Se come dichiarato sulla loro pagina Facebook i Peter Piper si sono formati nel 2014, vuol dire che ci hanno messo un bel po’ a pubblicare questo primo EP, ma si può dire che sia valsa la pena aspettare. Per chi non li conoscesse stiamo parlando di un quintetto di Nonantola, vicino a Modena, ma se riversassimo le cinque tracce di “Temporary Surface” su una musicassetta (qualcuno di voi se le ricorda ancora) e lo spacciassimo in giro come il demo perduto di una band X del primo periodo del grunge, quello di fine anni ’80 quando uscivano i Mother Love Bone e gli Screaming Trees, forse riusciremmo a ingannare facilmente qualcuno. Ok, qualcuno potrebbe dire: sono passati quasi 30 anni, questi sono fuori tempo massimo. E invece vi diciamo di no, perché se è pur vero che i riferimenti sono quelli ed è quello persino lo stile nella scelta degli effetti e negli arrangiamenti, i Peter Piper non imitano una band di quegli anni. Anzi, nonostante tutto ciò riescono ad essere originali, che non è affatto facile.
(Autoprodotto) CD