DIVINAE MIRANDA: Bolo by fight
Un singolo di debutto che è un manifesto programmatico. Da Bologna una piccola “rivoluzione musicale finalizzata all’abbattimento dell’industria musicale” (lo dicono loro). Un progetto che “punta a rinnovare la scena Itpop eliminando le stantie chitarre acustiche e imbracciando la Digital Audio Workstation come nuovo strumento di lotta di classe direttamente da Via Stalingrado” (lo dicono sempre loro). Il brano inizia con queste parole: “Odio i borghesi del centro, odio la vita da accampamento. L’inquilino del piano di sotto che canta Calcutta alle quattro di notte e poi odio le tasse di soggiorno, il permesso la sera, l’affitto di giorno, il cemento bagnato”. Boom. Un pezzo nato e pensato in un sottoscala a Bologna affittato a 600 euro al mese dove il mondo è il cielo in una stanza. Musica catchy per la rivoluzione 2023. Un brano da cantare su un autobus zeppo di gente mentre l’autista frena di colpo perché è rimasto incollato su una gettata di asfalto fumante. Ma non si può scendere e il Natale non potrai trascorrerlo con i tuoi. Peccato sarà per il prossimo anno.
ELLEN RIVER: Life
Un doppio album che contiene la gioia di vivere, suonato e cantato da una artista emiliana che sembra nata nelle praterie statunitensi, spostandosi giorno dopo giorno nelle lunghissime highway che solcano gli States. Un anno di lavoro che ha prodotto 27 canzoni e in un mondo votato alla velocità ipersonica di consumo dell’intrattenimento può apparire come una montagna insormontabile. Invece. Invece, ti metti all’ascolto e vieni rapito dalla voce di Ellen River, dalle melodie, dalla voglia di rinascita, dalla gioia di guardarti allo specchio anche oggi mentre pensi che la felicità è nei piccoli momenti, nei piccoli gesti, nel sorriso che incroci quando meno te lo aspetti. “Life” è un disco rock, blues, soul, country, bluegrass, insomma quello che volete sentirci dentro. “Life” è un disco che ha un respiro internazionale da far paura. “Life” è un disco che ti coccola. “Life” è un disco che ti accompagna. “Life” è un disco maledettamente bello. Uno di quei dischi per cui vale la pena “perdere” del tempo ad ascoltarlo. La frenesia del consumo non appartiene a questo doppio album.
FELIX ROVITTO: Mariposa
Nuovo singolo per Felix Rovitto, innamorato, da bambino, delle canzoni di Madonna e Michael Jackson per poi farsi rapire dal grunge di Nirvana, Pearl Jam e Alice in Chains. Oggi Felix si è gettato tra le fauci della pop dance con testi in italiano. “Mariposa” strizza l’occhio ai brani reggaeton che nella stagione più calda dell’anno imperversano anche alle nostre latitudini. Ascoltato ora, in pieno inverno, sembra emanare un tepore che riscalda l’anima e la mente, mentre il corpo cerca di seguire il sound del brano. In attesa di vedere Felix dal vivo, forse nel 2023, “Mariposa” mette sul tavolo le sue carte sbaragliando gli altri giocatori.
FLORILEGIO: Sogno abissi notturni
Florilegio è Matteo Polonara, cantautore di Ancona che da alcuni anni si è perso sotto i portici di Bologna. “Sogno abissi notturni” è un concept album che racconta una giornata, un disco di pop psichedelico, che nasconde dietro ad una solarità di fondo le incertezze della vita, le annose domande che ci accompagnano lungo il corso della nostra esistenza. Ad un primo ascolto Florilegio ricorda Fabio Concato, forse per la voce, forse per la malinconia che alleggia sui brani. Florilegio parla con chi vive in Piazza Maggiore a Bologna, preparare un soffritto, racconta di diversità, fragilità e quella solitudine che nell’era dei social è un qualcosa che non si può concepire. Tra le sue influenze cita: David Bowie, Lou Reed, Mac deMarco, Enzo Carella, Lucio Battisti, Post Nebbia, Colombre, Lucio Corsi. Un viaggio che attraversa una giornata. Perché anche un solo giorno può segnarti per sempre.
