Atomi (fate attenzione a dove mettete l’accento) è arrivato al suo primo album. Sette tracce di dark ambient, musica contemporanea, elettronica e sperimentazione. Un viaggio nella nascita di una nuova vita. Scritta così sembra la paranoia del recensore di turno, invece, Atomi ha cercato di tradurre in musica la crescita di un feto, definito come incarnazione fisica dell’essenza cosmica che incarna la conoscenza infinita di un oracolo. Dopo un brano che funge quasi da introduzione, l’ascoltatore viene preso per mano e condotto dentro la canzone più lunga del disco, Laniakea, 15 minuti di sonorità rarefatte, che danno l’idea della trasformazione di una vita. Musica che potrebbe accompagnare le immagini di un film di fantascienza che inquadra solo ed esclusivamente una nave spaziale in rotta verso l’infinito. Il viaggio continua fino ad arrivare ai vocalizzi di Giulia Bernardi, il feto è diventato un essere pensante. Atomi, emiliano-romagnolo ormai di base a Berlino, ha iniziato la sua peregrinazione. È l’astronauta di “2001 Odissea nello spazio”, è Hal 9000, è il monolite. È silicio allo stato puro.
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