All’inizio degli anni ’90 cantavo in una band hardcore (Miskatonic University) e, visto lo scarso interesse delle label, decidemmo di fondare una casa discografica per autoprodurci (Boundless Records). Questa scelta mi fece scoprire e amare il lavoro del discografico, purtroppo però l’impresa naufragò sotto il peso dei debiti e dell’inesperienza, ma mi rimase la voglia di riprovarci in seguito, evitando se possibile gli errori commessi in passato. Così nel 1999 decisi che era tempo di far nascere Aural Music. Negli anni il lavoro di una casa discografica è molto cambiato: l’avvento di Internet su larga scala e la conseguente digitalizzazione della musica sono stati il più grande cambiamento nel mercato musicale dall’invenzione del vinile del 1878. Internet ha reso per la prima volta la musica accessibile e disponibile per tutti, ha permesso a band sconosciute di essere ascoltate su scala mondiale, ma ha anche portato la musica a perdere buona parte del proprio valore economico. Internet significa enormi benefici per quanto riguarda la promozione ed il marketing ma ha un solo grosso handicap: i dischi si vendono sempre meno e credo siano destinati a sparire. Nei primi anni per decidere chi pubblicare mi basavo molto sui cd che ricevevo via posta, ora con l’avvento dei vari social network, svolgo un’accurata e intensa attività di scouting sul web, e sono insomma io a contattare le band che mi interessano, dopo averne “scartate” a migliaia. La scelta finale è comunque sempre e solamente emozionale, non sono in grado e non voglio nemmeno scegliere in base a fattori di “business” o d’ipotetica redditività, è il vantaggio e nel contempo il limite di una piccola indie come noi. Un consiglio che mi sento di dare ai giovani musicisti è di auto prodursi. Ormai i costi di registrazione e mixaggio sono ai minimi storici e grazie al digitale ci si può far conoscere in un attimo. Poi se c’è il talento, la perseveranza e la fortuna, magari una major o un grosso agente potrebbero interessarsi. Ovviamente noi accettiamo ed ascoltiamo sempre i promo sia fisici che digitali, anche se il tempo è poco ed è quindi necessaria un po’ di pazienza prima di ottenere una risposta. Aural Music è specializzata nel metal, un genere musicale erroneamente definito “chiuso” e ortodosso, quando invece è uno dei più aperti alle contaminazioni ed agli esperimenti, per questo lo adoro. Con Aural Music ho creato diverse sotto etichette che si sono col tempo specializzate, la code666 (black metal sperimentale), la dreamcell11 (gothic e dark), la goregorecords (death metal), la Wormhole Death (deathcore/metalcore) e l’Amaranth Recordings (avanguardia ed elettronica). Le nostre produzioni sono fisicamente distribuite in tutto il mondo, infatti da subito la distribuzione è stata uno degli aspetti su cui mi sono concentrato di più. Non lavoriamo con un singolo distributore, ma ci affidiamo a grossisti per ogni nazione europea, oltre che per USA, Canada, Giappone, Cina, Australia…
Il nostro disco di maggior successo è “OM” dei Negura Bunget. Uscito nel 2006 per il nostro marchio estremo code666, è stato votato tra i migliori 30 dischi metal degli ultimi 10 anni dalla prestigiosa rivista inglese Terrorizer ed ha subito ottenuto una miriade di recensioni e riconoscimenti da parte della stampa. La band ha promosso il disco con un tour mondiale di quasi 270 date. “OM” ha venduto ad oggi oltre 15.000 CD, 2.000 vinili e quasi 5.000 copie digitali. Si tratta di un disco di black metal sperimentale, un genere di nicchia che assai difficilmente ottiene risultati simili, senza contare il fatto che sia la band sia noi non abbiamo operato nessuna scelta artistica, musicale, d’immagine o di censura che potesse in qualche modo favorirne la commercializzazione: il prodotto è uscito esattamente come la band voleva che fosse, come facciamo sempre qui in Aural Music.