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PLASTIC DECO’: Il Naufrago

I Plastic Deco esordiscono con “Il naufrago”, otto tracce pop rock dalla formula piuttosto collaudata. Spicca nei testi la dicotomia tra intimismo e mondo esterno, mentre su tappeti sonori, innescati da power chords distorti, si intelaiano arpeggi di piano e synth lead taglienti. Non mancano momenti ballad (Il sogno), nei quali emerge l’attaccamento ad un certo tipo di cantautorato emiliano. L’intento della band è quello di emozionare e coinvolgere nel loro universo l’ascoltatore e in questo riesce appieno, tuttavia si sente l’esigenza di una qualità audio più accurata e un’attenzione maggiore alla produzione.
I Plastic Deco non sono naufraghi, bensì esploratori e noi aspettiamo il loro approdo a nuove e più lussureggianti isole.

(Lo Scafandro) CD

PARTICLES: Eyes on me

I riferimenti sono molti limpidi. I richiami sono molti chiari. La volontà di suonare con forza dirompente non si nasconde dietro ad un dito. I Particles da Modena fanno dell’alternative rock in inglese e se avete amato i Paramore prima che diventassero una pop band è giunto il momento di mettere nel vostro lettore cd il loro debutto sottoforma di ep con 5 brani. Anche se breve, sarà un ascolto intenso che inizierà a mille all’ora con “Eyes on me”, per proseguire con “Turning back”, arrivare alla loro hit “Only flesh and bones”, toccare la cima con “White flag” e mettere tutti a letto con la ballata “You don’t miss me”. Un ep per scaldare i muscoli, saltellare avanti ed indietro nella vostra stanzetta e osservare il mondo con uno sguardo di sfida. Se poi tutto questo non vi basta date un occhio al clip che accompagna “Only flesh and bones”, mettete il volume a palla e chiamate a raccolta la vostra famiglia al grido: “Ho visto il futuro e voglio farne parte”. A volte bisogna esagerare per convincere i più scettici. Poi senza indugi sbattete la porta di casa e correte per strada, da qualche parte i Particles suoneranno pure. Maledizione dovete trovarli.

(Autoprodotto) CD EP

OAKS FOR RENT: Self Titled

Gli Oaks for Rent hanno scritto un ep d’esordio che pare un sottile album fotografico. Ogni brano è una polaroid differente, quasi ingiallita dal tempo, ma scattata con uno di quei nuovissimi apparecchi, tanto cari agli amanti del vintage revival. Il quintetto va quindi a sfiorare ogni sfumatura del suo background musicale, aggirandosi tra gli anni 90, senza nascondere i propri ascolti, anzi, patinandoli, rendendoli il punto di forza dell’ep stesso. Così la voce megafonica e i riff garage rock di “Jesus’s On The Level” ci materializzano su una Camaro che sfreccia sulla Sunset Strip, mentre “Goes Without Saying” e “Psyduck’s Hollowness” suggieriscono un sound crossover, a tratti californiano, con incursioni grunge. “Laying Rose” e “Dreaming About” sono i brani più interessanti, dream pop, ritornelli catchy e memorabili, arpeggi riverberati e acquosi, voci eteree, con arroganti incursioni chitarristiche.

(Autoprodotto) CD

NYA: Made in Grace

Il primo album di Angela Madonia, in arte Nya, su etichetta PMS Studio nasce quasi per caso, da un’amicizia nata tra due condomine. “L’appartamento di Grace” è stato il singolo che ha dato il via al tutto, scritto quasi per scherzo come regalo per la proprietaria dell’appartamento citato nel titolo. Da lì a poco il contratto discografico, e la voglia di realizzare un disco attorno a quel brano. La musica di Nya corre parallela alla tradizione pop rock italiana, quelle delle grandi voci femminili come Giorgia o Laura Pausini, anche se ascoltando le sue canzoni il nome che salta subito in mente è soprattutto quello di Irene Grandi. A livello vocale non si può dire nulla: Nya sa il fatto suo, non a caso è insegnante di canto, e con questo “Made in Grace” scopriamo che se la cava anche molto bene con la scrittura dei testi. La partitura musicale e la produzione sono invece troppo discontinue, marcando una differenza fin troppo evidente tra i brani pensati come singoli e il resto della tracklist.

