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SONDAinONDA: Den

Daniele Bettuzzi – Den – vive in un piccolo centro dell’Appennino Modenese e, per una serie di coincidenze fortuite, proprio nel pub del paese entra in contatto con alcuni musicisti inglesi che si trovano lì per una festa. Siamo nel 2016 e la collaborazione con i ragazzi di Birmingham va avanti da allora. Oggi Den, Stu e Alex ci raccontano questi anni musica passati insieme, tra Palagano e Birmingham.

Ascolta la versione acustica di Already Dead che hanno suonato per noi al termine dell’intervista

 

SONDAheart – Il podcast. S2/Ep12: Marco Bertoni

Abbiamo il piacere di ospitare Marco Bertoni, musicista tra i fondatori della band Confusional Quartet, produttore artistico, collaboratore del progetto Sonda fin dalle sue prime fasi.

Ascolta questa puntata se vuoi sapere:
• come sono nati i Confusional Quartet
• dove si posiziona il produttore artistico nella filiera musicale
• le difficoltà da affrontare con un artista affermato e con un emergente
• quanto tempo si sta in studio oggi per produrre un disco

Guarda il video su Youtube

 

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SONDAheart – Il podcast. S2/Ep11: Festa della Musica di Nonantola

Gli ospiti di questa settimana a SONDAheart – Federico Sigillo, Laura Saracino, Lorenzo Bastia – ci raccontano la Festa della Musica di Nonantola.

Ascolta questa puntata se vuoi sapere:
• chi si occupa della direzione artistica della Festa
• quanto si impiega ad organizzare un evento del genere
• chi sono gli headliner e come sono stati scelti
• quale è l’impatto ambientale della Festa

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SONDAinONDA: Ners

I Ners tornano a trovarci dopo sette anni! L’occasione è quella dell’uscita del nuovo album – The panic room of happiness – pubblicato a gennaio di quest’anno. Una formazione estremamente longeva – trent’anni di storia alle spalle – che ha dato alle stampe un disco maturo, caratterizzato da un suono decisamente internazionale.

Ascolta la versione acustica di Your eyes my home che Alberto Bertolini ha suonato per noi al termine dell’intervista

SONDAheart – Il podcast. S2/Ep10: Lele Roveri

Questa settimana SONDAheart ospita Lele Roveri, direttore artistico di Estragon Club a Bologna.

Ascolta questa puntata se vuoi sapere:
• come si diventa direttore artistico di un live club
• come si forma la programmazione di un club e quali sono le differenze rispetto a una location come il Botanique
• quali sono le differenze di approccio quando si lavora con artisti italiani e stranieri
• quale può essere l’indotto economico per una città quando si organizza un grande concerto

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BINGE DRINKERS: Muerte – An apology of V acts

Perché si decide di fare musica? Perché si ascolta musica? Alla prima domanda, non essendo un musicista colui che scrive, è arduo rispondere, ma alla seconda, invece, colui che scrive può dire di cercare energia, emozioni, le risposte della vita, scoprire nuovi suoni, nuovi nomi, nuove scene, nuove tendenze. Visto, però, che conosco, musicalmente parlando, i Binge Drinkers da tempo, azzardo una risposta anche alla prima domanda. I Binge fanno musica perché si divertono e nel rock trovano il loro posto nel mondo. La riprova cristallina è questo nuovo ep, un concept che analizza la visione della morte secondo la cultura spagnola. Solo ai Binge Drinkers (il loro nome è già un programma), poteva venire in mente un concept di questa natura. Da Vignola alla conquista del Sud America e della Spagna con i Binge è un attimo. Suoni energici, potenza di fuoco e tanta adrenalina. Può bastare? Sì, può decisamente bastare.

SONDAinONDA: Pandorea

Pandorea è una band femminile modenese attiva dal 2016. A inizio marzo è uscito il loro ultimo ep Bed of Thorns: cinque brani cantati in inglese e italiano che toccano i temi dell’ambiente, dei diritti lgbtq, dei mass media. Il lavoro è stato presentato a La Tenda lo scorso 2 marzo e ha raccolto recensioni positive su riviste e webzine come Metal Hammer e Metal Vibe.

Guarda il video di Invisible War

GIACK BAZZ: Just a little bit more famous

Giack Bazz è un artista difficile da catalogare, come è difficile riuscire a seguire passo dopo passo le sue creazioni. Lui è capace di scrivere un album con 366 canzoni e proporlo come il disco più semplice mai realizzato, oltre sei ore di musica, che si sposano con un lavoro precedente di 30 brani per la durata complessiva di meno di venti minuti (qui i Circle Jerks insegnano), oppure eccolo con “Just a little bit more famous”, una sorta di secondo capitolo di un album del 2018. Otto canzoni tra indie rock e psichedelia, tra cantautorato e folk, tra Paul McCartney e Kevin Morby, tra Elliott Smith e Jamie T. Giack ha scritto l’album durante la pandemia non sapendo come sarebbe andata a finire, il disco ma anche il mondo. Oggi l’ha pubblicato e magari è anche contento che la razza umana non sia scomparsa. O forse no?