestria dal folk, passando da contaminazioni alla Radiohead, fino al rock più acido di scuola Sonic Youth. E di farlo in maniera credibile, considerando anche quasi tutti i brani solo collegati senza pausa. Se tutto questo vi ha incuriosito, potete cercare il disco su Spotify (perché la protesta va portata avanti dall’interno) oppure su Bandcamp dove troverete anche titoli (tradotti) e testi dei brani.
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