(PMS Studio) CD / Digitale

NATAN: New eyes

Natan è Natan Rondelli, artista bolognese che gli attenti ascoltatori del sottobosco italiano conoscono già per passate pubblicazioni discografiche. Oggi Natan è tornato a raccontarci il suo mondo con un nuovo EP di 5 brani che mettono in luce la sua voglia di abbracciare il mondo, un mondo fatto di richiami artistici forti e ben individuabili. Nel brano d’apertura, infatti, è innegabile lo spirito Pink Floyd che aleggia sul pezzo, uno spirito col quale Natan fa i conti in maniera delicata e sublime. Nel successivo “Wave of love” l’aurea mistica di Rondelli arriva al suo massimo splendore, con un crescendo che ricorda i brani più intensi del vostro gruppo preferito di art rock. In “Birds” il nostro eroe raccoglie i germogli seminati nelle precedenti canzoni, il sinuoso ritmo di avvolge e ti riscalda. Verso la fine dell’ep troviamo “Goodbye”, un saluto in chiave folk che Natan ci porge con la sua tipica naturalezza di fondo. A chiudere “Live in my soul”, scritta pensando, mi piace immaginare, alle enormi distese americane, agli spazi enormi dove far viaggiare la mente e il corpo. Natan è tornato con cinque brani avvolgenti, cinque brani perfetti per l’inverno che soffia sui vetri di casa. Lui che la sua casa l’ha vista andare in cenere (non così per dire).

(Autoprodotto) CD EP

MOEST: Distort

Capiamoci, per chi è di Modena e ha vissuto in una certa maniera la scena musicale locale, Modena Est non è solo un quartiere: è sintomo di tutto un fervore musicale, di un sottobosco di personaggi e di luoghi raccontati da gruppi come Paolino Paperino Band e Lomas… E se non sapete di cosa sto parlando documentatevi, non è questa la sede per dilungarsi. Fatto che sta che, mutato nella forma e nei modi, questo album dei MOEST riprende molto di quel piglio punk, mantenendone lo scazzo e l’ironia e vestendolo con strutture musicali che mischiano rock (anche se non c’è una chitarra distorta in tutto il disco), funk, reggae, musica etnica e melodie sghembe. I testi vanno dai racconti di serate non proprio riuscite (“C’è la Pula”) a causa di malcelato amore per le sostanze psicoattive (“Amo il verde”), alle gesta misteriosi personaggi come “Monny il Pistolero”, a singolari analisi sulla società (o almeno così pare) in “Basta bombe solo bombe” e “Gorilla Lilla”. Non si è capito nulla? Probabile. Volete un riferimento? Eccolo: tipo i Pop X, ma molto meno irritanti.

(Autoprodotto) CD / Digitale

ME, PEK E BARBA: Vincanti

Una vera e propria orchestra, più che una band, i Mé, Pék e Barba sono attivi dal 2002, seguendo la tradizione tutta emiliana delle formazioni di musica folk e popolare che si rifanno alla tradizione irlandese, uno su tutti i Modena City Ramblers. Concept album dedicato interamente al mondo del vino, con tanto di prefazione (nel booklet) di Andrea Grignaffini, codirettore di Spirito Di Vino e curatore della guida I Vini d’Italia dell’Espresso, seguita da un racconto sul vino firmato da Marino Severini dei Gang, questo “Vincanti” è il sesto album di studio della band. Nei 14 brani, che tracciano un viaggio ideale nel mondo del vino, nella musica e nei dialetti di diverse parti dello Stivale, in cui non mancano ospiti illustri come Omar Pedrini dei Timoria (autore e interprete di “Sarà festa”), Puccia degli Aprés la Classe, Gigi Sanna e Davide Guiso della formazione sarda Istentales, Dario Canossi dei bresciani Luf. Un disco complesso e ben strutturato, che si rivolge non solo agli amanti del genere ma anche a chi apprezza sempre una buona bottiglia di vino.