GIACK BAZZ: Just a little bit more famous
Giack Bazz è un artista difficile da catalogare, come è difficile riuscire a seguire passo dopo passo le sue creazioni. Lui è capace di scrivere un album con 366 canzoni e proporlo come il disco più semplice mai realizzato, oltre sei ore di musica, che si sposano con un lavoro precedente di 30 brani per la durata complessiva di meno di venti minuti (qui i Circle Jerks insegnano), oppure eccolo con “Just a little bit more famous”, una sorta di secondo capitolo di un album del 2018. Otto canzoni tra indie rock e psichedelia, tra cantautorato e folk, tra Paul McCartney e Kevin Morby, tra Elliott Smith e Jamie T. Giack ha scritto l’album durante la pandemia non sapendo come sarebbe andata a finire, il disco ma anche il mondo. Oggi l’ha pubblicato e magari è anche contento che la razza umana non sia scomparsa. O forse no?
GODIVA RE-LOAD: Ancora25
I Godiva erano una band in attività nel periodo d’oro del grunge. Dopo un biennio di concerti e canzoni lo scioglimento. Fine della storia. Stop. Negli anni successivi alcuni componenti del gruppo hanno continuato a frequentare sale prove, studi di registrazione e rock club. Poi nel 2021 i Godiva si sono ritrovati per registrare un ep e darsi un nuovo nome: Godiva Re-Load. Da quelle sedute è uscito un ep con quattro brani. Testi in italiano che poggiano su sonorità rock, tra il grunge e l’ombra di band come i Litfiba (soprattutto nell’interpretazione vocale, “Su di dosso” ne è un esempio), canzoni energiche che sembrano una macchina del tempo. Per gli amanti del classico rock una certezza. Chitarre infuocate e batteria “pestona”. Ci siamo capiti?
ISOULNATURE: Polvere di parole
Andrea Tonelli è ISoulNature, un cantautore di stanza a Reggio Emilia che nel nome d’arte ha racchiuso il suo mondo: l’io (I), l’anima (soul) e la natura (nature). Una sorta di manifesto programmatico della sua musica e del suo progetto artistico. Ha vissuto a Birmingham, assorbendo come una spugna musica e vita. Nelle sue canzoni c’è spazio per diversi generi musicali: rock, pop, folk, funk e blues. Nei testi racconta di amore, di vita, di quotidiano con una carica che non accenna a fermarsi nemmeno per un secondo. Le parole sembrano proiettili che esplodono dentro l’anima. Uno sguardo lucido pieno anche di positività nei confronti della società e del prossimo. Non tutto è perduto ISoulNature ne è convinto. Noi con lui, perché non si può fare altrimenti.
JOY AGE: 30 anni più tardi
I Joy Age arrivano da Reggio Emilia, la provincia più rock dell’intera regione. Nel titolo del loro album “30 anni più tardi”, c’è tutta la loro storia. Nati nel 1988, sono rimasti in attività fino al 1992, per poi sciogliersi e dare vita ad altri progetti. Oggi si sono ritrovati ad hanno registrato otto pezzi che ritornano alle origini. Un rock cantato in italiano che ricorda i primi Diaframma e Litfiba, un tuffo nel passato per chi nel 2022 ha superato la cinquantina e ha ben nitidi gli ascolti di un tempo che fu, i sopracitati gruppi fiorentini e quella scena rock trascinata da sonorità che mescolavano di tutto e di più. Per i più giovani un esempio di cosa succedeva in Italia negli anni Ottanta. Da ascoltare con le lacrime agli occhi per il tempo che è scivolato tra le dita.