“É quasi l’alba” è un disco estremamente umano e ha un’anima folk che abbraccia e stringe, delicatamente. Ludwig Mirak non è un nome totalmente sconosciuto ai più, da X Factor al Bungaro Stage, ha cambiato diversi abiti artistici sino a indossare quello che lo veste meglio, una musica d’autore che narra di vicende comuni e profonde, con un trasporto autobiografico calzante e mai banale. Continua dunque a fare da traino un bel canto che non deluderà i fan del pop italiano più inflazionato, con ritornelli catchy e melodie memorabili, ma non mancherà nemmeno una firma personale, che inizia a trasparire dalle otto tracce dell’album. Interessanti le incursioni rock e grunge che spezzano il sentimentalismo e lasciano spazio a virate rabbiose, generando curiosità sulla futura trasposizione dal vivo, già segnata in passato da opening act di rilievo (Ghemon e Carl Brave, per citarne due). Il forte senso d’identità e una consapevolezza non solo artistica e vocale fanno di Ludwig uno degli artisti pop più interessanti del panorama modenese. Da tenere d’occhio.
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