(Autoprodotto) CD / Digitale

MAY GRAY: Ritorno al sereno

A tre anni di distanza da “Londra”, i May Gray tornano con un nuovo disco ed una rinnovata formazione. La band è passata dall’Irma Records a Manitalab-Private Stanze, dal tema del viaggio introspettivo del precedente disco al sole che campeggia in copertina in questo album. Le coordinate di movimento sonoro sono sempre quelle, un power rock in italiano costruito sulle chitarre dei Foo Fighters ed una sezione ritmica che mantiene in piedi tutto il lavoro. Si parte con “Camilla”, dove si fatica un poco a seguire il cantato di Paolo Rossi, per poi arrivare a “Testa in tasca” e capire cosa si aspetterà per il resto della tracklist, un sound martellante con assoli di chitarra a sottolineare i momenti topici. È vero che non manca la ballad, in chiusura, da ascoltare mano nella mano con la vostra anima gemella ma per il resto dovete battere in piedino e mimare di suonare una chitarra fantasma. I più informati dicono che il cantante sia partito per gli States in cerca di fortuna artistica. Lo vedremo ai prossimi MTV Awards, scalare la classifica di Spotify, o tornerà “Tra di noi” dopo aver trascorso un periodo “In un altro mondo”?

(Manitalab/Private Stanze/Audioglobe) CD

RICCARDO MAZZY MASETTI: Lilium

Riccardo Mazzy Masetti è un cantautore bolognese che ha iniziato a fare musica facendo cover punk, per poi passare a scrivere brani originali. Riccardo fa parte dei Dernier, band di alternative rock in italiano e si presenta al mondo anche nelle vesti di cantautore. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo album, a cui ha fatto seguito “Lilium”, oggetto di questa recensione. Tra le sue influenze musicali Riccardo ama citare Green Day, Johnny Cash, Jeff Buckley, Lucio Dalla, Renato Zero e Francesco De Gregori, mentre un sogno nel cassetto è quello di esibirsi all’Arena di Verona. “Lilium” è stato scritto tra Sirmione e Bologna e il tema conduttore dell’album è il tempo. Riccardo racconta, nei nove brani del disco, il suo passato, soffermandosi su immagini e ricordi, particolari di vita che scavano nel suo essere. Voce roca e chitarra malinconica i suoi punti di forza. Chiudono l’album una versione acustica di “Lilium” e “Basta poi poco”, singolo pubblicato nel 2016 a cui Mazzy è molto legato e che esegue sempre dal vivo. Cantautorato struggente, per anime perse.

(SKPMZ Label) CD

IZA & SARA: Rebis

Premessa: per quelli della mia generazione il duo pop femminile con la bionda e la mora è uno stereotipo, un campo che Paola e Chiara hanno dato alle fiamme e cosparso col sale perché non ci crescesse più niente. Ma cerchiamo di fugare i preconcetti, perché Iza & Sara sono una roba leggermente diversa. Contralto l’una e mezzosoprano l’altra, queste due ragazze faentine iniziano a lavorare assieme nel 2012, e sotto la guida del maestro Gabriele Bertozzi iniziano a collezionare successi in vari concorsi in tutto lo Stivale, e arrivano nel 2018 a pubblicare questo EP di 8 brani che le vede finalmente anche nel ruolo di autrici e non solo interpreti. Intendiamoci: i toni e gli argomenti sono leggeri, ma da un disco marcatamente pop non ci si aspetta nulla di diverso, e per essere un esordio del duo nel campo degli inediti complessivamente scorre liscio ed è radiofonico quanto basta da lasciarsi ascoltare senza intoppi. L’inizio di un percorso che con un ancora un po’ di lavoro e il trampolino di lancio giusto (magari un talent), potrà portare i suoi frutti.

(PMS Studio) CD / Digitale