Bruno Mari è Mediocamentosa. Medicamentosa è Bruno Mari. Due facce della stessa medaglia che lanciata in aria è atterrata al suolo con il terzo parto discografico “Floodd”, un ep con cinque brani che vive, anche lui, in una sorta di parallelismo tra il prima e il dopo. Il prima è la Terra ancora viva e vegeta, il secondo è il pianeta sommerso dalle acque dove l’uomo cerca disperatamente di adattarsi. Un lavoro che ha in “Avremo le ali e le branchie” il pezzo che fa da spartiacque (parola non fu mai più azzeccata) tra la meditazione e la psichedelia. “Floodd” è un disco di musica elettronica, di vapor wave, di pop ambient. Un grido d’allarme. Una sirena che ci invita a vedere il mondo sott’acqua perché le terre emerse non ci saranno più. Rispetto al precedente lavoro, dove i richiami afrobeat erano l’ossatura, qui Medicamentosa ha deciso di entrare in un vortice di silicio siderale, di psichedelia che nella sua voce ricorda il Garbo dei primi album, che a sua volta ricordava il Bowie del periodo berlinese. Un gioco al rimpiattino tra passato e futuro che lascia a bocca aperta. Tecnologia futurista.
(Tempura Dischi) CD