Secondo album per il cantautore bolognese Tizio Bononcini, anche se chiamarlo cantautore è alquanto riduttivo. In questa nuova fatica discografica Tizio si muove dal tango allo swing, dal pop al folk, dal reggae all’indie. In questa moltitudine di sonorità Bononcini racconta storie piene di personaggi che potrebbero uscire da un qualsiasi film di Fellini ma anche essere i nostri compagni di viaggio sulla linea 96 che dal centro città arriva fino all’estrema periferia. Musica e teatro a braccetto per una colonna sonora di appunti di viaggio. Se “Un ombrello” ricorda “La sedia di lillà” di Alberto Fortis, nei restanti brani Bononcini prende spunto da De Andrè piuttosto che De Gregori, da Cammariere piuttosto che Dalla, mentre il nostro eroe sta decidendo cosa fare da grande. Può scegliere tra laureto in ingegneria, cantante, pianista, attore e ballerino di swing, papà. Potrebbe anche continuare a fare tutti questi mestieri insieme e nessuno si scandalizzerebbe, perché oggi bisogna essere tutto e il contrario di tutto. Quello che conta è che l’ordine diventi disordine o viceversa. Da ascoltare tassativamente.
(A Buzz Supreme/Audioglobe) CD