Ludwig Mirak
Off, Modena, 22 dicembre 2018
(main guest La Municipàl)
“In una ipotetica classifica dei miei concerti, quello dell’Off lo posiziono in piena zona “Europa League”, in primis per la reazione del pubblico, secondo perché ho avuto un buon feeling sia con gli headliner che con gli organizzatori, gentilissimi nell’accogliere la mia band. E poi è stata davvero una delle prime grandi occasioni e da quell’esperienza si sono aperte altre strade”, dice Ludwig Mirak, dopo l’apertura del concerto de La Municipàl all’Off di Modena. Proprio a proposito del club il cantante afferma di conoscerlo perché abituale frequentatore: “La programmazione del locale è abbastanza varia e può soddisfare diversi tipi di ascoltatori, inoltre tutti gli artisti che vengono dalla “gavetta indipendente” sono passati dall’Off. Per me e la mia band è stato un onore suonarci. Inoltre la regola numero uno per un musicista è quella di andare ai concerti degli altri”. Ecco una sacrosanta verità spiattellata come acqua fresca. Poi, però, tutto cambia di colpo. La percezione del musicista, a volte, è distante anni luce da quella del pubblico: “Tecnicamente ho fatto qualche errore, ma quando sono sceso dal palco dei ragazzi hanno acquistato il mio cd, mi hanno fatto i complimenti ed abbiamo chiacchierato un po’. Così ho capito non se n’era accorto nessuno”. Scampato il pericolo del pubblico iper attento ed iper critico, Ludwig può anche dispensare un consiglio per questa attività legata a Sonda: “I concerti sono la palestra del musicista, sono molto importanti soprattutto quando ci sono dei progetti emergenti che faticano a trovare spazio. Potrei consigliare di incrementare questa iniziativa, cercando di creare una sorta di percorso a cadenza periodica che possa accompagnare l’artista ad uno sbocco, ma servono costanza e continuità”. Infatti, da un “semplice” concerto le strade possono diventare tante e molteplici: “Quella serata è stata un po’ l’apripista di quello che è avvenuto fino a pochissimo tempo fa: ho fatto una ventina di concerti sparsi nel nord Italia, dai piccoli club alla Festa della Liberazione con Roberto Vecchioni e il Banco del Mutuo Soccorso. A parte due live organizzati da un’agenzia, per il resto ho fatto tutto da solo. È dura quando non hai una squadra di lavoro, quando non ci sono risorse economiche per la promozione, o per la produzione di materiale come i videoclip ma soprattutto quando il pubblico non ti conosce. Però ogni piccolo passo fatto è una grande soddisfazione”. Non a caso, a volte, toccare la luna con un dito può diventare molto facile: “Dopo il mio set, mentre uscivo dal camerino ho sentito qualcosa di familiare. La Municipàl stava suonando dal vivo un pezzetto della mia canzone “La dipendenza”. Indescrivibile”. Ecco, il razzo è partito. Destinazione the dark side of the moon.