I Fakir Thongs sono giunti al nuovo album, “Lupex” e confermano, anche se non ce n’era bisogno, la loro bravura ed intensità. I Fakir Thongs sono il rock anni 70 che vive nel 2018 e se ne frega di cosa sta succedendo nel mondo della musica (la trap per esempio), perché loro sono stoner rock fino al midollo, sono blues nel sangue, sono progressive quel tanto che basta. In “Lupex” il trio/quartetto non cerca di compiacere con il ritornello furbetto, la melodia zuccherosa ma piuttosto cerca di coinvolgere (e ce la fa) con ritmi spigolosi, incedere lento e funambolico ed una vena psichedelica che ti fa girare la testa. Dentro “Lupex” c’è il rock che trasuda dopo un tirato concerto in uno sperduto locale di periferia, ci sono i Fakir Thongs che mi immagino in sala prove a suonare e risuonare un brano fino a farsi sanguinare le dita. Per certo uno di loro è padre di famiglia ma il rock non si ferma neanche davanti al proprio pargolo. Ascoltate senza remore, mettetevi in cuffia “No tears”, inginocchiatevi davanti alle casse mentre suonano “Pen strokes”, fatevi un panino durante i sette minuti di “Hormiga bite” e poi digerite con “Lady bell”. I Fakir Thongs saranno la mia colonna sonora per le prossime settimane. Si vive una volta sola, dicono.
(Music For People Distribution) CD