Già nel 2019 il poliedrico musicista Giack Bazz con il suo album “Haikufy”, disco di 30 tracce da 35 secondi, lanciava la sfida dell’erosione delle piattaforme di streaming partendo dall’interno. Il 2020 oltre aver portato un pandemia globale ha generato un ordigno dal nome “Impression A.I.” che rischia di far saltare in aria Spotify, Apple music, Tidal e tutte le varie piattaforme musicali con le sue 366 canzoni per un totale di 6 ore e 19 minuti. Dietro tutto questo non c’è solo la figura di Giack Bazz (al secolo Federico Giacobazzi) ma è una coesione di più menti sparse per il mondo: Sebastian Papa da Modena alla batteria e drum machine, Luca Pusceddu da Glasgow al basso e Deborah Verrascina da Londra che ha tenuto le fila di tutto il progetto con una maxi produzione discografica. Un’odissea musicale che spazia dal rock, al pop, dal folk al rap, dalla musica classica all’elettronica e chi più ne ha più ne metta.
(Autoprodotto) Digitale