Provengono da quattro band diverse i riminesi Marsch, e a vedere il loro sito ufficiale alla sezione band arriva la conferma di quanto si sente tra le note di “Sul fondo delle acque”: i nomi in comune tra le influenze dei quattro membri sono soprattutto provenienti dalla scena grunge anni ‘90 (Pearl Jam e Soundgarden) e dalla scena rock alternativa italiana (Afterhours, Marlene Kuntz, soprattutto Verdena). Suggestioni che si miscelano e si accavallano negli 11 brani dell’esordio discografico, pubblicato nel 2015 a tre anni dall’EP omonimo e registrati presso lo Stop Studio con la collaborazione di Andrea Muccioli (Shelly Johnson Broke My Heart, Talk To Me, Delay House) e Ivan Tonelli (Cosmetic). Chitarre ruvide e drumming potente abbracciano le voci dei due cantanti, a cui purtroppo un mixaggio volutamente rock non rende giustizia e complica spesso l’ascolto dei testi, che sono pur ben curati e interessanti. Un album scritto e suonato indubbiamente bene, che con qualche accorgimento che ne faciliti l’ascolto potrebbe raggiungere un pubblico ancora più vasto.
(Stop Studio / Acanto Sas) CD